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Dopo l'assoluzione Matteo Salvini torna tra le vie della sua Milano. Qui il vicepremier e ministro dei Trasporti cita Giuseppe Conte. A lui, "magari", "manderò gli auguri di Natale, sperando che si ricordi chi sono, perché negli ultimi anni quando veniva a testimoniare magari non sempre mi sembrava che si ricordasse chi eravamo e cosa facevamo insieme, però non porto rancore nei confronti di nessuno, quindi manderò gli auguri sia a Conte che a Toninelli". Proprio ieri il leader del Movimento 5 Stelle ha detto che sulla vicenda Open Arms "lo smemorato é lui".
A processo concluso, il leader della Lega è stato raggiunto da una telefonata di Pier Silvio Berlusconi. "Ovviamente - premette - il padre era unico e insostituibile perché di Berlusconi Silvio ne nasce uno ogni secolo, purtroppo. Però ho un ottimo rapporto sia con lui (Pier Silvio Berlusconi, ndr.) che con tutti gli altri membri della famiglia".
Da qui il riferimento alla riforma della Giustizia. Per Salvini, infatti, "la responsabilità civile dei giudici che sbagliano e ne devono rispondere personalmente, la separazione delle carriere servono non a Matteo Salvini ma a 60 milioni di italiani. Ora più che mai è urgente la riforma della giustizia". E ancora: "Dopo tre anni è bello tornare a Milano da persona libera e non da potenziale, presunto delinquente, criminale e sequestratore. Ci abbiamo messo tre anni però abbiamo ribadito che difendere i confini e la patria, proteggere gli italiani, contrastare i trafficanti e gli scafisti, rimandare associazioni straniere nel loro Paese e i clandestini là da dove sono arrivati è legittimo, è un diritto e un dovere. E quindi a sinistra se ne facciano una ragione, sono contento che sia finita così". Salvini sottolinea poi come il fatto che sia stato assolto sia "la dimostrazione che fra i nove mila giudici ce ne siano di liberi, ma il fatto che io sia stato assolto in primo grado non significa che la giustizia non vada profondamente riformata, perché ogni anno mille italiani vengono ingiustamente incarcerati per errore e scarcerati dopo qualche mese o qualche anno con una pacca sulla spalla".