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Questa volta anche Fleximan dovrà arrendersi. Dal 2026, sulle strade arriverà un nuovo sceriffo elettronico: il suo nome è Navigard, una sorta di “Tutor 2.0”, e il suo regno sarà l’autostrada, dal momento che è stato il gestore (Aspi) a far elaborare lo strumento da Movyon, il proprio polo di innovazione tecnologica.
Il nome contraddistingue una piattaforma che comprende i Tutor come strumento, assieme a molti altri. Prevede un sistema di radar, sensori e telecamere collegati a vari server periferici, a loro volta agganciati una “supercentrale" operativa che gestirà le comunicazioni attraverso i pannelli a messaggio variabile. L’obiettivo è il monitoraggio del traffico, con particolare attenzione al comportamento dei guidatori di camion e Tir.
Non solo controllo della velocità
Algoritmi, software e intelligenza artificiale elaboreranno le rilevazioni di velocità istantanea e media dei veicoli, ma anche sorpassi e rispetto dei limiti di massa degli autoarticolati, il rispetto dei percorsi comunicati dai trasportatori di merci pericolose. Navigard potrà anche individuare i veicoli che hanno eluso il pagamento nelle varie barriere disseminate lungo i 3 mila chilometri di autostrade italiane e riuscirà a leggere i cronotachigrafi installati sui Tir.
Ma questo è soltanto l’inizio, in attesa che la tecnologia offra ulteriori possibilità. Tutto questo materiale sarà a disposizione della Polstrada, che ha competenza sulle autostrade italiane. Non a caso, alla presentazione di questo “Grande fratello” assieme all’amministratore delegato di Aspi Roberto Tomasi ha partecipato anche Renato Cortese, direttore delle specialità della polizia.
I dati in un “centro monitoraggio”
Le informazioni confluiranno nel Centro per il monitoraggio del traffico, degli impianti e delle infrastrutture, realizzato sempre da Movyon e inaugurato quest’estate a Roma. Una miriade di informazioni comunicate in tempo reale riguardo ai 2,4 milioni di veicoli e 4,7 milioni di viaggiatori in circolazione ogni giorno, con un monitoraggio di tutta la rete autostradale, compresi ponti, viadotti, gallerie e barriere per il pedaggio.
Il nodo dell’omologazione
L’inaugurazione del Navigard è prevista per il 2026 e l’anno successivo dovrebbe riuscire a coprire tutte le autostrade di Aspi. Ma varrà anche per questo nuovo “Grande Fratello” il criterio dell’omologazione sancito dalla Corte di Cassazione per gli autovelox? «Certo, anche perché non lo dice solo la Cassazione. Già nel 2015, la Corte Costituzionale aveva dichiarato l’illegittimità della norma del 1992 che non prevedeva l’obbligo delle verifiche periodiche di funzionalità e taratura per le apparecchiature utilizzate per l’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità», spiega Mario Gatto, presidente di Globoconsumatori, recordman di ricorsi vinti contro le Amministrazioni per le sanzioni di autovelox e componente del tavolo tecnico istituiti poche settimane fa al ministero dei Trasporti per individuare un percorso di omologazione delle apparecchiature in Italia. E aggiunge: «Al momento, non sono stati ancora definiti i criteri e quindi non so come possano pensare di utilizzare nuovi strumenti senza quel requisito».
Subito dopo l’approvazione del nuovo Codice della strada, qualcuno aveva pubblicato sui social la notizia di un "blitz” del governo su quest’argomento, equiparando l’autorizzazione degli autovelox alla loro omologazione. «Ipotesi scartata prima dell’approvazione della norma - spiega Gatto -. Sotto quel profilo, al momento nulla è cambiato».