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Pur restando «critiche» le condizioni di Papa Francesco, al suo undicesimo giorno di ricovero al Policlinico Gemelli, «dimostrano un lieve miglioramento». Lo afferma il bollettino medico diffuso in serata, in cui si spiega che anche oggi «non si sono verificati episodi di crisi respiratoria asmatiforme» - che tanto allarme aveva suscitato due giorni fa - mentre «alcuni esami di laboratorio sono migliorati». «Continua l'ossigenoterapia», con le cannule applicate al naso, «anche se con flussi e percentuale di ossigeno lievemente ridotti». Inoltre il monitoraggio della lieve insufficienza renale manifestata ieri «non desta preoccupazione».
Insufficienza renale, Remuzzi: «Organo vulnerabile»
«Il rene di una persona anziana è sicuramente vulnerabile perché l'età ne riduce la normale funzionalità. Ma la lieve e iniziale insufficienza renale che ha colpito Papa Francesco sembra sia sotto controllo.
Si tratta di una condizione a cui si può porre rimedio. L'importante è che il Santo Padre sia ben idratato e che i medici che lo hanno in cura, peraltro bravissimi, qualora la causa dipendesse dagli antibiotici, aggiustino il dosaggio della terapia, cosa che faranno sicuramente». Così all'Adnkronos Salute il nefrologo Giuseppe Remuzzi, commentando l'ultimo bollettino medico sulla salute del Pontefice, dal 14 febbraio ricoverato al Policlinico Gemelli.
L'infezione polmonare e gli antibiotici
Per il direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, a causare l'insufficienza renale di Papa Francesco «possono aver contribuito vari fattori: l'infezione polmonare, gli antibiotici per curarla, talvolta tossici per il rene, che, insieme all'ossigenazione non ottimale, possono compromettere il rene, organo molto vulnerabile e sensibile in particolare nelle persone anziane - precisa Remuzzi - A queste condizioni dobbiamo aggiungere anche un'anemia e i valori bassi delle piastrine. Questo in parte dipende dall'infiammazione e in parte dal fatto che il midollo osseo negli anziani è meno performante».