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L’effetto non si può ancora vedere nelle rilevazioni. Ma molti sondaggisti sono già pronti a scommetterci: l’assoluzione «perché il fatto non sussiste» di Matteo Salvini, fino a ieri imputato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio a Palermo per il caso Open Arms (la procura aveva chiesto sei anni di carcere), farà bene alla Lega. E molto. «Almeno un punto percentuale in più», secondo alcuni esperti, che prevedono una crescita del Carroccio nelle rilevazioni dei prossimi giorni.
Serbatoio di voti
Ne è convinto, ad esempio, Alessandro Amadori, esperto di flussi elettorali e conoscitore delle dinamiche e della storia del Carroccio.
Secondo il quale, come riportato da Affaritaliani.it, con questa assoluzione la Lega potrebbe guadagnare nel breve-medio periodo quasi l'1%. Tradotto in numeri assoluti: circa 250.000-300.000 voti. Un serbatoio utile per le numerosi elezioni regionali che ci saranno il prossimo anno, quando si dovranno rinnovare le amministrazioni di Campania, Puglia, Toscana, Marche. E soprattutto, Veneto. Eccola, la battaglia campale per i leghisti. Che puntano a vedersi riconfermare la guida della Regione per il dopo Zaia, nonostante sul posto di successore al “doge” del Nord est abbia messo gli occhi anche Fratelli d’Italia.
Una partita che si giocherà nei prossimi mesi, senza esclusione di colpi. Con un Salvini rinfrancato dalla sentenza e quindi pronto a rivendicare più spazio, all'interno della coalizione di centrodestra. Anche (chissà) a scapito di Forza Italia, con cui da mesi va avanti una rincorsa reciproca nei sondaggi. L'ultima Supermedia Agi-Youtrend conferma che i due junior partner di governo sono appaiati, con un leggerissimo vantaggio a favore degli azzurri (9,1% contro 8,8). Ora il Carroccio punta al controsorpasso.
Il congresso
Senza trascurare però che, nella Lega, c'è anche chi sussurra un'opinione diversa, che nessuno vuol mettere a verbale a microfoni aperti. Questa: se Salvini fosse stato condannato, la risalita nei sondaggi avrebbe potuto essere anche maggiore. Perché una pronuncia sfavorevole avrebbe rafforzato l'immagine del leader pronto a rischiare il carcere pur di «difendere i confini», come ripete la macchina del consenso leghista. E avrebbe blindato ancor più il segretario federale alla guida di via Bellerio (dove comunque, nonostante il congresso alle porte, per ora non si vedono possibilità di leadership alternative). Ragionamenti che però più di un big leghista all'indomani della sentenza di Palermo spazza via con un'alzata di spalle: «Salvini oggi è più forte. E con lui, tutto il governo».