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Scommesse illegali, niente Nazionale: la proposta di Abodi. Tensione con la Figc

19 ore fa 2
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Questione di valori, non di valore tecnico. Solleva un aspro dibattito politico la posizione, rimarcata al Messaggero dal ministro dello Sport e i Giovani, Andrea Abodi, sui giocatori che hanno scommesso: «Fuori dalla Nazionale. Se vieni meno a delle regole che sono esemplari, bisogna andare al di là della sanzione.

La maglia azzurra è un premio e la vestono i migliori non soltanto per il comportamento sportivo, ma per il comportamento in generale, a tutto tondo. Non è un elemento di mortificazione, ma una valutazione che va fatta. Anche il patteggiamento presuppone un’assunzione di responsabilità pro futuro. Portare lo scudetto dell’Italia sul petto è un onore troppo grande per dare un esempio sbagliato e pericoloso». Concetto ribadito dal ministro ieri mattina all'uscita dalla Figc, dopo l'assemblea sulla divisione femminile, che ha subito trovato la replica del presidente dell’Assocalciatori, Umberto Calcagno: «Abodi ha torto. Ricordo che l'articolo 27 della Costituzione prevede la funzione rieducativa della pena. Chi ha fatto i conti con la giustizia sportiva deve fare parte del nostro mondo in maniera completa. Al Mondiale del 1982 c'era Paolo Rossi, che in precedenza aveva sbagliato e pagato. Recuperarlo all'azzurro fu un valore aggiunto, sportivo e umano».

LA RIABILITAZIONE

Guarda caso, questa è la linea – con lo stesso esempio dell'ex campione azzurro – dell’attuale Figc di Gabriele Gravina, che ha nominato capo della delegazione Gigi Buffon - che aveva ammesso la sua ludopatia in passato («Ma mai scommesse sul calcio») - e ha puntato sulla rieducazione di Fagioli e Tonali, e sulla prevenzione del fenomeno, per scongiurare nuovi scandali in futuro. Lo stesso Abodi ha sempre applaudito questo progetto virtuoso: «Penso sia interessante che ci sia una parte di riabilitazione attraverso i servizi sociali. Questi ragazzi devono conoscere la vita un po’ meglio. Non andare a giocare più in azzurro, non vuol dire non giocare più a calcio, ma farlo in altro modo».

È questo infatti il punto. Il ministro non chiede la radiazione né la flagellazione, crede nel percorso di recupero, ma la maglia dell'Italia vale molto di più, un curriculum illibato: «Non sono un giudice, il mio è un pensiero coerente, ma le federazioni si muovono in autonomia. Credo che, così come ci ha dimostrato con pragmatismo e senso dei valori, Spalletti deciderà per il meglio».

LA PATATA BOLLENTE

Ora dunque la patata bollente della Figc finisce nelle mani del ct, che ha già riconvocato Fagioli e Tonali in Nazionale, e così avrebbe rifatto contro la Norvegia a giugno. Adesso il nodo riguarda soprattutto il centrocampista del Newcastle, di nuovo pilastro azzurro, che ha pagato la sua colpa con 10 mesi di squalifica e otto in attività di recupero. Sandro aveva ammesso di aver scommesso «anche sul Milan» e aveva collaborato indicando i nomi di Zaniolo e Florenzi come altri «scommettitori» ma di non sapere se puntavano sul calcio.

L'interrogatorio di Tonali risaliva a fine ottobre 2023, ma dalla successiva copia forense della Sezione Investigativa di Torino del 2 gennaio 2024, dalle chat del suo cellulare, parla così di Florenzi (chiamato "Spizzi" o "Italia") in un passaggio con l'allibratore De Giacomo: «Mi ha detto che gli manca solo il Psg... Siviglia ieri il rigore al novantesimo... Visto che mi sa che gli mancano due partite...Digli che esiste il cash out, volendo». Come Zaniolo, l'attuale terzino rossonero si era scagionato davanti a Chiné dicendo di aver puntato solo su poker online e altri sport, con questa nuova prova rischia grosso. E così si configurerebbe anche l'"omessa denuncia" di Tonali, sempre che dal codice non sia stato cancellato il reato.

IL GARANTISMO

Piaccia o no, la giustizia sportiva è diversa da quella ordinaria, parte dalla presunzione di colpevolezza, anche questo va ricordato a chi ora invoca anche il garantismo del governo: «Questa caccia alle streghe verso Tonali e Fagioli solo per visibilità di qualche politicante è insopportabile. Chi ha sbagliato, ha pagato. Non è pensabile che per i giustizialisti del pallone si arrivi all'ergastolo della maglia azzurra. Le convocazioni le fa Spalletti – il duro attacco del leader di Italia Viva, Matteo Renzi – e Abodi pensi piuttosto a trovare i soldi per gli impianti e il mondo dello sport».La replica del ministro è sul tavolo: «Ho espresso un principio e non ho alcuna intenzione di sostituirmi a un ct che ammiro. La norma sugli stadi è pronta, 15-20 giorni al massimo e sarà dentro un decreto sport che riguarderà anche altri argomenti, questo è il nostro intendimento». I Cinque Stelle cavalcano invece il polverone «perché lo stesso ministro spinge per aggirare il Decreto Dignità e riaprire le porte alla pubblicità del gioco d'azzardo», ma anche su questo Abodi ha espresso il suo pensiero: «Regolamentare le scommesse legali è l’unico modo per arginare i siti illegali, il vero pericolo». Ora lo sa bene anche il calcio.

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