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"Può abbassare la musica?". E il balordo si scatena: capotreno massacrato

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Alessandro Aspesi 31 gennaio 2025

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Insultati e picchiati solo per avere chiesto di abbassare il volume del telefonino. Questo è quanto accaduto a 2 capotreno di Trenitalia mercoledi verso le 11 del mattino. Il frecciarosssa 9724 stava viaggiando regolarmente quando alcuni passeggeri hanno segnalato a un capotreno che la suoneria di un uomo sui 35 anni era troppo alta. Immediatamente il dipendente delle ferrovie ha cortesemente chiesto al viaggiatore di abbassare il volume. Inizialmente l’uomo sembra aver capito e obbedisce alla richiesta del capotreno che infatti si allontana per continuare il suo lavoro.

Passano pochi istanti e il 35enne ricomincia a infastidire le persone a bordo alazando ancora di più il volume della musica. Il capotreno raggiunto da una collega ha quindi continuato per qualche minuto a cercare di convincere il trasgressore. Improvvisamente però l’uomo si è alzato e ha cominciato a colpire alla testa i 2 ferrovieri. La colluttazione è durata qualche minuto fino a quando il treno si è fermato nella stazione di Padova dove i passeggeri intimoriti hanno dato l’allarme e richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Immediato l’intervento degli agenti della Polfer che nel giro di pochi istanti hanno stretto le manette ai polsi dell’aggressore.

I due capotreno sono stati invece trasportati al pronto soccorso dove hanno ricevuto una prognosi di 10 e 8 giorni. Entrambe hanno ricevuto numerosi colpi alla testa. L’uomo in particolare ha subito anche delle lesioni al collo per il quale dovrà portare un collarino ortopedico. Di natura più psicologico invece il trauma della donna che durante l’aggressione si è sentita insultare con parole volgari e sessiste. Un episodio di intollerabile violenza che non rappresenta che l’ultima aggressione in ordine di tempo al personale di bordo dei treni. In questi giorni infatti... «esprimiamo la nostra più ferma condanna per l'aggressione subita ieri mattina dai due capotreno ai quale va la nostra solidarietà e vicinanza».

Angelo Zammito, operatore regionale Fit Cisl Lombardia, spiega che simili episodi di violenza non mettono in pericolo solo la sicurezza fisica dei lavoratori coinvolti ma anche quella dei viaggiatori sul treno. «Questo atto è l’ennesima dimostrazione di un fenomeno che ormai sta raggiungendo livelli insostenibili e inaccettabili», continua ancora Zammito. «Per questo chiediamo con forza che vengano messe in campo azioni concrete per garantire la sicurezza del personale ferroviario che giornalmente opera con serietà e senso del dovere». «Non più solo proclami ma azioni concrete», conclude l’esponente Fit Cisl Lombardia. Quello di mercoledì è un attacco «al diritto di lavorare in sicurezza e ribadiamo che la sicurezza sul posto di lavoro deve essere una priorità assoluta». Il treno è ripartito con 50 minuti di ritardo.

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