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Santanchè rischia il processo, indagata per la Cig sul Covid

9 mesi fa 15
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Nuova tegola per Daniela Santanchè. Dopo le accuse di falso in bilancio, ora è indagata anche per truffa aggravata ai danni dell'Inps, in qualità di amministratore delegato di Visibilia Editore e di Visibilia Concessionaria, cariche poi dismesse. E con lei è indagato anche il suo compagno Dimitri Kunz D'Asburgo e Paolo Giuseppe Concordia collaboratore esterno delle due società del gruppo, fondato dalla ministra del Turismo.

Santanchè annuncia che valuterà la situazione dopo l'udienza del gup in cui si deciderà se sarà o meno sottoposta al processo. Una valutazione che farà "per rispetto del Governo e del mio partito" non escludendo dunque, nell'ipotesi di un rinvio a giudizio, le sue dimissioni. La ministra inoltre sta vagliando la possibilità di consegnare ai magistrati "una memoria difensiva e l'ipotesi di essere ascoltata" conscia che "per la nostra Costituzione fino all'esito definitivo dei tre gradi di giudizio nessuno può essere considerato colpevole".

Già a luglio la ministra si era difesa in Parlamento respingendo con decisione tutte le accuse. Ora però con la nuova indagine, che si aggiunge a quella per falso in bilancio vicina alla chiusura, sono in molti tra i partiti di opposizione a chiedere con insistenza le sue dimissioni. Oggi, intanto, la procura di Milano ha notificato all'esponente di Fratelli d'Italia, ai suoi coindagati e alle due società, iscritte in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, l'avviso di conclusione di questo filone di inchiesta che fa parte di un 'pacchetto' più ampio che riguarda l'intera galassia societaria legata alla ex imprenditrice.

I pm Marina Gravina, Luigi Luzi e l'aggiunto Laura Pedio, che hanno delegato gli accertamenti al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza e si sono basati anche sull'esito di una ispezione dell'Istituto di Previdenza, sono arrivati a concludere che, dal maggio, 2020 al febbraio 2022, l'allora senatrice di Fdi, in concorso con il fidanzato e Concordia, avrebbe usufruito indebitamente della cassa integrazione a zero ore, misura dettata dall'emergenza Covid.

Era stata chiesta per 7 dipendenti su un monte ore pari a 20.117 e per un importo di 126.468 euro. Importo, per l'accusa, percepito indebitamente in quanto i dipendenti avrebbero continuato a lavorare. Il fascicolo per truffa aggravata è nato in seguito alla denuncia di Federica Bottiglione, ex responsabile Investor Relations dell'azienda che si è rivolta anche al giudici del lavoro di Roma.

La manager, a suo dire e come si evince dagli atti giudiziari anche depositati nella causa civile intentata dai piccoli azionisti che ha portato al commissariamento della Editore, sarebbe stata "inconsapevolmente (...) messa in una situazione gravissima" per essersi ritrovata "esposta" a una serie di irregolarità. A sua insaputa, era stata ottenuta dall'azienda l'indennità straordinaria, nonostante avesse continuato a lavorare fino al dicembre 2021.

Del beneficio erogato durante la pandemia, è la sua versione, se ne era accorta con l'arrivo delle buste paga per il primo semestre 2020. Come hanno annotato le Fiamme Gialle in una informativa, dalle conversazioni tra Kunz e Concordia si desume la loro "consapevolezza" dello schema "illecito" adottato. Consapevolezza, ora estesa dai pubblici ministeri anche alla parlamentare, di un meccanismo con al centro "bonifici bancari (...) aventi causali relative al rimborso di spese mai sostenute (...), finalizzati a compensare la retribuzione netta mensile che la società si era impegnata ad erogare, rispetto alla percezione della cassa integrazione a zero ore".

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