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Decina di migliaia di persone sono scesi in piazza ieri sera a Bratislava e in altre 20 città della Slovacchia per protestare contro il governo del premier nazionalista Robert Fico, accusato di avere legami sempre più stretti con la Russia e sempre più conflittuali con l'Unione europea. Secondo gli organizzatori, nella sola capitale i manifestanti d'opposizione erano fra i 40 e i 60 mila.
«Tentativo di colpo di stato»
Si tratta di un momento culminante di un'onda di protesta che dura da settimane in un clima sempre più teso. E che ha indotto il premier a evocare un «tentativo di colpo di stato» ai suoi danni e a far redigere all'intelligence nazionale un rapporto in cui si allude a una operazione «orchestrata dall'estero», una trama per creare in Slovacchia una nuova «Maidan», alludendo alla piazza di Kiev che nel 2014 divenne il simbolo del movimento di massa che rovesciò il regime filo-russo ucraino.
Una ricostruzione che l'opposizione ha bollato come «storia inventata», ribadendo il diritto a «manifestare pacificamente il nostro disaccordo» con il governo e le sue politiche, rovesciando l'accusa su Fico: La vera minaccia, sostengono i leader dell'opposizione, è «l'interferenza dell'amico di Fico, Putin». Una mozione di sfiducia contro il governo slovacco è stata abbandonata questa settimana dopo che i parlamentari dell'opposizione hanno abbandonato l'aula. Ma il malcontento continua nelle strade: il collettivo di cittadini «Pace per l'Ucraina» ha sollecitato che continuino le manifestazioni in difesa della «democrazia» e dell'appartenenza all'Ue.
Gli alleati
La cantante Katarina Malikova, 34 anni, ha affermato di essersi presentata per fermare la «disintegrazione della democrazia» in Slovacchia e all'estero, indicando l'insediamento di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti. Fico, considerato alleato del Cremlino all'interno dell'Unione Europea al pari dell'Ungheria di Viktor Orban, ha avvicinato Bratislava a Mosca da quando è tornato al potere nel 2023. A dicembre, si è recato a Mosca per incontrare Putin, criticando la decisione di Kiev di chiudere i rubinetti che continuavano a far fluire il gas russo attraverso il suo territorio verso l'Europa.