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Scarcerato e rimpatriato il libico arrestato a Torino

5 ore fa 1
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A pochi giorni dal caso dell'iraniano Mohammed Abedini Najafabadi, un altro straniero arrestato in Italia è stato scarcerato. Si tratta del comandante della polizia giudiziaria libica Najeem Osema Almasri Habish, sul quale pendeva un mandato della Corte penale internazionale per "crimini contro l'umanità e crimini di guerra commessi nella prigione di Mitiga, puniti con la pena massimo dell'ergastolo". L'arresto non è stato convalidato per un errore procedurale e l'uomo è stato già in serata rimpatriato su un aereo diretto nella capitale libica.

Si è concluso con un colpo di scena, dunque, un giallo che per tre giorni ha tenuto col fiato sospeso apparati giudiziari, di polizia e dell'intelligence. Perchè Almasri non è un cittadino qualsiasi, come non lo era l'uomo dei droni Abedini, fortemente reclamato da Teheran. Ed anche in questo caso da Tripoli erano partite proteste per l'arresto - definito "arbitrario" - del comandante, membro di lunga data dell'Apparato di deterrenza per il contrasto al terrorismo e al crimine organizzato. Milizia che, rileva Amnesty, ha commesso "terribili violazioni con totale impunità nella prigione di Mitiga". E' stata la Corte d'appello di Roma, competente in questi casi, a disporre la liberazione del comandante, che era detenuto al carcere delle Vallette, dopo essere stato arrestato dalla digos a Torino, dove era arrivato sabato per assistere alla partita di calcio Juventus-Milan.

Non è consentito, si legge nell'ordinanza, l'arresto di iniziativa della polizia giudiziaria senza l'interlocuzione preventiva tra il ministro della Giustizia e la Corte d'appello della Capitale. Nordio è stato interessato ieri, dopo aver ricevuto gli atti dalla questura di Torino e non ha fatto pervenire alcuna richiesta in merito.

La Corte d'appello ha quindi dichiarato "l'irritualità dell'arresto" ed ordinato "l'immediata scarcerazione". E' un curriculum pesante quello del libico finito nel mirino della Cpi. Secondo Amnesty, nel 2021 Osama Njeem è stato nominato direttore dell'Istituto di riforma e riabilitazione della polizia giudiziaria di Tripoli. In questa posizione, ha supervisionato le prigioni, tra cui quelle di Mitiga, Jdeida, Ruwaimi e Ain Zara, formalmente sotto il controllo della polizia giudiziaria. Dal 2016, ha diretto il reparto della polizia giudiziaria della prigione di Mitiga. Nell'agosto 2023, l'Apparato di deterrenza "ha partecipato a scontri tra le milizie a Tripoli, utilizzando armi esplosive con effetti su larga scala. Questi scontri hanno causato almeno 45 morti e oltre 164 feriti, tra cui vittime civili". Critica l'opposizione, che aveva invitato a rispettare l'indicazione della Corte penale internazionale. Per Nicola Fratoianni di Av, "la giustizia deve fare il suo corso nei confronti di un trafficante di esseri umani". Sulla stessa linea Arturo Scotto del Pd. "Parliamo di uno dei capi della mafia libica. L'Italia aderisce alla Cpi e dunque deve essere conseguente con i trattati internazionali".

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