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"Perché non mi sento più solo". Milei travolge Davos: le parole che fanno impazzire la sinistra

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Daniele Mastromattei 24 gennaio 2025

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 Vi ricordate quando la sinistra si riempiva la bocca con le bocconiane élite tecnocratiche ed economiche alle quale l’Italia si doveva piegare se voleva crescere e avere un respiro internazionale? Quando predicava la libertà mentre ci imponeva il politicamente corretto e abbracciava l’ideologia woke. E guai ad esprimere un pensiero non allineato, come aveva fatto un anno fa Javier Milei al Forum economico di Davos.

Dallo stesso palco oggi dichiara entusiasta: «Non mi sento più solo, con Elon Musk, Donald Trump, Giorgia Meloni si sta formando un’alleanza internazionale tra tutte quelle nazioni che, come la nostra, vogliono essere libere e credono nelle idee di libertà» contro l’«ideologia del wokismo». Durante il tradizionale appuntamento tra le Alpi svizzere che vede la partecipazione di centinaia di leader politici, rappresentanti della società civile e Ceo, dedicato quest’anno al tema della “Collaborazione per l’età dell’intelligenza” il presidente argentino, che sta rivoluzionando il Paese latino americano a suon di tagli alle spese, racconta: «Un anno fa mi trovavo qui davanti a voi, da solo», ad esprimere «alcune verità sullo stato del mondo occidentale che sono state accolte con sorpresa e stupore da gran parte dell’establishment politico, economico e mediatico dell’Occidente». Aveva detto allora rivolgendosi al mondo intero che «stava andando verso il fallimento» e in particolare all’Occidente che «si era smarrito e che doveva essere riorientato».

Aveva ridefinito la sua nuova Argentina, lontana da quella «infettata dal socialismo per troppo tempo» e finalmente pronta a respirare di nuovo «la libertà» e a vedersi garantita «la difesa della vita» e della «proprietà privata». Il leader di Buenos Aires è tornato a parlare della sua Argentina, «diventata un esempio globale di responsabilità fiscale, di impegno a onorare i propri obblighi e, ovviamente, di lotta per risolvere il problema dell’inflazione. Siamo anche un esempio di un nuovo modo di fare politica, che consiste nel dire la verità in faccia alle persone e confidare che queste capiranno».

E dunque «non mi sento più solo perché ho trovato alleati in questa lotta per le idee di libertà in ogni angolo del mondo. Dal sorprendente Elon Musk, a quella determinata donna italiana, la mia cara Giorgia Meloni; da (Nayib) Bukele in El Salvador a Viktor Orban in Ungheria; da Benjamin Netanyahu in Israele a Donald Trump negli Stati Uniti». Sottolinea: «Lentamente, quella che sembrava l’egemonia assoluta della sinistra woke a livello globale - nella politica, nelle istituzioni educative, nei media, nelle organizzazioni sovranazionali, o persino in forum come Davos - inizia a sgretolarsi. È una speranza per la libertà: viva la libertà».

Molti i tempi, cari al nuovo inquilino della Casa Bianca, che solleva Milei scagliandosi inoltre contro il «feminismo radicale». E prima di chiudere il suo intervento si lancia in difesa del braccio teso di Elon Musk durante l’Inauguration Day di Donald Trump: «Serve uno spirito “pioniero” che oggi è ben rappresentato – tra gli altri - dal mio caro amico Elon Musk. È stato ingiustamente vilipeso dall’ideologia woke negli ultimi giorni per un gesto innocente che semplicemente riflette il suo entusiasmo e la sua gratitudine verso le persone».

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