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Russia, come è cambiata la tattica di guerra: dai missili Kinzhal all'Oreshnik, dai carri armati sovietici ai droni. L'evoluzione

3 giorni fa 3
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L’esercito russo ha subito più di 1.500 morti e feriti nel solo mese di novembre. Lo ha rivelato un rapporto dell’intelligence britannica, che ha anche messo in guardia sugli sforzi di Mosca per attirare nuove reclute cancellando i debiti di chi si arruola a partire da questo dicembre, con un limite massimo di 10 milioni di rubli (circa 92 mila euro). L’analisi indica che più di 760 mila militari russi sono stati uccisi o feriti dall’inizio dell’invasione, 1.523 solo a novembre. A quasi tre anni dall’invasione su vasta scala dell’Ucraina, l’esercito di Mosca ha subito duri colpi, ma ha comunque investito risorse ricostituire le proprie forze militari impegnate a combattere in prima linea.

Nuove tecnologie

Kiev è riuscita a mettere a dura prova la flotta nemica nel Mar Nero, costringendo il Cremlino a rinunciare alla possibilità di utilizzare le basi nella penisola dell’annessa Crimea. La guerra, che ha permesso ala Federazione di ottenere significativi conquiste nell’Ucraina orientale durante il 2024, è costata cara alle forze di terra russe e secondo i numeri di Kiev più di 780.000 soldati sono stati uccisi o feriti da febbraio 2022, bilancio superiore a quello stilato dall’intelligence della Gran Bretagna. Le stime occidentali sono leggermente inferiori, ma concordano con le valutazioni ucraine secondo cui le perdite di Mosca hanno raggiunto il picco massimo questo autunno e durante l’inverno: a inizio di dicembre il governo di Kiev ha dichiarato che la Russia aveva perso tre miliardi di dollari in armi ed equipaggiamenti nel mese precedente. Tuttavia le sue flotte navali restano in gran parte indenni, sebbene l’Ucraina abbia preso di mira la Marina russa nel Mar Baltico e nel Mar Caspio con azioni di sabotaggio e nel Mar Caspio. Quanto all’Aeronautica, ad aprile l’esercito americano in Europa ha affermato che la Russia aveva perso solo circa un decimo della sua forza aerea in Ucraina, mantenendo intatto il proprio potenziale nei mezzi a lungo raggio. Per compensare le perdite, il Cremlino ha messo sotto pressione la propria industria bellica ed è riuscito a sostituire gran parte delle attrezzature distrutte, benché gli esperti occidentali mettano in dubbio la qualità dei nuovi mezzi. Per Mosca, come sottolinea Newsweek in un approfondimento, la guerra è stata l’occasione per testare nuove tecnologie, operazione favorita dai cospicui finanziamenti: il quaranta per cento della spesa pubblica del Paese è infatti destinato alle forze armate.

I missili

Nelle prime settimane di guerra, la Russia ha dichiarato di avere utilizzato per la prima volta il suo missile Kinzhal in un attacco a un deposito di armi nell’Ucraina occidentale. Noto anche come “Dagger”, il Kinzhal è un missile balistico ipersonico ampiamente utilizzato contro Kiev, è una delle armi di nuova generazione svelate dal presidente Vladimir Putin nel 2018 e viene solitamente lanciato da jet da combattimento Mig-31 modificati. Quasi due anni dopo, all’inizio del 2024, gli analisti ucraini hanno annunciato che Mosca utilizzava un nuovo missile, lo Tsirkon. Un funzionario russo ha affermato a metà del 2022 che Mosca aveva terminato i test sul missile ipersonico, in grado di viaggiare almeno cinque volte oltre la velocità del suono, noto anche come Zircon. L’elaborazione più recente ha fatto la sua comparsa a novembre 2024, quando la Russia ha lanciato un nuovo missile balistico ipersonico a raggio intermedio contro una struttura di difesa ucraina nella regione di Dnipro. Si tratta dell’Oreshnik, che può viaggiare a dieci volte la velocità del suono, ovvero Mach 10, ma i funzionari ucraini hanno affermato che il missile che ha colpito Dnipro ha raggiunto Mach 11. Putin ha anticipato a metà dicembre che la Federazione avrebbe iniziato la produzione in serie dell’Oreshnik per «proteggere la sicurezza della Russia e dei nostri alleati».

I carri armati

Nei primi mesi dell’invasione, la Russia ha perso un numero significativo di carri armati e veicoli blindati. In base ai numeri diffusi dal think tank britannico International Institute for Strategic Studies a febbraio 2024, Mosca ha lasciato sul campo più di 3.000 carri armati in Ucraina, quindi è stata costretta a fare affidamento su mezzi e veicoli blindati provenienti dalle sue vaste scorte dell’era sovietica e a rispolverare l’equipaggiamento custodito nei depositi. Compresi pezzi da collezione: Mosca si è rifornita di carri armati prelevati dai musei e ha imbottito di esplosivi veicoli antiquati per lanciarli contro il nemico. Il mese scorso il Cremlino ha pubblicato il resoconto di un incontro tra Putin e il capo del principale studio cinematografico russo, documento nel quale il direttore spiega che lo studio ha inviato all’esercito circa trenta carri armati T-55, otto carri armati PT-76 dell’era sovietica, oltre ad alcuni veicoli da combattimento per la fanteria e camion per sostenere lo sforzo bellico. «Sapevo che ne avevano bisogno, quindi ho contattato il ministero della Difesa e ho consegnato i mezzi», ha detto al leader russo Karen Shakhnazarov, storico direttore della Mosfilm. Ora però le scorte sono finite e la Federazione ha annunciato di avere aumentato in modo massiccio la produzione di nuovi veicoli blindati e carri armati. Gli esperti occidentali sono scettici sul livello di qualità, tuttavia da febbraio 2022 Ucraina e Russia hanno compiuto enormi progressi tecnologici, in particolare per quanto riguarda i droni. Un’evoluzione attentamente monitorata dalla comunità internazionale, consapevole di come la tecnologia senza pilota abbia rimodellato la guerra.

I droni

Mosca, come Kiev, utilizza un’ampia gamma di droni che vengono aggiornati e modificati anche nel giro di poche settimane. Questi mezzi sono versatili e preziosi sia nelle fasi di ricognizione, sia negli attacchi alle posizioni ucraine. Tra i droni russi più comuni vi sono i velivoli d’attacco senza equipaggio Shahed progettati dall’Iran, da tempo impiegati da Mosca contro l’Ucraina. Emettono un caratteristico ronzio e sono relativamente facili da abbattere per i soldati ucraini una volta individuati, tuttavia l’identificazione nono è semplice: Mosca ha aggiornato più volte il modello, anche dipingendolo di nero per gli attacchi notturni. Tendenza comune per entrambi i fronti in guerra è l’abbandono dei costosi droni autonomi, privilegiando un numero elevato di velivoli economici che possono essere «assemblati in fretta, schierati e persi con altrettanta rapidità», sottolinea a Newsweek Samuel Bendett della Cna, organizzazione non profit con sede a Washington per la ricerca e l’analisi. Aggiungendo che Mosca e Kiev stanno facendo affidamento sempre più spesso su droni controllati tramite fibra ottica per contrastare la guerra elettronica. La Russia sta ancora recuperando terreno in alcuni settori dei sistemi senza pilota, come i droni di superficie, quelli terrestri e multirotore pesanti, «ma è fortemente impegnata nello sviluppo, coinvolgendo le industrie private», rimarca Bendett. E seguendo l’esempio dell’Ucraina, il Cremlino ha annunciato che entro il terzo trimestre del 2025 istituirà una divisione militare dedicata ai droni.

Tattiche e struttura

Le tattiche e la strategia militare della Russia si sono evolute in diverse fasi della guerra, ma gli esperti affermano che Mosca predilige attacchi guidati dalla fanteria, impiegando un numero elevato di soldati per sopraffare le difese nemiche. «La Russia ha iniziato questa guerra basandosi su un retaggio di stampo sovietico, dalle tattiche agli armamenti», spiega a Newsweek Andrii Ziuz, ex amministratore delegato del National Security and Defense Council dell’Ucraina e attuale responsabile della tecnologia presso la società londinese Prevail. «Ma sta imparando in fretta, cambiando le strategie e ottenendo successi grazie all’impiego dei droni e della guerra elettronica». La composizione dell’esercito russo è mutata e le perdite sono aumentate, con il Cremlino che ha lanciato campagne di reclutamento. Tuttavia Mosca è riuscita a riorganizzare le sue forze per rispondere alle esigenze di breve termine in Ucraina e definire gli scenari di lungo periodo ampliati all’orizzonte della Nato. Mosca ha indetto una mobilitazione parziale a settembre 2022, unica azione di reclutamento su vasta scala indetta dal Cremlino dall’inizio della guerra, richiamando i riservisti. E ha fatto ricorso anche a compagnie militari private, sebbene il progetto sia stato accantonato dopo la morte di Yevgeny Prigozhin, leader dell’influente Gruppo Wagner, e il suo fallito ammutinamento contro il Cremlino a metà 2023.

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