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Pilotare un drone con il pensiero? E' possibile. Un gruppo di studiosi dell'Università di Stanford, guidato da Matthew Wilsey, ha infatti pubblicato sulla rivista scientifica Nature Medicine una ricerca che ha testimoniato la possibilità concessa a una persona affetta da paraplegia di poter muovere un drone grazie al pensiero, grazie alla tecnologia e all'Intelligenza artificiale.
Il procedimento
Grazie a "un'interfaccia cervello-computer" i ricercatori di Stanford sono riusciti a registrare in tempo reale l'attività dei neuroni del partecipante che nel frattempo, proprio come in un videogioco, riusciva così a effettuare una serie di complessi e precisi movimenti con il drone, attraverso un joystick.
Il contributo dell'intelligenza artificiale
Fondamentale è stato il contributo dell'Intelligenza Artificiale, con la quale gli scienziati hanno potuto associare ogni movimento delle dita a uno specifico segnale da trasmettere.
Lo studio si inserisce in una serie di nuove opportunità tecnologiche, tra cui impianti cerebrali ed esoscheletri, grazie ai quali sempre più persone affette da paralisi possono sperare di partecipare ad attività ludiche prima considerati infattibili.
Non solo. Un secondo studio, questa volta direttamenti dai laboratori giapponesi della Sony, sta infatti tentando di creare veri e proprio potenziamenti esoscheletrici per i musicisti. Questa ricerca ha visto infatti 118 pianisti professionisti mettere alla prova le loro abilità superando i limiti del talento e della preparazione grazie a degli speciali "arti robotoci" in grado di permette una velocizzazione ulteriore delle mani e delle dita sulla tastiera. Una prospettiva che potrebbe aprire a nuovi orizzonti anche rispetto alla normale fruizione dell'arte, così come delle attività sportive.