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San Valentino, festa dell'amore. Un'occasione per raccontare anche come gli animali si innamorano, si corteggiano, decidono di mettere su famiglia e crescere i figli e soprattutto quanto la componente sessuali sia importante nella loro vita da monogami, bigami o omosessuali, o meglio, iso-sessuali, un termine coniato dal professore Aldo Poiani dell'Università di Cambridge che in “Animal Homosexuality - A Biosocial Perspective” lo usa per indicare l’omosessualità nel resto delle specie viventi e non nell’uomo. Questo in quanto il suffisso "omo" che sta ad indicare “uguale”, per assonanza spesso è recepito come “homo” in riferimento all'Homo sapiens e per questo motivo Poiano lo ha sostituito con “iso”.
In questo Magazine raccontiamo la vita sentimentale di primati come i bonobo, a cani e lupi, gatti ma anche istrici, uccelli come albatros e pinguini, e mare la storia del cavalluccio marino con il contributo di professori, ricercatori ed esperti che ogni giorno studiano i loro comportamenti. Ma è solo un piccolo spaccato della moltitudine di comportamenti affettivi e amorosi che riscontriamo fra gli animali. In una natura che non andrebbe considerata solo maestra di vita o di etica, ma neanche utilizzata per escludere, in quanto proprio la natura include tutto ed il contrario di tutto e non è contro nessuno. Buon San Valentino
Il bonobo, la sessualità tra femmine una risorsa sociale potente
Il comportamento socio-sessuale dei bonobo, primati stretti parenti degli esseri umani, rappresenta un aspetto straordinariamente affascinante e complesso delle loro dinamiche sociali. Lo spiega la professoressa Elisabetta Palagi, etologa dell'Università di Pisa
"Lungi dal ridursi a un atto riproduttivo - evidenza Palagi - nei bonobo la sessualità diventa una risorsa sociale potente, utilizzata per risolvere conflitti, consolidare alleanze e rafforzare i legami tra gli individui. Questa caratteristica offre un'importante lezione su come la sessualità possa andare ben oltre la funzione biologica della riproduzione, diventando un vero e proprio strumento di investimento sociale. Le femmine di bonobo giocano un ruolo particolarmente rilevante in questa dinamica, con interazioni sessuali tra di loro che sono fondamentali per il rafforzamento delle alleanze. Un esempio emblematico è il genito-genital rubbing, un comportamento che implica lo strofinamento delle vulve tra femmine. Questi atti sessuali, che avvengono al di fuori di qualsiasi contesto riproduttivo, non solo intensificano i legami di cooperazione tra le femmine, ma spesso permettono loro di acquisire una posizione dominante all'interno del gruppo, superando anche i maschi in termini di potere sociale. Questo fenomeno evidenzia come la sessualità nei bonobo sia intrinsecamente legata alla gestione dei rapporti di potere e alla costruzione di una rete sociale che promuove l'armonia e la cooperazione. Durante questi incontri ravvicinati, le due femmine spesso di guardano negli occhi emettendo espressioni facciali simili al sorriso. Questi scambi di sguardi sembrano prolungare le interazioni sessuali".
Dal punto di vista evolutivo, questo comportamento può sembrare curioso, ma rappresenta una strategia adattativa molto efficace. "In un ambiente dove le risorse naturali sono spesso limitate e la competizione per il cibo e lo spazio è accesa - dice sempre Palagi - la cooperazione tra membri del gruppo è essenziale per la sopravvivenza. I bonobo, infatti, si distinguono per la loro capacità di risolvere conflitti senza ricorrere frequentemente alla violenza, utilizzando il contatto sessuale come un meccanismo per abbassare l'aggressività e promuovere relazioni pacifiche. Questo comportamento contribuisce a mantenere il gruppo coeso e stabile, un fattore cruciale in un contesto in cui le difficoltà esterne potrebbero minacciare la sopravvivenza collettiva".
Interessante è anche notare che nei bonobo le interazioni sessuali non sono legate al periodo recettivo delle femmine. "Avvengono frequentemente - conclude Palagi - e in vari contesti sociali. Non solo tra maschi e femmine, ma anche tra individui dello stesso sesso. Questo approccio universale alla sessualità come strumento di interazione sociale mostra una sorprendente flessibilità nelle dinamiche sociali dei bonobo. Ogni atto sessuale è un investimento nel legame sociale che rende il gruppo più forte e più resistente alle sfide dell'ambiente circostante".
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La storia d'amore di Slavc e Giulietta
Il cane è da sempre considerato il simbolo di una fedeltà incondizionata. Selezionato nei secoli per la cooperazione, sviluppa un forte attaccamento verso la sua famiglia umana, esprimendo il proprio affetto attraverso gesti di protezione e, a volte, dipendenza emotiva. "Per quanto riguarda invece le relazioni tra cani - spiega l'etologo Andrea Sommese dell'Università veterinaria di Vienna - la dinamica è ben diversa. Trattandosi comunque di animali sociali, in condizioni semi-naturali tendono a vivere in branco. I cani selvatici formano gruppi sociali spesso guidati da una femmina dominante, che si circonda di diversi maschi. I più forti hanno maggiore possibilità di accoppiarsi e proteggere la prole, che nei contesti più favorevoli viene cresciuta collettivamente. Il lupo, invece, vive un amore più pragmatico ma intenso, simile a quello umano. I legami all’interno del branco sono fortissimi e spesso durano tutta la vita. Il rapporto tra i partner si basa su collaborazione, fiducia e una comunicazione complessa fatta di sguardi, posture e vocalizzazioni. L’amore tra lupi non è solo romantico, ma rappresenta un elemento essenziale per la coesione e la sopravvivenza del gruppo".
Una delle storie più affascinanti sui lupi in Italia è quella di Slavc e Giulietta. La racconta proprio il professor Sommere. "Slavc, un lupo proveniente dalla Slovenia, ha percorso centinaia di chilometri attraversando montagne e confini fino ad arrivare sui monti Lessini, in Veneto, dove ha incontrato Giulietta, una lupa solitaria. Tra loro è nata una coppia affiatata che ha poi dato la vita ad una nuova generazione di lupi". Oltre alla storia di Slavc e Giulietta, esistono altri casi simili nel mondo. Negli Stati Uniti, il lupo OR-7, soprannominato "Journey", ha percorso oltre 1.000 chilometri dall’Oregon alla California alla ricerca di una compagna, diventando il primo lupo avvistato in quello stato dopo quasi un secolo. Storie come queste dimostrano come l’amore tra lupi possa superare ostacoli naturali e geografici, contribuendo alla formazione di nuove famiglie e al ripopolamento di territori da cui questi animali erano scomparsi.
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In mare tra lunghi corteggiamenti e sesso a distanza
La sessualità trova in mare modi e forme straordinari ed unici. "Negli organismi marini - spiega Luigi Musco, il professore di zoologia dell'Università del Salento e membro del National Biodiversity Future Center - la tipologia di rapporto tra i partner varia da specie a specie, passando da casi in cui maschi e femmine non si incontrano nemmeno, a casi opposti, con maschio e femmina che vivono associati in una relazione simbiotica. Il primo caso è piuttosto comune in mare. Qui, infatti, a differenza di ciò che accade sulla terra ferma, esistono animali che vivono perennemente attaccati al fondale: coralli, spugne, briozoi, molti molluschi e tanti altri ancora non possono spostarsi per raggiungere il partner, che non incontreranno mai, ed affidano le loro speranze di riproduzione al caso, rilasciando i gameti (spermatozoi e uova) direttamente nell’acqua, spesso coordinandosi col ciclo lunare. Il caso opposto è quello di alcuni altri invertebrati, come Bonellia viridis, un organismo dal colore verde brillante che vive rintanato tra le rocce, allungando una sorta di proboscide verso l’esterno per catturare le particelle di cibo di cui si nutre: è curioso sapere che tutti gli organismi di questa specie che vediamo a occhio nudo sono esclusivamente femmine, perché il maschio è minuscolo e vive attaccato al corpo delle femmina come una sorta di parassita, protetto dalla compagna.
Anche il corteggiamento assume forme peculiari in mare. "Molti pesci maschi - sottolinea il prof-. Musco - vocalizzano sott’acqua, anche rumorosamente, per attirare le femmine o scoraggiare i rivali, ed il corteggiamento tra i partner può essere complesso e lungo, con rituali e danze che consolidano il rapporto e si concludono con l’accoppiamento. Quindi, qualcosa di simile a ciò che siamo abituati a vedere in molti animali terrestri, ma anche qui le sorprese non mancano: il lungo ed elaborato corteggiamento tra cavallucci marini si conclude con una forma di accoppiamento del tutto inusuale, perché non è il maschio a trasferire il proprio liquido seminale nel corpo della femmina, ma esattamente il contrario. È la femmina, infatti, che trasferisce le uova in una sacca ventrale del maschio dove vengono fecondate e, gli embrioni accuditi fino ad una sorta di “parto” paterno, con il maschio che con contrazioni della muscolatura ventrale “mette alla luce” i piccoli cavallucci".
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I gatti, poligami e dalle complesse emozioni
I gatti hanno un sistema di accoppiamento poligamo. Questo significa che sia le femmine che i maschi si accoppiano con più partner. Immaginate una sorta di "famiglia allargata" dove la paternità e la maternità non sono sempre facilmente identificabili. Che si tratti di amore o di legami - come preferiscono definirli alcuni ricercatori - poco importa. "L'importante - spiega la dottoressa Stefania Uccheddu, veterinaria della clinica San Marco di Padova - è riconoscere che i gatti siano in grado di provare emozioni complesse e di costruire dinamiche sociali".
C'è poi la storia di Matisse - racconta Uccheddu - che tra il 2023 e il 2024, ogni giorno, usciva dalla sua gattaiola, andava a prendere la sua compagna gatta randagia dalle campagne veronesi antistanti, la faceva entrare sempre dalla gattaiola per accompagnarla dentro casa e farle mangiare il suo pasto per poi riaccompagnarla al termine della cena. Aspettiamo la scienza per capire questo comportamento ma per adesso ci piace leggere la sua storia così, come se fosse Amore.
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Lassù nei cieli, quando l'amore non vola via
Il corteggiamento può essere un momento episodico durante la vita di un uccello oppure una lunga fase ciclica della sua biologia riproduttiva, e questo accade per la quasi totalità delle specie degli uccelli, accompagnata da fasi di intensa competizione e seduzione. "Nella maggioranza dei casi - spiega l'ornitologo Rosario Balestrieri della Stazione Zoologica Anton Dohrn - CRIMAC - sono i maschi, spesso più vistosi e dalle notevoli capacità canore, a mettere in mostra le loro migliori qualità per attrarre una compagna. Le parate nuziali sono un elemento distintivo del corteggiamento, con movimenti sincronizzati, danze elaborate e piumaggi sgargianti. La colorata e pesante coda del pavone e le note articolate di decine di strofe del canto di un usignolo sono la diretta conseguenza di questo “romantico approccio” alla copula. Ci sono modi di corteggiare meno noti ma altrettanto efficaci, come ad esempio i doni nuziali, di solito una preda che serve a mostrare le abilità di caccia del partner, ma può essere anche un po’ di materiale di costruzione del nido, come un ciuffetto d’erba, un ramo o un nido quasi pronto".
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Una coppia di gruccioni - Foto di Giovanni Spinella per gentile concessione ad ANSA.it
Monogamia o poligamia? "Nel mondo degli uccelli esistono le tipologie di rapporto tra partner sono molto varie - risponde Balestrieri - Esiste la monogamia, con un legame di coppia esclusivo, ma anche la poligamia, con un maschio che si accoppia con più femmine o una femmina che si accoppia con più maschi. Entrambe sono diffuse, ma quella che maggiormente riscontriamo nelle strategie riproduttive degli uccelli è quella che vuole due partner per sempre insieme. Gli uccelli quindi preferiscono la monogamia! I campioni di longevità di coppia sono i procellariformi (albatros e berte) che possono festeggiare serenamente le nozze d’argento ma anche d’oro, superando i 50 anni insieme. Ma tra gli albatri di Laysan l'unione di due femmine è un fatto tutt'altro che raro con il 31% di coppie che stabilmente si prende cura di un pulcino, covando a turno le uova. Il legame tra queste 'mamme' è indissolubile e si protrae per tutta la loro esistenza. A turno, una sarà la madre biologica e l'altra la madre adottiva del piccolo. Altre specie monogame in cui si risconta la presenza di coppie iso-sessuali sono i pinguini, questa volta formate da due maschi che mostrano un forte istinto genitoriale, adottando uova abbandonate e prendendosi cura dei pulcini fino alla loro indipendenza. Questo comportamento, osservato in diverse specie di pinguini, non è legato alla mancanza di femmine, come dimostrato da vari esperimenti fatti negli zoo. Infatti le coppie di maschi sono state separate e ognuno "affiancato" a delle femmine, senza che questo portasse a cambiamenti nel loro orientamento.
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L'istrice, fedeltà eterna senza mai annoiarsi a letto
L'istrice si accoppia durante tutto l'anno senza fini riproduttivi. Inoltre, la specie è monogama e i padri si occupano dei piccoli, che possono nascere in qualsiasi mese, con un picco a febbraio, mentre le madri si dedicano alla ricerca di cibo. Il team di ricerca coordinato da Emiliano Mori (CNR IRET) ha raccolto i primi dati su istrici in libertà, studiando le loro cucciolate: il 59% con un solo piccolo, il 32% con gemelli e il 9% con tre cuccioli. Oltre al picco di febbraio, un'altra concentrazione di nascite si verifica a ottobre. Secondo gli studiosi, il picco riproduttivo autunnale coincide con il periodo delle brevi piogge nell'Africa sub-sahariana e l'inizio delle piogge autunnali in Italia, favorendo la ricrescita della vegetazione in entrambi gli habitat. Il picco di febbraio, invece, corrisponde a pieno inverno in Italia, caratterizzato da nevicate e basse temperature, mentre in Africa sub-sahariana anticipa di circa un mese l'inizio delle grandi piogge, un momento cruciale per i cuccioli che escono dalla tana per la prima volta.
"Un aspetto interessante emerso del comportamento dell’istrice - sottolinea il dottor Mori - è la collaborazione tra i genitori nella cura dei piccoli. Durante i primi due mesi di vita, entrambi i partner si alternano nella sorveglianza della prole, particolarmente vulnerabile ai predatori poiché gli aculei sono ancora corti e morbidi. Questo comportamento è piuttosto raro tra i mammiferi, dato che oltre il 95% delle specie è poligamo e i maschi di solito partecipano poco o nulla all'allevamento della prole. Le cure paterne nei mammiferi sono poco frequenti e si manifestano maggiormente con l'aumento della certezza della paternità e quindi con la monogamia. Tra i roditori, solo il 6% dei generi presenta cure maschili, ma gli istrici formano coppie permanenti e condividono la tana con la prole, rafforzando così il legame familiare. Solo alcuni roditori monogami, come gli istrici, mostrano un comportamento socio-sessuale frequente anche al di fuori del periodo fertile, con interazioni che includono strofinamenti e annusamenti prima della copula. Studiare la riproduzione degli istrici in natura è particolarmente difficile a causa della loro abitudine di trascorrere gran parte del tempo in tane sotterranee e della loro natura notturna".
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