Non avere firmato la richiesta di un nuovo mandato di cattura per il generale Almasri che gli uffici di via Arenula avevano suggerito di fare inviando al ministro Nordio una bozza il 20 gennaio scorso, 24 ore prima della liberazione del cittadino libico.
Sarebbe questa la condotta, secondo quanto scrive oggi il quotidiano La Repubblica, che farebbe prefigurare il reato di omissione di atti di ufficio che la Procura di Roma contesta al capo del dicastero. Oltre al reato di favoreggiamento, Nordio è iscritto anche per la fattispecie prevista all'articolo 328 del codice penale. Del profilo penale, non citato nella denuncia presentata dall'avvocato Luigi Li Gotti, è stato lo stesso Nordio a parlarne nel corso dell'informativa in Parlamento di giovedì.
"Il 18 gennaio la Corte penale - scrive il quotidiano - comunica informalmente che sta per emettere un mandato di cattura per Almasri che verrà inviato all'Italia e ad altri sei Paesi. Il mandato viene emesso qualche ora dopo e inviato al magistrato di collegamento che lavora all'ambasciata olandese". Al mandato di arresto è allegata una nota in cui "la Cpi ricordava che 'nel caso in cui individuassero problemi che potrebbero impedire l'esecuzione della richiesta di cooperazione, dovrebbero consultare la Corte senza indugio al fine di risolvere la questione'". Il mandato viene trasmesso domenica 19 pomeriggio al ministero. "Dove era già stata trasmessa la comunicazione della Polizia dell'avvenuto arresto a Torino. E dove, la mattina dopo, il 20, arriva anche la richiesta della Corte di appello di Roma con la quale si indicava l'errore procedurale - l'arresto senza il passaggio dal ministero della Giustizia - e sostanzialmente si chiedeva che venisse sanato - scrive Repubblica- Come? Per esempio con un nuovo ordine di arresto. Che gli uffici di via Arenula preparano anche, ma resta una bozza. Il ministro decide infatti di non procedere. Non contatta il tribunale. Né scrive alla Cpi per sollevare quei problemi che potrebbero impedire l'esecuzione".
Video Almasri, Salvini: 'D'accordo con Tajani, la Cpi andrebbe indagata'
Nordio prepara lettera alla Cpi
Il ministero della Giustizia potrebbe formalizzare nei prossimi giorni alla Corte penale internazionale una richiesta di spiegazioni sulle incongruenze nelle procedure attivate per il mandato di arresto del generale libico Almasri. A quanto si apprende, la richiesta sarebbe allo studio del ministero. A confermarlo all'ANSA sono fonti di governo.
Salvini, concordo con Tajani, la Cpi dovrebbe essere indagata
"Intanto lunedì vado in Israele e sono contento si inizi a vedere la luce in fondo al tunnel. Sulla Corte penale internazionale condivido le parole del collega Tajani, invece di indagare dovrebbe essere indagata". Così il leader della Lega Matteo Salvini in conferenza stampa per presentare la proposta di una nuova rottamazione delle cartelle, a chi gli chiede un commento sul caso Almasri e la Corte penale internazionale e se abbia intenzione di invitare in Italia il primo ministro Benjamin Netanyahu.
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