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Papa Francesco ai giornalisti: «Grazie per quello che fate». Al centro del primo evento giubilare la libertà di stampa

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Papa Francesco arriva in carrozzina nell'Aula Paolo VI visibilmente stanco per incontrare i giornalisti di tutto il mondo. «Mi raccomando, raccontate il vero». Il primo evento giubilare dedicato al mondo della comunicazione era l'ultimo appuntamento papale della mattinata, collocato al termine di una giornata densa di incontri, tra cui quello con il presidente di Panama (dove ha affrontato la questione dei migranti e della presidenza Trump) e con il presidente di transizione di Haiti. «Avevo preparato per voi un discorso di nove pagine, ma leggerlo a quest'ora sarebbe una tortura» roba da «mal di stomaco». Francesco sdrammatizza il suo stato di debolezza con una battuta anche se poi  si fa serio: «Grazie per quello che fate. Il vostro lavoro è un lavoro che costruisce, costruisce la società, costruisce la Chiesa, fa andare avanti tutti - ha detto - a patto che sia vero. 'Padre, io sempre dico le cose vere'. Ma tu sei vero? Non solo le cose che tu dici, ma tu nel tuo interiore sei vero? E' una prova anche grande».

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La sala Nervi è piena di giornalisti, conduttori, anchorman, influencer, scrittori e persino qualche parlamentare.

La madrina dell'incontro è il Premio Nobel per la pace Maria Ressa, giornalista filippina naturalizzata statunitense incarcerata in passato per avere difeso la libertà di stampa nelle Filippine e scoperchiato molti crimini di Rodrigo Duterte. A lei viene tributata una standing ovation per un discorso pieno di pathos e passione sul valore della libertà di stampa in un mondo sempre più travagliato e soggetto al controllo dei dati, orientato ormai alla frammentazione delle coscienze e dunque ad una facile manipolazione. 

«Per inseguire il potere e il denaro, la tecnologia ha permesso un'insidiosa manipolazione a livello cellulare di una democrazia: di noi - gli elettori - microtargettizzando la paura, la rabbia e l'odio; seminando meta-narrazioni che hanno distrutto la fiducia, distrutto la fiducia», ha affermato. Le Big Tech, secondo Maria Ressa, «hanno trasformato i social media da strumento di connessione in un'arma di ingegneria comportamentale di massa. Monetizzano l'odio; amplificano le nostre divisioni; e sistematicamente erodono la nostra capacità di pensiero sfumato e di empatia» dice.

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Il nodo della libertà di stampa quale pilastro della democrazia lo ha sviluppato in seguito anche il Papa nel discorso non letto ma diffuso in diverse lingue agli oltre diecimila giornalisti presenti. «Chiedo - come ho fatto più volte e come hanno fatto prima di me anche i miei predecessori - che sia difesa e salvaguardata la libertà di stampa e di manifestazione del pensiero insieme al diritto fondamentale a essere informati. Un'informazione libera, responsabile e corretta è un patrimonio di conoscenza, di esperienza e di virtù che va custodito e va promosso». Aggiungendo, subito dopo: «Senza questo, rischiamo di non distinguere più la verità dalla menzogna; senza questo, ci esponiamo a crescenti pregiudizi e polarizzazioni che distruggono i legami di convivenza civile e impediscono di ricostruire la fraternità».

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