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Russia avanza in Ucraina con la tattica dello "sfinimento", dal Donetsk a Zaporizhia: ecco dove

7 mesi fa 39
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Da ottobre 2023, con il lancio delle «operazioni offensive», le forze armate del Cremlino hanno conquistato 505 chilometri quadrati di territorio Ucraino. E hanno guadagnato quasi 100 chilometri quadrati in più tra il primo gennaio e il 28 marzo 2024. È l’analisi contenuta nell’ultimo rapporto dell’Institute for the study of war (Isw), il think tank con sede a Washington che fornisce rapporti e approfondimenti in ambito militare e in materia di affari esteri. «Le opportunità di sfruttare le vulnerabilità ucraine si amplieranno con il persistere della carenza di armamenti», scrive l’Isw. «L’arrivo di assistenza occidentale sufficiente e regolare ridurrebbe queste opportunità per le forze russe».

La tattica

In base allo scenario tracciato dagli esperti dell’Istituto, le forze ucraine hanno rallentato il ritmo dell’avanzata russa a ovest di Avdiivka, nel Donetsk, e il Cremlino ha ottenuto solo guadagni tattici marginali lungo altre linee del fronte. Ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky mette in guardia: le forze di Kiev al momento non sono in grado di difendersi dalla probabile offensiva di Mosca prevista tra maggio e giugno 2024. La tattica russa, precisa l’Isw, sembra mirare a costringere l’Ucraina a dare fondo a tutto il suo materiale bellico che potrebbe accumulare in vista del prossimo massiccio attacco. La scarsità di armi e munizioni di cui soffre Kiev potrebbe costringere i vertici militari a dare priorità all’utilizzo delle proprie risorse limitate nei settori critici del fronte, aumentando il rischio di un’avanzata russa altre aree e rendendo la linea di contatto più fragile di quanto appaia, «nonostante l’attuale ritmo relativamente lento delle forze russe».

Funzionari ucraini e occidentali, segnala l’Isw, reiterano gli allarmi per la grave carenza di missili di difesa aerea che si prospetta per i prossimi mesi. «L’ulteriore degrado dell’ombrello di difesa aerea dell’Ucraina non solo ne limiterebbe la capacità di proteggere punti critici nelle retrovie, ma consentirebbe all’aviazione russa incursioni sicure lungo la linea del fronte», rimarcano gli analisti. Questa libertà di movimento determinerebbe «l’aumento in modo significativo degli attacchi con bombe plananti su larga scala e di operazioni aeree su larga scala contro la logistica e le città ucraine nelle retrovie con effetti devastanti». Una difesa aerea ucraina più ampia e più stabile, rileva l’Isw, «negherebbe alle forze russe queste opportunità». Zelensky ha dichiarato ieri che «da cinque a sette sistemi di difesa aerea Patriot aggiuntivi avrebbero consentito all’Ucraina di proteggere i centri abitati, gli impianti industriali e l’esercito ucraino». Kiev, concludono gli analisti, «potrebbe superare queste vulnerabilità se ricevesse tempestivamente l’assistenza militare statunitense».

Le minacce

Nel frattempo Putin ha tentato di spaventare i Paesi della Nato affinché non forniscano all’Ucraina i caccia F-16 e di dissuadere l’Occidente da ulteriori impegni finanziari per la sicurezza dell’Ucraina. Il presidente ha dichiarato che Mosca abbatterà gli F-16 proprio come ha distrutto l’equipaggiamento militare già fornito e ha minacciato che la Russia prenderà di mira gli aeroporti dell’area Nato se l’Ucraina dovesse utilizzarli per i suoi attacchi. «Queste affermazioni, presentate in modo sensazionalistico, sono in realtà ovvie: naturalmente le forze russe cercheranno di distruggere l’equipaggiamento militare ucraino di qualsiasi tipo e naturalmente la Russia considererà illegittime le basi da cui tali forze conducono operazioni militari. Questa è la guerra», afferma l’Istituto.

«Tali dichiarazioni non meritano attenzione, Putin le usa per ottenere importanti effetti propagandistici». Intanto gli attacchi di droni ucraini contro le raffinerie di petrolio in Russia stanno costringendo Mosca a importare benzina dalla Bielorussia. Reuters ha riferito il 27 marzo che il Cremlino ha aumentato significativamente le importazioni di benzina da Minsk nel mese di marzo a causa di riparazioni non programmate nelle raffinerie di petrolio a seguito degli attacchi di droni ucraini. L’agenzia di stampa calcola che la Russia ha importato 3.000 tonnellate di benzina dalla Bielorussia nella prima metà di marzo rispetto alle 590 tonnellate di febbraio e contestualmente ha vietato le esportazioni di benzina all’inizio di marzo per stabilizzare i prezzi interni. «Il significativo aumento delle importazioni bielorusse suggerisce che le raffinerie russe operative potrebbero non essere in grado di impedire l’aumento dei prezzi nazionali della benzina - segnala l’Isw - Gli attacchi di droni ucraini contro le raffinerie di petrolio hanno compromesso in modo significativo la capacità di raffinazione della Russia e probabilmente avranno un impatto sulle esportazioni russe di prodotti petroliferi e sui prezzi interni di questi beni».

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