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"Sergio Conceição come Al Pacino. In spogliatoio...": indiscrezioni clamorose sul mister del Milan

13 ore fa 2
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Ha cambiato la storia di una stagione in soli otto giorni, portando il suo Milan alla conquista di una Supercoppa italiana che, alla vigilia, era data quasi certamente per non vinta. Sergio Conceição si è preso la squadra e ha rimotivato i giocatori, arrivati a compiere una clamorosa rimonta dopo essersi ritrovati sotto per 2-0 contro l’Inter al 60’. Nell’intervallo ha cambiato la storia, con un discorso motivazionale e duro (come dimostrano gli urlacci lanciati). Con la sua grida è riuscito a smuovere forze antiche, motivazioni extra, la convinzione giusta per travolgere gli avversari. Per La Repubblica il portoghese è un po’ come Al Pacino, nel discorso motivazionale fatto da coach di football americano alla squadra nel film ‘Ogni Maledetta domenica’. 

Nella pellicola, il coach Tony D’Amato (interpretato da Al Pacino) ha arringato per quattro minuti la sua squadra, facendo leva sulla voglia di combattere per ogni singolo centimetro. Conceição ha fatto così, un po’ come altri allenatore internazionali come il ‘Cholo’ Simeone o Pep Guardiola hanno fatto in passato. O a Madrid, dove Carlo Ancelotti poco tempo fa ha ricevuto a Madrid la visita di Eamon Devlin, consulente sportivo nordirlandese che ha intervistato decine di allenatori e calciatori alla ricerca della formula dell’intervallo perfetto. Secondo lo specialista “il discorso di un allenatore dura in media 5 minuti e mezzo, 770 parole, ma spesso neanche lui ricorda cos’ha detto, figuriamoci i giocatori, che hanno bisogno di cibo, acqua, riposo, più che di consigli tattici — il suo pensiero al Pais — Noi proviamo a convincere i tecnici a parlare solo per 60 secondi, in modo pacato, e a preferire le immagini alle parole, perché la squadra è stanca e va aiutata a capire”.

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La forza delle parole di Conceição, insomma, si è rivelata decisiva per un gruppo che ha sì dormito sul gol del 2-0 dell’Inter, ma che ha saputo trovare una grande reazione mentale dopo il contestato 2-1 di Theo Hernandez. Oltre allo studio dell’avversario. Prima della finale, infatti, ha fatto vedere alla squadra un video sull’Inter con i movimenti di Lautaro, come imposta l’azione Bastoni, le scelte di Dimarco. Nella pausa “ho detto due-tre cose a livello difensivo — ha spiegato Conceiçao — anche in fase offensiva dovevamo migliorare. All’intervallo l’allenatore deve cambiare qualcosa, mi pagano per questo”. E la situazione è cambiata per davvero.

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