ARTICLE AD BOX
Il Natale ha un volto nascosto, come tutto del resto. Gli autori del giallo classico lo sapevano bene, infatti il delitto della Vigilia è un topos consolidato, con tanto di Christmas Carols come colonna sonora, sospetti che si accendono come luci sull’albero e indagini intrecciate alle ghirlande. La faccia oscura della Festa funziona a maggior ragione in una spy story, dove i personaggi già conducono una doppia vita di professione: è forse questo il segreto della riuscita di Black Doves («colombe nere», fin dal titolo si capisce subito che nulla è come sembra), la serie Netflix ambientata in una Londra noir illuminata a festa, dove i killer si preparano a sparare al ritmo di Santa Claus is coming to town, il sangue e il terrore si alternano a immagini cartolina di recite scolastiche e Re Magi con la corona di cartapesta, preparazione di dolci tradizionalie cori angelici in chiese gotiche («Puoi dire quel che vuoi della cristianità, ma la musica è buona»).
Forse non sarà ironico come Slow Horses o rigoroso come The Day of the Jackal, ma Black Doves compensa con una robusta dose di azione, romanticismo e humour. Soprattutto è molto bello da vedere: lo stile del suo creatore Joe Barton si ispira all’estetica delle graphic novel ed è facile abbandonarsi al ritmo travolgente di musiche e immagini e berlo tutto di un fiato, come la vodka che trangugia la primadonna Keira Knightley nei panni di Helen Webb, spia infiltrata ai massimi livelli del governo britannico, grazie al matrimonio con il futuro ministro della Difesa. La sua posizione nel cuore dell’establishment le dà l’opportunità di trasmettere segreti di Stato all’organizzazione mercenaria che l’ha assoldata quand’era giovane e disperata: no, non è una nazione nemica, è solo questione di lucro.
La vita perfetta di Helen (somigliantissima a Kate Middleton – non a caso è la serie preferita dalla coppia erede al trono d’Inghilterra), due figli gemelli alle elementari e casa meravigliosa nei sobborghi londinesi, implode quando il suo amante segreto, Jason, viene ucciso da un cecchino reduce dall’Afghanistan. Contemporaneamente viene trovato morto - per apparente overdose - l’ambasciatore cinese nel Regno Unito e scompare sua figlia, una socialite un po’ troppo interessata all’eroina. La minaccia della crisi geopolitica si intreccia con la guerra di bande nel sottobosco criminale di Londra, dando vita a una caotica catena di eventi che finisce per dilaniare Downing Street, la cupola della malavita e gli agenti segreti delel superpotenze implicate.
Molto del successo della serie è dovuto al carisma di Keira Knightley, perfetta nel doppio ruolo di mogliettina elegante e spia implacabile: «In realtà - dice lei - tutti abbiamo una doppia faccia. Stai portando i bambini a scuola in auto, li stai sgridando, state tutti urlando l’uno contro l’altro, scendi dalla macchina e di fronte alle altre mamme è immediatamente un “Oh, ciao!” con sorriso mega-watt. Nella serie portiamo solo la falsità alle estreme conseguenze».
Oltre al gioco di doppie identità, l’altro cuore pulsante di Black Doves è l’amicizia tra Helen e Sam (Ben Whitshaw), un killer sensibile che uccide perché è il mestiere di famiglia e sceglie di abbandonare l’uomo di cui è innamorato da sempre per proteggere l’amica. «La loro è una strana amicizia – dice Knightley – nata dal fatto che solo insieme possono abbandonare le maschere». Nella miglior tradizione british, ci sono anche un paio di vecchiette terribili: Reed (Sarah Lancashire), spietata signora a capo dei Black Doves, pugno di ferro e servizio da té in porcellana, citazione esplicita della M di Judi Dench a capo del servizio segreto britannico in James Bond. E poi c’è Lenny (l’attrice shakespeariana Kathryn Hunter), implacabile mediatrice criminale sempre in tuta da ginnastica, pronta a tutto pur di riscuotere la sua libbra di carne da Sam. Mentre le terribili ragazzine killer Gabrielle Creevy ed Ella Lily Hyland sono un omaggio all’anima punk della nazione. Tutti sopravvivono più o meno illesi alla carneficina e dunque li rivedremo nella seconda stagione. Knightley non vede l’ora: «Restano tante domande sul passato di Helen e sul rapporto con il marito: lo ama ma lo tradisce, qual è la dinamica di potere tra loro?». Da pare sua, Joe Barton promette che si concentrerà sulle feste di Pasqua.