Home SignIn/Join Blogs Forums Market Messages Contact Us

Prepper, chi sono gli italiani che si preparano alla fine del mondo: in casa hanno bunker, scorte di cibo e maschere anti-gas

5 ore fa 1
ARTICLE AD BOX

Ci sono persone, in Italia, pronte a tutto.

No, non sono i Rambo dei film, e sono molto lontani dall’immagine stereotipata di chi sarebbe pronto ad andare in giro, in città, con un machete tra i denti. Loro sono i prepper. Oggi sono una nicchia per appassionati. Ma nei prossimi anni il loro numero è destinato a crescere a dismisura. Dal 2019 l’Associazione italiana prepper (la più grande della penisola), stima come ci sia stato un aumento del 200% degli iscritti e dei partecipanti alle attività, sia reali sia virtuali, nei diversi canali social. Perché, come spiegano, «non dobbiamo dimenticarci della lezione venuta dalla pandemia di Covid-19, una catastrofe di qualunque genere può sempre arrivare». Ma c’è catastrofe e catastrofe. 

Domato solo l’11% dei roghi Furia Trump: «Incompetenti»

NEGLI USA

«Nei recenti incendi che hanno colpito la California proprio un medico, un prepper, ha salvato diverse persone perché da anni aveva installato, a sue spese, un impianto di irrigazione di emergenza e da oltre quindici anni aveva fatto una valutazione dei rischi - spiega Pasquale Lavino, presidente dei prepper italiani - Questo è il lavoro del prepper: saper pianificare i rischi in relazione al proprio territorio. Non è vero che ogni luogo del mondo deve essere colpito come se fosse il cuore di una catastrofe nucleare».

In Italia i principali rischi che deve affrontare un prepper sono quelli legati ai terremoti, agli allagamenti e al dissesto idrogeologico, ma anche agli eventi atmosferici estremi che aumentano con i cambiamenti climatici. Poi ci sono le catastrofi che scoppiano per una colpa totalmente umana: il rischio maggiore, secondo l’analisi dell’Aip, è degli attacchi chimici o dei disastri agli impianti industriali. «In questo caso è fondamentale leggere il piano di protezione civile del proprio Comune e capire se ci sono aziende a rischio, e poi seguire i bollettini e i canali di comunicazione, anche radio - aggiunge Lavino - Qui servono le mascherine Ffp3 o quelle “a pieno facciale” con filtri sostituibili che proteggono occhi, naso e bocca. Possibilmente, poi, serve una tuta di quelle in tyvec con cappuccio e che si riescono a trovare anche in ferramenta. Se mi trovo in un luogo dell’incidente sono utilissime per evitare che possa portare sostanze tossiche a casa». Oltre ai rischi biologici (delle pandemie, come quelle del Covid), ci sono poi i rischi connessi al terrorismo. «Bisogna stare sempre informati sulle zone che si frequentano ed evitare le aree più critiche - prosegue - Se si è nella zona di crisi e si sopravvive, l’importante è capire subito l’entità del danno. Se si è feriti alla gamba bisogna avere un tourniquet (una sorta di laccio emostatico) che blocca l’emorragia e un kit medico di base. Se si va in una città nuova bisogna puntare prima di tutto alla conoscenza dei luoghi. E in un grande evento bisogna puntare alla periferia e stare nei vicoli stretti, perché nelle aree più grandi c’è una sorta di effetto psicosi per cui tutti tendono ad andare lì nel caso di una emergenza».

BlackOut - Verità Nascoste, stasera la seconda puntata: anticipazioni, trama, cast e dove è girata

IL PIANO FAMILIARE

L’Associazione italiana prepper lo scorso anno ha lanciato il “Piano di protezione civile familiare”: si tratta di un vademecum che ogni famiglia compila per descrivere il proprio piano d’emergenza e far fronte a uno scenario di crisi. Oltre ai numeri di telefono del medico e dei parenti, lo strumento è utile da abbinare ai piani di protezione civile comunali che per legge ogni ente locale deve approvare e rendere operativo. All’interno anche una check list di prodotti alimentari a lunga scadenza da tenere in dispensa. Il piano è già stato al centro di un’esercitazione tra i prepper italiani e la Croce Rossa a Cameri, nel Novarese.

«Un programma del genere dovrebbe essere all’interno di ogni nucleo familiare - spiega - Purtroppo il futuro ci farà trovare sempre più spesso davanti a maxiemergenze e a persone che non sanno come fare per uscirne. Ci vuole capacità di ragionamento perché sempre più frequentemente si sacrifica il pensiero critico per quello più leggero del divertimento». Quest’anno i prepper renderanno disponibile una app “multifunzione” che invierà automaticamente messaggi d’aiuto con le coordinate Gps, la lista dell’equipaggiamento necessario, lo scadenzario dei prodotti della dispensa d’emergenza e il sistema per ritrovare la propria auto.

IL BUNKER

Chi se lo può permettere decide di installarsi un bunker antiatomico sotto casa. Il prezzo può essere davvero proibitivo può arrivare a costare quasi tanto quanto l’appartamento che è sopra. In Paesi come la Svizzera il bunker è un obbligo di legge. In Italia, più che i bunker (poche persone ancora decidono di costruirselo) «cercano sistemi di protezione da eventuali attacchi chimici e nucleari, anche per cani e gatti», racconta Giorgio Cinquantini di Nbcsystem, società di Blera, nel Viterbese, che proprio di recente ha installato due bunker nel Nord della penisola.

«Ci sono 58 guerre nel Mondo e bisogna tenerne conto per capire ciò che sarà del futuro - dice - Qui in azienda abbiamo una foto di Osama Bin Laden, perché quando diceva una parola gli ordini aumentavano dell'80 per cento». Chi non può permettersi un bunker può puntare su una sala blindata in casa e che non è perforabile dai colpi di un Ak47. «È roba per ricchi, ci si chiude dentro per sette giorni». Dall’azienda di Blera sono partiti ordini per 50.000 pezzi di sopravvivenza diretti nella Penisola Scandinava: grano, cibo e acqua potabile per resistere almeno sei mesi. «L'Europa - aggiunge - ha comprato 700 milioni di sistemi di protezione per popolazione, filtri, ventilatori per i suoi due grandi stock, uno tra la Finlandia e la Svezia e un altro in Romania».

Leggi tutto l articolo