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Purtroppo è un dato di fatto: nonostante i passi in avanti, nel 2025 il tema della salute mentale continua a essere una questione molto sottovalutata, se non stigmatizzata, soprattutto quando si parla di giovani. Troppa ancora la vergogna; la pressione sociale e la distorsione di un fenomeno la cui entità, colpevolmente, spesso viene sminuita. “Dallo psicologo ci vanno solo i matti“. Oppure “Gli psicofarmaci sono sempre pericolosi“. Come se tutte le terapie farmaceutiche del mondo non avessero effetti collaterali; o come se non ci fossero dosaggi e terapie specifiche in base alla singola patologia.
Questo clima di oscurantismo ha generato molta ignoranza e inconsapevolezza su un problema che invece c’è, e continua a crescere in modo preoccupante. Infatti, gli anni di crisi sociale, climatica, geopolitica e della pandemia di COVID non hanno fatto altro che accentuare una criticità già dirimente da tempo.
Salute mentale e giovani | boom di consulenze psicologiche e psichiatriche negli ospedali pediatrici

Nel mondo, circa 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni soffre di un disturbo mentale diagnosticato. In Europa i minori che soffrono di un problema di salute mentale sono più di 11 milioni. In Italia, la tendenza non è diversa: le cifre si aggirano addirittura sui 2 milioni (quasi 1/4 di tutto il continente).
Lo scorso novembre, in occasione della giornata internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza, il professor Stefano Vicari (responsabile della neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Ospedale pediatrico di Roma “Bambino Gesù”) ha dichiarato: “Negli ultimi 10 anni le consulenze neuropsichiatriche presso il pronto soccorso dell’Ospedale sono aumentate del 500%”. Si tratta del passaggio da 1 consulenza ogni giorno e mezzo di media a circa 4.
Un’emergenza soprattutto femminile
Quest’incremento è stato oggetto di un’impennata decisiva soprattutto nel periodo successivo alla pandemia di COVID-19, con tutte le sue conseguenze deleterie a livello sociale (su tutte i prolungati periodi di Lockdown). Non a caso, l’ospedale pediatrico di Genova “Gaslini” ha dato notizia di una crescita esponenziale dei ricoveri per disturbi psichiatrici negli adolescenti, passati dai 72 del 2019 ai 270 del 2022. In particolare, preoccupa il trend relativo alle pazienti di sesso femminile, aumentate dal 46% fino al 73% del totale dei ricoveri.
Questa tendenza è confermata anche dai dati pubblicati dal “Bambino Gesù”. Nel 2022, gli accessi di adolescenti di sesso femminile per una consuluenza psichiatrica sono stati quasi il triplo di quelli fatti dai maschi.


Questi numeri non possono lasciare indifferenti. In generale, ma forse soprattutto in un paese, il nostro, dove i giovani vengono sminuiti a trascurati sotto tanti punti di vista. Dove nel momento storico in cui la disoccupazione è ai minimi termini (novembre 2024: 5,7%), i giovani compongono quasi il 20% dei cittadini senza lavoro. Dove costruirsi una vita sta diventando sempre più difficile, a fronte di un mercato professionale in cui i salari continuano ad abbassarsi (specie in confronto col resto d’Europa).
Una nazione dove, infine, troppe volte si parla male delle nuove generazioni, senza riconoscere i loro disagi: figli di un mondo in cui ci sono problemi di Serie A e problemi di Serie B; in cui tutto e tutti sono misurabili secondo il canone moderno della performance a tutti i costi. Questo approccio, rispetto al tema della salute mentale, non può essere accettato né tollerato. E restare indifferenti, sarebbe ancora più delittuoso.