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La verità è che Jannik Sinner, oggi, risulta quasi ingiocabile per tutti i tennisti del circuito. Alla vigilia della finale degli Australian Open che andrà in scena domenica contro il tedesco Alexander Zverev, l'azzurro detentore del titolo in carica e numero 1 al mondo si gode i complimenti per la vittoria in semifinale contro l'americano Ben Shelton. La sofferenza del primo set ha lasciato spazio a un crescendo incontenibile, sebbene il 23enne altoatesino non sia apparso nella sua giornata migliore. Eppure ha mantenuto lucidità, solidità, intelligenza e potenza. E questo dà la misura delle sue enormi qualità.
Secondo Massimiliano Ambesi, giornalista di Eurosport, ospite di TennisMania sul canale YouTube di OA Sport condotto da Dario Puppo e Guido Monaco, va però sottolineata la bella prova del 22enne di Atlanta: "Io che ero stato critico con Shelton durante la stagione della terra, inizio erba, dell’anno scorso, devo dire che sul cemento è un signor giocatore, è tra i primi cinque al mondo sul cemento, anche meglio. Ha giocato una grande partita, non ha mai mollato, ha tirato fuori gli attributi, tanto di cappello. L’ho visto come un muro che veniva sgretolato colpo dopo colpo, ha avuto due set point sul suo servizio, ha giocato non solo un primo set alla grande, ma anche il secondo, è andato avanti nel terzo, e l’altro (Sinner, ndr) è semplicemente di più".
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Ecco il punto: Jannik "ha soluzioni, legge la partita tatticamente, sa sempre che cosa deve fare. Siamo al cospetto di un fenomeno assoluto. Tanto di cappello per la lucidità con cui ha giocato il primo set Sinner, perché è stato un set difficilissimo, difficilissimo, però è andato sotto, poi è riuscito a breakkarlo, non al primo colpo, al secondo, tanti game combattuti sul servizio di Jannik da cui è uscito fuori. C’è carattere, c’è lettura della partita, c’è peso della palla, c’è tanta roba: ha 23 anni, e qui mi fermo".
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Nonostante Shelton abbia alzato l'asticella, alla fine non c'è stata partita: "Sinner, da quando è diventato numero uno al mondo, ha vinto 46 partite di 49. Neanche Borg c’era riuscito. Mi piace che si sia obiettivi sulle cose: Shelton oggi ha giocato una grande partita, e questo dà la dimensione di quello che è Jannik Sinner oggi. Non è attaccabile, non è criticabile, troppo completo. Se oggi perde il primo set, poi diventa una partita molto ostica, lo vince, annulla due set point, poi tutti quei giochi tirati, perché tanti giochi sono andati ai vantaggi prolungati. Insomma, è stata una partita vera".