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Sempre più italiana la futura stazione cislunare

3 ore fa 1
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Mancava ancora un elemento fondamentale per completare l’avvio della realizzazione di tutti i moduli pressurizzati, cioè quelli abitabili dagli astronauti, del Gateway Lunar Platform, l’avamposto destinato nei prossimi anni ad orbitare in modo permanente attorno alla Luna. Si tratta di un elemento fondamentale, perché sarà quello che permetterà agli astronauti di uscire dalla stazione lunare e poi rientrare al suo interno, dopo avere effettuato le “passeggiate spaziali”. E così come per gli altri tre moduli abitativi, anche per questa componente, chiamata “Airlock”, l’Italia è protagonista per la sua realizzazione.

L’accordo di Abu Dhabi

E sarà anche per questo modulo la Thales Alenia Space, una joint venture tra la francese Thales e l’italiana Leonardo, a progettare, realizzare e integrare l’”Airlock”, questo il nome della sezione che sarà non solo destinata alle uscite “extraveicolari” degli astronauti, ma anche, in buona parte, alle attività scientifiche a bordo. Fino ad oggi solo tre astronauti hanno compiuto delle “passeggiate esterne” lontano dalla Terra, e non molto distanti proprio dalla Luna: il primo fu Alfred Worden, dell’Apollo 15, nell’agosto 1971, poi Ken Mattingly, durante Apollo 16 (aprile 1972) e infine Ronald Evans dell’Apollo 17 (dicembre 1972). Gli astronauti uscirono all’esterno della capsula Apollo, all’inizio del viaggio di ritorno Luna-Terra, per meno di un’ora. Uscendo dal Gateway invece gli astronauti orbiteranno anch’essi attorno al globo selenico e le loro attività esterne dureranno di più. Thales Alenia Space ha firmato un contratto con il Mohammed Bin Rashid Space Centre, il polo scientifico e tecnologico che guida la leadership degli Emirati Arabi Uniti nei servizi e nell'esplorazione spaziale, per la progettazione e lo sviluppo del modulo emiratino. In fase di realizzazione attuale e prossima futura presso le infrastrutture industriali di Torino, Thales Alenia Space fornisce ben 5 moduli per la stazione spaziale cislunare: Lunar-View, Lunar-Link, Lunar I-Hab per l'ESA, il modulo pressurizzato HALO per Northrop Grumman e ora si aggiunge il modulo Airlock per gli Emirati.

L’Airlock degli Emirati utile per le passeggiate spaziali degli astronauti

Alla cerimonia della firma ad Abu Dhabi ha preso parte Teodoro Valente, Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi): «Ho preso parte alla firma importante di questo accordo – ha detto Valente – che testimonia la fiducia nella qualità e competenza industriale e accademica del sistema paese, che continua ad essere punto di riferimento globale nel settore spaziale. Ed è un passo che si inserisce nel contesto di collaborazione internazionale, come dimostrato dalla partecipazione degli Emirati Arabi Uniti agli Accordi su Artemis».

Artemis è il nome del nuovo, grande programma di ritorno alla Luna, all’interno del quale la stazione lunare Gateway sarà parte fondamentale in orbita lunare: sarà da questo avamposto che gli astronauti scenderanno sulla superficie lunare e poi vi faranno ritorno al termine delle loro esplorazioni. L'Airlock consentirà agli astronauti non solo di effettuare passeggiate spaziali, ma anche di trasferire ricerche da e verso la stazione lunare e fungerà da ulteriore punto di attracco per le navicelle spaziali; sarà utilizzato per lo stoccaggio e la manutenzione delle tute per le passeggiate spaziali, degli strumenti e delle attrezzature relativi alle stesse passeggiate (o attività extraveicolari) e come una sorta di deposito scientifico per il trasferimento di esperimenti scientifici e hardware del Gateway tra l’area interna pressurizzata e l'esterno della stazione spaziale cislunare. «Questo nuovo elemento pressurizzato è fondamentale per il Gateway in quanto sarà progettato per consentire in particolare le attività extra-veicolari degli astronauti. Questo nuovo contratto sottolinea ancora di più il ruolo di primo piano di Thales Alenia Space nei settori dei sistemi di trasporto spaziale, delle infrastrutture orbitali e dell'esplorazione dello spazio profondo» – commenta Hervé Derrey, CEO di Thales Alenia Space

La partnership Italia-Emirati Arabi Uniti

«Questa partnership rappresenta una tappa significativa che riflette la fiducia degli Emirati Arabi Uniti nella nostra lunga esperienza e nel nostro impegno per il progresso dell'esplorazione spaziale - dice Giampiero Di Paolo, Amministratore Delegato di Thales Alenia Space Italia - Al contempo il modulo Airlock apre la strada agli Emirati Arabi Uniti verso l’innovazione e l'eccellenza nelle attività spaziali. Il nostro obiettivo è lavorare con la comunità spaziale per contribuire all'esplorazione lunare e ad una presenza continua sulla superficie lunare. A tal fine investiamo continuamente in nuovi sviluppi tecnologici e promuoviamo l'innovazione».

Ed è un ulteriore successo per l’industria italiana di settore e per il settore spazio più in generale per il Programma lunare “Artemis”: «Ora abbiamo ottenuto anche il ruolo di primo contraente per il cargo europeo che trasporterà sulla Luna - dice Walter Cugno, Vice President settore Esplorazione e Scienza di Thales Alenia Space, anch’egli presente ad Abu Dhabi - Si chiama Argonaut e potrà trasferire in modo automatico fino a una tonnellata e mezza di materiali sulla superficie lunare attorno al 2031. Che si aggiunge al modulo abitativo MPH, che realizzeremo per conto dell’Agenzia Spaziale italiana. Grazie a questo modulo, gli astronauti sulla Luna troveranno tutto il necessario per le loro esplorazioni che a differenza dei tempi Apollo, dureranno anche settimane. E inizieranno a prepararsi per le prime basi permanenti».

Anche i moduli abitativi della stazione lunare “Gateway”, nonostante qualche ritardo nei lanci delle missioni Artemis con equipaggio, procedono spediti nelle infrastrutture torinesi: «Siamo pronti a spedire il primo - dice Cugno - I lanci dei moduli della stazione in orbita lunare, che accoglieranno gli astronauti, e saranno cinque, quasi tutti realizzati sempre da noi, verranno lanciati tra il 2027 e il 2029. E ci prepariamo per questa nuova, grande sfida anche per noi. Spostandoci dall’orbita terrestre a quella della Luna. Senza dimenticare Marte, iniziando con il rover di ExoMars che lanceremo nel 2028 e che l’Agenzia spaziale Europea ci ha affidato».

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