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Paolo Virzì: “Il populismo patriottardo mi fa paura. Chiudersi nella propria nazione è pericoloso”

6 mesi fa 6
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elisabetta fagnola, riprese e montaggio di Maurizio bosio (ag. reporters)

Ventotto anni dopo la loro estate insieme, i Molino e i Mazzalupi tornano a Ventotene: è "Un altro Ferragosto", il nuovo film di Paolo Virzì che il regista ha presentato a Torino. È il sequel delle "Ferie d'agosto" girato da Virzì nel 1996. Parla di cinema, e parla d’Europa: “Io sono un commediante, racconto la storia di due famiglie, personaggi che sembrano ancora più fragili, le tragedie in modo ironico. Ma l’ultima cosa che voglio fare è dare lezioncine”. Il film la prossima settimana arriverà a Ursula von der Leyen, a Bruxelles: “Il populismo reazionario sta attecchendo in tutto il mondo, lo definirei patriottardo più che patriottico, e mi preoccupa. La capacità di Spinelli a Ventotene fu, nel pieno della guerra, guardare oltre a come poteva essere il mondo dopo. E concepì l’idea potentissima del superamento dello Stato-Nazione, e della federazione degli Stati Europei, perfino del mondo. Non c’è nulla di più attuale oggi in cui tutti i problemi sono globali: chiudersi oggi significa dimenticarsi cosa è successo nel Novecento, cioè una guerra mondiale”.

13/03/2024 11:06

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