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L’Italia sbanca il Principality Stadium, proprio come due anni fa, anche senza Capuozzo ma con una prestazione a lungo straordinaria, la migliore in mezzo secolo di torneo - almeno fino al 73’.
A Cardiff finisce 24-21 (11-0) per gli azzurri, il Galles - confuso, indisciplinato, praticamente nullo in attacco nel primo tempo - ci mette del suo dimostrando di essere nel momento più buio della sua storia recente (ma forse anche passata) e deve impugnare il Cucchiaio di legno, 5 partite e 5 sconfitte. E se il passivo è limitato lo si deve solo al finale pieno di orgoglio dei Dragoni.
L’Italia di Quesada può sognare. Dopo il pareggio in Francia e la vittoria sulla Scozia a Roma è arrivato il secondo successo, per giunta in trasferta (quarto in assoluto nel Sei Nazioni) che timbra la miglior stagione di sempre, superiore anche al 2007 e al 2013.
Difesa, intensità, concentrazione, una mentalità vincente che il ct argentino ha saputo trasmettere ad un gruppo che dopo i Mondiali sembrava distrutto e ora, grazie anche alla giovane età (meno di 25 anni di media, la più bassa del torneo) può dare il via ad un ciclo. Peccato solo per le due mete concesse nel finale, quando la partita era già decisa, segno di un calo di concentrazione evitabile. Finalmente però iniziamo a sentirci di casa anche noi nel Torneo, non solo ospiti mal sopportati e a rischio di esclusione.
Il primo tempo è a senso unico. Due punizioni concesse dai gallesi ( ‘7 e ’13) si trasformano in 6 punti per gli azzurri grazie ai piazzati di Garbisi. I padroni di casa faticano a reagire, sembrano privi di idee e al 20’ incassano anche la meta di Ioane dopo una touche ottenuta grazie all’ennesima indisciplina, Garbisi però fallisce la trasformazione. Il punteggio si fissa sull’11-0 e così resterà fino a fine tempo, per merito di una difesa arcigna e avanzante dell’Italia, dove spicca Lamaro, alla mischia chiusa che guadagna tre punizioni, e per colpa della confusione gallese - sottolineata da errori dopolavoristici - che si affaccia solo al 38’ nei 22 azzurri, ma spreca malamente con un in avanti l’unica vera occasione. Galles inguardabile, Italia concreta.
Anche nel secondo fino a pochi minuti dal termine non cambia la musica. Il Galles prova a reagire ma viene colpito al 46’ dalla seconda, bellissima meta di Pani, che finalizza una grande azione, proprio mentre sta spingendo per uscire dalla buca. Garbisi trasforma ed è 18-0. I Dragoni sono sotto shock, e anche i 70 mila dello stadio. Inizia la girandola dei campi, e proprio uno de subentrati azzurri, Vintcent, al 58’ salva una meta che sembrava già fatta. I padroni di casa finalmente tirano fuori l’orgoglio e al 64’ dopo una offensiva disperata riescono a schiacciare in meta con Dee, la trasformazione di Costelow porta il punteggio sul 18-7. Il Galles, rabbiosamente, tenta di dare continuità alla rimonta, ma grazie alla pressione difensiva azzurra continua ad essere impreciso e falloso e al 70’ concede un piazzato a Garbisi che riporta l’Italia fuori portata (21-7), poi un altro tre minuti dopo che Page-Relo, entrato al posto di Varney, centra dalla distanza chiudendo di fatto qualsiasi discorso (24-7).
Qui l’Italia purtroppo si distrae, già certa di avercela fatta e concede in pochi istanti quello che non aveva lasciato nemmeno immaginare al Galles per il resto del match.
La seconda meta gallese arriva con Reynols al 79’, e a tempo scaduto, mentre George North esce tristemente portato a braccia nel suo ultimo match, va a segno anche Grady. Ma ormai è troppo tardi. Ora si tratta di aspettare gli altri due match di giornata per capire dove l’Italia si piazzerà in classifica.