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Pronto soccorso a corto di barelle e ossigeno: “Siamo al collasso, non mandate ambulanze”

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«Si comunica l’attuale completo impiego delle barelle e delle aree di osservazione clinica disponibili, si prega pertanto di attenersi alla stretta competenza territoriale e alla effettiva emergenza nel trasporto di pazienti»: ospedale di Ciriè. «Si comunica che l’elevato accesso di pazienti presso il Dea ha determinato la temporanea indisponibilità di postazioni di accoglienza e visita, allo stesso modo risultano occupati i punti ossigeno delle aree di gestione/osservazione. Si chiede di rimodulare i flussi di invio dei mezzi di soccorso verso gli altri Dea aziendali o limitrofi»: ospedale di Chivasso. «Si segnala sovraffollamento in Dea con mancanza di barelle, per cui si chiede di non inviare pazienti fino alle ore 16»: ospedale Mauriziano. «Causa l’indisponibilità di posti letto di medicina generale, rianimazione, neurologia, si prega di inviare pazienti di stretta competenza fino alle ore 18»: ospedale Molinette. «Si comunica che sono presenti 95 pazienti totali, occupate tutte le postazioni monitor e postazioni con ossigeno, non rimangono a disposizione barelle, si richiede di limitare l’invio di ulteriori ambulanze»: ospedale Maria Vittoria.

Emergenza al collasso

I virus simil-influenzali, ed ora anche l’influenza, stringono la morsa: i pronto soccorso degli ospedali, che non sanno più dove mettere i pazienti, in gran parte anziani con insufficienza respiratoria, parecchi non vaccinati nè contro l’influenza nè contro lo pneumococco, chiedono alle centrali del 118 di evitare o limitare l’invio di altre ambulanze.

Verso il picco influenzale

La situazione è destinata a peggiorare nei prossimi giorni. Non solo aumentano i casi in tutta Italia - «Il livello d’incidenza è pari a 11,3 casi per mille assistiti (9,9 nella settimana precedente)», si legge nel report dell’Istituto Superiore di Sanità - ma contrariamente all’anno scorso non abbiamo ancora raggiunto il picco: «Nella stessa settimana della scorsa stagione la curva dell’incidenza cominciava la sua discesa». A questo giro è diverso, anche in Piemonte: circa 420 mila le persone colpite da metà ottobre, calcola l’ultimo aggiornamento del Servizio di epidemiologia regionale (Seremi) -, 44 mila nella prima settimana dell’anno».

Il livello è ancora basso ma si registra il valore più alto di incidenza da inizio stagione, spiegano dal Seremi: l'andamento è differente da quello della scorsa stagione, e questa settimana il virus dell'influenza è il più diffuso tra quelli circolanti. Di fatto, ha scalato la classifica ed è al primo posto.

Personale oberato di lavoro

Da qui le scene già viste: nonostante il piano contro il sovraffollamento predisposto a dicembre da Regione e Azienda Zero e nonostante ogni giorno il personale sanitario faccia i salti mortali, a tutti i livelli, per garantire assistenza a tutti. «È chiaro che le misure adottate non sono sufficienti a dare risposte adeguate e che mancano pezzi del sistema deputate a darle - interviene Francesco Coppolella, segretario sindacato infermieri Nursind Piemonte -. Se le liste di attesa sono un problema per i cittadini, quello della domanda inappropriata all’emergenza territoriale e all’iper afflusso nei pronto soccorso non è da meno e deve rientrare tra gli obbiettivi prioritari della Regione e delle aziende». Un’emergenza infinita che si ripete, anno dopo anno.

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