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La rigidità del coprifuoco notturno dell’aeroporto di Berlino ha causato un fenomeno decisamente bizzarro capace di sollevare non poche perplessità: il volo Ryanair FR2501, partito da Gran Canaria e diretto a Berlino, è stato costretto a deviare verso Hannover a un solo minuto dal toccare terra, con grande frustrazione dei passeggeri e polemiche sul rigore delle regole aeroportuali.
Cosa è successo?
Il volo, operato da un Boeing 737 MAX 8-200 (9H-VUR), doveva partire alle 16:50 e arrivare a Berlino alle 22:50, con una durata stimata di cinque ore. Tuttavia, un ritardo iniziale di circa 90 minuti ha compromesso i piani: l’aereo è decollato alle 18:40, rendendo sempre più difficile rispettare il coprifuoco di mezzanotte, un limite imposto per contenere l’inquinamento acustico e ambientale nell’area circostante lo scalo.
I piloti hanno fatto il possibile per guadagnare tempo, riuscendo a raggiungere Berlino con un’eccezionale rapidità. Tuttavia, nonostante gli sforzi, l’aereo è arrivato sull’aeroporto con appena un minuto di margine. Alle 23:59, l’equipaggio aveva già iniziato la fase di atterraggio: il carrello era stato dispiegato e l’aereo era sceso a soli 410 metri di altezza, pronto a toccare la pista.
Ma con lo scoccare della mezzanotte, la torre di controllo ha ordinato al velivolo di risollevarsi, negando il permesso di atterraggio.
A quel punto, il volo è stato dirottato verso l’aeroporto di Hannover, situato a 162 miglia di distanza, uno scalo aperto 24 ore su 24. L’aereo è atterrato lì alle 00:36. Da Hannover, i passeggeri sono stati trasferiti a Berlino in autobus, affrontando un ulteriore viaggio di tre ore, che ha prolungato notevolmente la loro già estenuante giornata.
Regole troppo rigide?
L’episodio ha riacceso il dibattito sulla rigidità del coprifuoco notturno di Berlino. Le autorità aeroportuali giustificano questa regola con la necessità di tutelare la qualità della vita dei residenti e di ridurre le emissioni inquinanti. Tuttavia, molti si chiedono se non sarebbe opportuno adottare un approccio più flessibile, soprattutto in casi eccezionali come questo.
Se l’intenzione è ridurre le emissioni e il rumore, costringere un aereo già in fase di atterraggio a riaccelerare, risalire di quota e volare per ulteriori 260 km, appare una soluzione controproducente, rischiando di annullare del tutto il beneficio ambientale legato al coprifuoco.
Non si tratta di un caso isolato. Nel luglio 2024, un volo Eurowings da Alicante a Berlino si era trovato in una situazione simile: l’aereo, un Airbus A321, era sceso a soli 90 metri di altezza prima che la torre di controllo ordinasse di risollevarsi per rispettare il divieto. All’epoca, un passeggero aveva riferito che il pilota aveva annunciato di aver mancato il permesso di atterraggio per appena dieci secondi.