ARTICLE AD BOX
TRENTO. Due londinesi risultano dispersi da sei giorni nel gruppo dell'Adamello, nel Trentino occidentale. Si chiamano Aziz Ziriat e Sam Harris, hanno 36 e 35 anni. Arrivati in Italia, all'aeroporto di Verona, il 29 dicembre scorso, avevano programmato delle escursioni di bivacco in bivacco, staccando dalla quotidianità. Hanno festeggiato l'arrivo del nuovo anno in quota, davanti al fuoco, bevendo vino rosso, come documentato dalle foto inviate ai familiari. L'ultimo messaggio di Aziz alla fidanzata è delle 14.18 del primo gennaio, con un suggestivo scatto del Corno Alto. «Ho il telefono quasi scarico» l'aveva avvisata. Dalle 17 dello stesso giorno i telefoni di entrambi risultano muti. E lunedì 6 non si sono presentati in aeroporto a Verona per imbarcarsi sul volo prenotato. «Sono entrambi esperti, speriamo siano bloccati in qualche bivacco» è la speranza dei parenti.
Le operazioni di soccorso
Le ricerche sono iniziate ieri, 7 gennaio, rese difficili dalle pessime condizioni meteo e dal rischio valanghe. La neve caduta copiosa la notte prima purtroppo non ha aiutato: troppo rischioso per gli operatori salire in quota via terra. Non c’erano gli standard di sicurezza. E la nebbia e la scarsa visibilità non hanno concesso all'elicottero di effettuare un sorvolo dall'alto: il tentativo è stato vano. Le vaste operazioni di ricerca sono riprese questa mattina, con un meteo più clemente. Mobilitati decine di uomini tra militari del Soccorso alpino della Guardia di Finanza, Soccorso Alpino e Speleologico Trentino, Carabinieri e Vigili del Fuoco, questi ultimi anche con i droni. Le indagini di militari dell'Arma e Fiamme Gialle hanno accertato che i due amici si trovavano al bivacco Malga Dosson in Val San Valentino, alla base della parete sud del Carè Alto. In particolare, dall'ultima traccia estratta da remoto da uno dei cellulari dei due, risulta che il pomeriggio del 1° gennaio si trovavano a quota 2600 metri, sul percorso tra il bivacco Malga Dosson e il rifugio Carè Alto dove volevano fare tappa (in questo periodo è aperto solo il bivacco). Ed è proprio qui, a 2600 metri, che si stanno concentrando le ricerche. E sul percorso che i due avrebbero dovuto seguire. A quanto ricostruito i due londinesi da lì sarebbero tornati indietro al Dosson, a recuperare gli zaini con l’attrezzatura, quindi avrebbero proseguito dalla parte opposta, fino al rifugio Trivena, in Val Breguzzo, dove avevano prenotato per dormire la notte del 3 gennaio. Ma non ci sono arrivati. Tanta l'apprensione di parenti e amici, che hanno lanciato anche degli appelli sui social: «Aiutateci a trovarli, chi ha informazioni ci contatti». Un messaggio è stato postato sui propri canali social anche dal Crystal Palace Football club: Ziriat è infatti nello staff della fondazione benefica della squadra di calcio che si chiama Palace for Life, mentre l'amico Sam lavora per una ditta di antiquariato.
I famigliari: “Viaggiavano scollegati da tutto”
Questa mattina Rebecca Dimmock, la fidanzata di Ziriat, è arrivata in Trentino assieme a un amico, Saf Suleyman, per seguire da vicino le ricerche. Alla BBC la giovane ha detto che i due «Volevano fare un’escursione per Capodanno. Volevano andare di bivacco in bivacco nelle Dolomiti. Durante l’escursione volevano scollegarsi da tutto, quindi non era affatto strano che non si facessero sentire - le sue parole - Credo che volessero trascorrere alcune notti in mezzo alla natura, all’aria aperta. Hanno tutta l’attrezzatura e hanno già fatto escursioni in passato. Ma volevano anche entrare nei rifugi, accendere il fuoco e bere vino rosso perché era Capodanno, cosa che hanno fatto, perché a un certo punto Aziz mi ha mandato un messaggio e una foto di lui mentre stava portando un tronco su per la montagna fino a uno dei bivacchi», ha detto Dimmock.
"Bisogna controllare tutti i bivacchi”
La donna ha aggiunto: «So che sono arrivati al bivacco e che stavano bevendo vino rosso, ma lui ha detto che si gelava». L'ultimo messaggio è delle 14.18 del primo gennaio. «Mi ha mandato alcune foto delle montagne e un paio di sé stesso – ha raccontato la donna – Poi mi ha avvisato che il suo telefono stava per scaricarsi, ma che mi avrebbe risposto al più presto». Qualche ora dopo, il telefono di Ziriat non riceveva più i suoi messaggi. «A quel punto il suo telefono era evidentemente morto, oppure era fuori portata», ha detto Saf Suleyman, amico della coppia, che poi ha aggiunto: «Partiremo presto e voleremo in Italia per essere sul posto e aiutare nelle ricerche. Non andremo in montagna, vogliamo essere in città a coordinarci con le autorità locali». Dimmock ha già dato indicazioni: «Abbiamo un’idea del percorso che stavano facendo. Sarebbe opportuno controllare tutti i bivacchi lungo il percorso, perché potrebbero essere letteralmente seduti nelle loro case innevate, ad aspettare che passi».