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Plebiscito di Putin, sfiora il 90%. Proteste e fermi ai seggi, lo zar: 'Saremo più forti e nessuno ci intimidirà'

9 mesi fa 27
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Le proteste dei seguaci di Alexei Navalny, gli attacchi alle regioni di confine con l'Ucraina e un allarme droni sugli aeroporti di Mosca non hanno impedito a Vladimir Putin di portare a termine senza incidenti di rilievo la maratona elettorale che lo ha confermato presidente con percentuali record che sfiorano il 90%: è il quinto mandato dopo già 24 anni trascorsi al potere, l'orizzonte ora è il 2030. E lo zar, presentandosi in serata al quartiere generale della campagna elettorale, ha ringraziato i russi per la "totale fiducia". Promettendo che il Paese diventerà più forte e avvertendo gli avversari che "nessuno ci intimidirà o ci schiaccerà". Putin, inoltre, ha rotto il silenzio sul suo oppositore morto in carcere circa un mese fa, nominandolo in pubblico e affermando che la sua scomparsa è stata un "evento triste". 

Il capo del Cremlino si è aggiudicato tra l'87% e l'89% delle preferenze, con gli altre tre candidati-comparsa praticamente annientati. Il comunista Nikolai Kharitonov, in seconda posizione, si è fermato al 4,7%, quello di Gente Nuova, Vladislav Davankov, al 3,6% e quello del Partito liberaldemocratico Leonid Slutsky al 2,5%. I tre giorni in cui si sono svolte, per la prima volta, le consultazioni hanno dato i risultati sperati anche in termini di partecipazione, secondo i dati ufficiali. L'affluenza alle urne è stimata ad oltre il 73%, rispetto al 67,5% registrato nelle precedenti presidenziali, nel 2018. Mentre si attende ancora il dato del voto elettronico. 

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Video Protesta di mezzogiorno, applausi per la vedova di Navalny all'ambasciata russa a Berlino

 Una partecipazione massiccia, tra l'80% e il 90%, è stata annunciata anche nelle quattro regioni ucraine parzialmente controllate dalle truppe di Mosca e annesse dalla Russia nel 2022: Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson. Qui la vittoria di Putin è stata, se possibile, ancora più netta. Le percentuali che gli sono attribuite arrivano fino al 95% nel Donetsk, al 94% nel Lugansk, al 93% nella regione di Zaporizhzhia e all'88% in quella di Kherson. 

 Il sempre più longevo leader al termine della giornata ha sottolineato che "il risultato delle elezioni dimostra che la Russia è una grande famiglia" e che c'è "totale fiducia dei cittadini sul fatto che faremo tutto come da programma". Ed ha rivolto un "parole speciali di gratitudine ai soldati" che combattono in Ucraina da oltre due anni: "svolgono il compito più importante che è quello di proteggere il nostro popolo".
Poi, Putin ha lanciato un monito a chi vuole sfidare la Russia: "Non importa quanto abbiano cercato di spaventarci, di sopprimere la nostra volontà, la nostra coscienza, nessuno ci è mai riuscito nella storia. Hanno fallito ora e falliranno in futuro". Ed ha messo in guarda la Nato che un conflitto porterebbe "ad un passo dalla terza guerra mondiale". A sorpresa, ha poi parlato pubblicamente di Navalny nominandolo, un fatto fin qui rarissimo. Ed ha spiegato che aveva accettato di scambiarlo con dei prigionieri detenuti in occidente, ma a patto che non tornasse in Russia. 

Da Kiev, Volodymyr Zelensky ha definito Putin un uomo "malato di potere" che vuole "regnare in eterno", ed ha affermato che le elezioni russe non hanno "alcuna legittimità".

L'ex presidente russo Dmitry Medvedev ha invece salutato quella che ha definito "la brillante vittoria" di Putin. L'Occidente "ha fallito" nei suoi tentativi di boicottare le elezioni, ha affermato da parte sua il ministero degli Esteri, la cui portavoce, Maria Zakharova, aveva rilanciato ieri l'accusa ai diplomatici dei Paesi occidentali di "interferenze" nel processo elettorale. E questo in particolare per il sostegno dei Paesi della Ue e degli Usa agli oppositori.

Code di centinaia di persone si sono formate alle 12 davanti ai seggi nel centro di Mosca e in altre città in risposta all'appello lanciato dallo stesso Navalny poco prima di morire per il cosiddetto 'Mezzogiorno contro Putin'. Ma tutto si è svolto senza gravi incidenti, anche se la ong Ovd-Info ha segnalato 74 fermi in tutta la Russia, soprattutto per episodi individuali di protesta. Leonid Volkov, l'ex braccio destro di Navalny aggredito a martellate nei giorni scorsi in Lituania, ha affermato che la schiacciante vittoria di Putin "non ha nulla a che fare con la realtà".

Anche nella regione frontaliera di Belgorod i seggi sono rimasti aperti in questi tre giorni nonostante i ripetuti bombardamenti ucraini e i tentativi di infiltrazione rivendicati da gruppi paramilitari russi inquadrati nelle forze di Kiev. La Russia ha affrontato questi tre giorni elettorali in un clima di tensione a causa dei timori per la sicurezza. A Mosca un notevole schieramento di polizia era visibile oggi in diversi punti strategici, comprese le principali stazioni della metropolitana. E la giornata era cominciata con la contraerea entrata in azione vicino agli aeroporti internazionale di Vnukovo e Domodedovo. Nei pressi di questo secondo scalo, ha fatto sapere il sindaco Serghei Sobyanin, è stato abbattuto un drone. Ma gli occhi di tutto il mondo ora sono puntati sulle prossime mosse dello zar. 

Tajani, 'elezioni russe né libere né regolari'

"Le elezioni in Russia non sono state né libere né regolari ed hanno riguardato anche territori ucraini occupati illegalmente. Continuiamo a lavorare per una pace giusta che porti la Russia a terminare la guerra di aggressione all'Ucraina nel rispetto del diritto internazionale". Lo scrive su X il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. 

Cameron, in Russia elezioni non libere e eque

Londra deplora le elezioni "non libere ed eque" in Russia. "Le urne si sono chiuse in Russia, dopo lo svolgimento illegale delle elezioni sul territorio ucraino, la mancanza di scelta per gli elettori e l'assenza di un monitoraggio indipendente da parte dell'Osce. Non sono queste le caratteristiche di elezioni libere ed eque", ha scritto su X il ministro degli Esteri britannico David Cameron.

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