ARTICLE AD BOX
Dalla Cappella Paolina alla Stanza delle Lacrime e ritorno, passando dalla Cappella Sistina, e poi andando oltre la Paolina, fino alla Loggia delle Benedizioni da dove il nuovo Papa si affaccerà per la prima volta, chissà se portando la mozzetta, quella mantellina rossa sopra la talare che Papa Francesco non ha voluto portare, e che tra l’altro è stata preparata anche in bianco, perché ci si trova in tempo pasquale. I 133 principi della Chiesa che sono entrati ieri in Sistina in abito corale, vestiti di rosso, e hanno giurato uno dopo l’altro in Sistina, hanno effettuato un percorso che rappresenta una storia secolare. Solo uno di loro arriverà alla Stanza delle Lacrime, dove il Papa eletto si dice si metta a piangere per la grandezza del compito che gli è affidato. Ma tutti insieme si presenteranno alla loggia delle benedizioni, affacciati nei balconi laterali insieme al nuovo Papa, per annunciare al mondo l’atteso Habemus Papam.
IL PERCORSO
Si è partiti dalla Cappella Paolina, luogo di culto personale del Papa. Ci sono due affreschi di Michelangelo, gli ultimi della sua vita, realizzati alla soglia dei Settanta anni. Lì il nuovo Papa tornerà dopo aver ricevuto l’atto di obbedienza da parte di tutti i cardinali, per raccogliersi un po’ in preghiera prima di incontrare il popolo di Dio.
In processione, intonando il Veni Creator, i cardinali sono arrivati in Cappella Sistina, dove hanno giurato, uno dopo l’altro. Dal 1492, la Cappella Sistina è luogo di elezione dei pontefici, sebbene ci siano state delle parentesi in cui il Conclave si è tenuto in altri luoghi, come nel Palazzo del Quirinale, che era residenza papale prima dell’Unità di Italia. Lì, sotto gli affreschi di Michelangelo, i cardinali entreranno ogni giorno, per votare quattro volte, con un rito antico che vuole sottolineare la loro personale responsabilità, sotto il cospetto del Giudizio universale. Non a caso, Giovanni Paolo II, nella Universi Dominici Gregis, la costituzione che regola il Conclave, ha disposto che «l’elezione continui a svolgersi nella Cappella Sistina, ove tutto concorre ad alimentare la consapevolezza della presenza di Dio, al cui cospetto ciascuno dovrà presentarsi un giorno per essere giudicato».
Sotto quel Giudizio Universale, i cardinali conteranno i voti, fino a raggiungere – e forse superare – la soglia degli 89 voti necessari per l’elezione di Papa Francesco. A quel punto, il Papa eletto deve accettare l’elezione e poi comunicare il nome che sceglie da Papa. Quindi va, accompagnato solo dal Cardinale Camerlengo a dal Maestro delle Cerimonie Pontificie nella Stanza delle Lacrime, una piccola cella spoglia, di tre metri per tre, con i soffitti bassi, una finestra molto piccola e pareti nude. Si trova proprio dietro il Giudizio Universale di Michelangelo.
Oltre alle tre vesti bianche, che saranno poi adattate al profilo del nuovo Papa, a volte c’è anche un barbiere, che valuterà se è necessario o meno “sistemare” i capelli e la (eventuale) barba del Papa appena eletto. E poi, vestito da Papa, il nuovo pontefice torna in Sistina, e, dopo aver ricevuto il saluto di tutti i cardinali, fa a ritroso il percorso che ha compiuto da cardinale all’inizio del Conclave, va nella Cappella Paolina e poi saluta il popolo di Dio. Inizia così un nuovo pontificato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA