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La ministra del Turismo Daniela Santanchè è arrivata oggi, in mattinata, alla direzione di Fratelli d'Italia, organizzata in un centro congressi in via Alibert, dietro la centralissima Piazza di Spagna a Roma. E lo ha fatto con l'animo di chi, dopo settimane di burrasca e non disposta a nessun passo indietro per il rinvio a giudizio per falso, si aspettava il pieno sostegno del suo partito. Seduta in prima fila, è rimasta in silenzio stampa sui numerosi grattacapi giudiziari che la riguardano, ultimo quello della decisione della Cassazione di far rimanere a Milano (e non a Roma) il processo che la vede indagata per truffa ai danni dello Stato. Ma chi si aspettava qualche sua dichiarazione o commento è rimasto a bocca asciutta.
Santanché alla direzione di FdI, il silenzio stampa e il commento via social: «Continueremo a lavorare uniti»
Insomma, la titolare del Turismo è arrivata (in ritardo) e andata via (in anticipo) dalla direzione di FdI in totale assetto "no comment", impermeabile alla tempesta che la travolge da giorni dentro e fuori il partito e alla folla di cronisti che l'ha accolta all'ingresso.
Sola esponente del governo a non prendere parola dal palco, Santanchè ha affidato le uniche esternazioni ai suoi canali social, dove ha pubblicato una foto che la ritrae seduta in prima fila accanto al senatore Castelli con questa descrizione: «Orgogliosi del percorso che stiamo facendo e della fiducia che ogni giorno gli italiani ci dimostrano. Continueremo a lavorare uniti per raggiungere traguardi sempre più ambiziosi».
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Niente riferimenti a possibili dimissioni o alle tensioni non esternate, ma piuttosto evidenti, che hanno cominciato a montare nei suoi confronti tra i Fratelli. Negli ultimi giorni, perfino una figura amica come quella del presidente del Senato La Russa, che l'ha sempre difesa, ha invitato la Santa a una riflessione. Ma lei, in un atteggiamento tra il determinato e lo sprezzante, ha comunque continuato a tirare dritta per la sua strada.
Consapevole che la possibilità del fuoco amico in FdI non è contemplata. Tra i colleghi di partito, riuniti in direzione, nessuno l'ha attaccata, ma di certo neanche difesa. Il responsabile dell'organizzazione di FdI Govanni Donzelli ha solo ribadito che «la fiducia la esprime il Parlamento» e che quella per il lavoro di Santanchè da parte del partito «non è mai venuta meno». Il riferimento è alla mozione di sfiducia presentata dal M5S e calendarizzata alla Camera per il prossimo 10 febbraio. Già ieri il capogruppo dei meloniani al Senato Lucio Malan aveva chiarito che FdI non voterà la sfiducia alla Pitonessa, che quindi continua a temporeggiare.
E oggi Donzelli stesso ha ribadito che «Santanché è un ottimo ministro che dal punto di vista del suo operato credo che sia impeccabile, nessuno ha mai avuto un dubbio». Sulle vicende giudiziarie, però, il discorso cambia, verrebbe da dire. E infatti in merito il gelo dei compagni di partito resta, malgrado le rassicurazioni. In sala oggi nessuno l'ha citata, in un silenzio di certo concordato che forse, però, nasconde pure qualche imbarazzo. E che è stato rotto sul finale solo dal viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli, che ha rivolto alla "Pitonessa" un saluto vedendola alzarsi per andare via. Semplici formalità, mentre il gelo rimane.