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Dopo la promozione ottenuta 24 ore prima alla cabina di regia, Antonio Decaro, presidente uscente dell’Anci, rivendica il lavoro fatto dai sindaci sull’avanzamento del Pnrr. «I numeri a nostra disposizione - ha spiegato aprendo la due giorni dell’evento “Missione Italia” - ci dicono che i Comuni hanno speso 34 miliardi di euro per gare su un totale di 40 che ci sono stati dati per il Pnrr». Più precisamente la Fondazione Ifel, partendo dai dati dell’Anac, ha calcolato che a giugno del 2024 erano state pubblicati bandi di gara per 34,3 miliardi di euro, mentre le aggiudicazioni dei lavori sfiorano i 21 miliardi, cioè il 60 per cento del totale.
Anche dall’osservatorio dei Comuni, il Recovery - come ha più volte ripetuto più volte dal ministro per gli Affari europei, la Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto - è entrato pienamente nella cosiddetta fase di messa a terra. «I cantieri nei Comuni e nelle città - aggiunge Decaro - sono a pieno regime. I numeri del Siope (la banca dati del Mef sulle operazioni degli enti pubblici, ndr) ci informano che nel 2023 le risorse per investimenti sono state pari a 16,3 miliardi, quindi con quasi un raddoppio rispetto all'anno prevedente. Nel primo trimestre del 2024 nell'ambito delle risorse investite c'è stato un incremento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente del 36 per cento. Ebbene, questo mi sembra un quadro più che incoraggiante, nel senso che i sindaci hanno fatto il loro mestiere». Cioè, sottolinea il presidente dell’Anci, «hanno lavorato per nuovi asili nido, bus elettrici, piste ciclabili e quant'altro».
Forti di questi numeri, i sindaci hanno lanciato non poche stilettate al governo. Decaro, da un lato, ha posto l’accento sulle «parole del ministro Giorgetti sui ritardi di spesa da parte dei ministeri», quindi ha lamentato che nel «processo delle realizzazioni pesa ancora la burocrazia», soprattutto «per il recupero delle risorse avanzate dai Comuni»Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha sottolineato che «una città di grandi dimensioni», come la Capitale, «nelle attuali ripartizioni delle risorse è sistematicamente penalizzata». Mentre il collega napoletano, Gaetano Manfredi ha posto l’accento contro «il ritorno del patto di stabilità», perché con i tagli «saremo costretti a non far funzionare le cose che oggi sosteniamo con il Pnrr».
Dal governo si fa notare che in realtà il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nella cabina di regia di mercoledì scorso, ha semplicemente sollecitato tutti gli attori coinvolti nella spesa del Pnrr - i ministeri così come sindaci e governatori - ad accelerare gli impegni sul Recovery, che sono la benzina principale in ottica di crescita.
Dal canto suo, il ministro Fitto ha voluto chiudere le polemiche dei mesi scorsi con i sindaci, dopo la rimodulazione delle risorse, parlando di una «collaborazione proficua. Guardando al futuro, ha annunciato «cabine di regia sempre più tematiche, perché alle cabine di regia di carattere generale stiamo mettendo in campo delle cabine di regia settoriali», nelle quali poi si deciderà se intervenire con provvedimenti ad hoc o nominando commissari straordinari. Nei giorni scorsi il governo ha presentato alla Ue la richiesta per ottenere gli 8,5 miliardi della sesta rata del Pnrr e ha strappato più fondi - oltre 11 miliardi - per la quinta. Detto questo, Fitto non nasconde «che il Paese non ha mai dimostrato una grande capacita di spesa e», per il futuro, stiamo lavorando perché questa capacita di spesa possa migliorare anche dal punto di vista dell'efficacia».
Intanto ieri, e sempre nell’ottica delle cabine di regia tematiche, a Palazzo Chigi si è fatto il punto sui fondi destinati alla lotta contro il fenomeno del caporalato (200 milioni) e per la realizzazioni di studentati (1,3 miliardi). Due ambiti dove, non a caso, il governo ha nominato altrettanti commissari straordinari, rispettivamente Maurizio Falco e Manuela Manenti. Sul primo fronte, è stato deciso che Falco inizierà una serie di incontri nelle aree dove si registrano maggiori problematiche e che sarà avviata una ricognizione molto veloce dei progetti già presentati dai Comuni, perché non tutti sarebbero in linea con la filosofia del Pnrr. Dovrebbe slittare la scadenza per la realizzazione dei progetti. Sul fronte degli studentati, si sono sottolineate le criticità legate al fatto che la destinazione d'uso per la “residenza universitaria” non è univoca sul territorio nazionale.