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Rsa degli orrori a Viterbo: ospiti legati per giorni, violenze sessuali, schiaffi e insulti: «Vuoi morire? Ti spacco la testa»

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VITERBO - "Vuoi morire? Allora zitta, la prossima volta ti ammazzo". Gli operatori sanitari della casa di riposo di Latera, arresti nell'operazione dei carabinieri di Montefiascone e Nas, per mesi avrebbero maltrattato, ingiuriato e picchiato gli ospiti della struttura. Legandoli ai letti per non farli muovere e lasciandoli sporchi e senza cibo. 

Le loro sfuriate sono state intercettate della Procura che ne ha chiesto e ottenuto la misura cautelare

"Ma perché non crepi, ti spacco la capoccia. Prendendo il cuscino e lanciandolo sul viso dell'anziana. Lo sai dove ti mando? Al campo santo ti mando oggi. Miserabile".

Sono sei gli operatori socio sanitari (tre sono stati arrestati e sono in carcere, gli altri sono stati sospesi dalla professione) finiti nei guai. Ventuno, invece, le vittime individuate dagli investigatori, tutti anziani fragili spesso incapaci di difendersi. Tra le campagne del comune di Latera la struttura per anziani “Villa Daniela” è finita al centro di un’indagine per maltrattamenti sui gli anziani.

Indagato a piede libero il responsabile Mariano Perugini. Agli arresti in carcere per i reati di maltrattamenti aggravati gli operatori socio sanitari Carmine Battiloro, Mariela Ciasar e Mirko Tosi.

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Indagati con sospensione della professione altri tre oss della struttura. Si tratta di due uomini e una donna che dovranno restare lontani dal lavoro per un periodo che va dai due anni ai sei mesi. Bocche cucite al momento da parte dei difensori degli indagati, che prendono tempo per studiare le carte prima dell’interrogatorio di garanzia. «Aspettiamo la chiusura delle indagini, poi visioneremo gli atti raccolti dagli inquirenti». L’inchiesta, coordinata dal pm Flavio Serracchiani, è partita ad aprile scorso dopo varie denunce fatte dai familiari degli ospiti ed è stata condotta con l'ausilio di intercettazioni audio e video di telecamere nascoste.

Il procuratore di Viterbo Paolo Auriemma e il pm Flavio Serracchiani tra le altre cose contestano a uno degli operatori arrestati anche un caso di violenza sessuale su una donna ricoverata nella struttura. «Sono emersi comportamenti contrassegnati dall'applicazione di contenzioni agli anziani, che attraverso bende o altri strumenti venivano legate ai letto - ha spiegato Serracchiani -. In un caso, un'anziana è rimasta legata per più di 24 ore. E poi episodi di incuria e negligenza nella custodia dei degenti. Al vaglio ci sono anche episodi di somministrazioni di farmaci, rispetto ai quali bisogna verificare se ci fosse o meno a monte un piano terapeutico o una regolare prescrizione. «I fatti accertati sono stati diversi e a carico dei singoli soggetti - ha sottolineato Auriemma -. La responsabilità non è della struttura ma personale dei singoli soggetti. Questo ufficio di Procura ha portato la propria attenzione sui diritti delle persone fragili e ha tra le proprie priorità l'attenzione alle frange deboli della popolazione».

A corroborare l'indagine dei carabinieri Nas e della compagnia di Montefiascone anche le segnalazioni di alcuni ex dipendenti della struttura, che hanno raccontato ai militari gli abusi dei loro colleghi. Per questo veniva disposta l’installazione di telecamere all’interno della struttura e l’intercettazione dei dialoghi all’interno della casa di riposo, da cui sono emerse le vessazioni psicologiche e le aggressioni fisiche cui gli anziani venivano sottoposti. Accanto a tali gravi comportamenti, sono emerse anche autentiche condotte di violenza sessuale, con le telecamere che hanno ripreso i reiterati abusi ai danni di una anziana degente: la donna veniva tormentata da un operatore con assillanti approcci sessuali e con toccamenti delle parti intime, eseguiti anche a mezzo di un bastone e, in un’occasione, addirittura quando l’anziana era impossibilitata a difendersi perché legata a letto mediante strumenti di contenzione. Le indagini avrebbero infine portato alla luce episodi di malnutrizione, di somministrazione di farmaci ansiolitici e al frequente ricorso a strumenti come fasce o bende per immobilizzare i pazienti a letto. 

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