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Stati Uniti, un?arancia per tre dollari: così l?inflazione americana sta andando fuori controllo

5 ore fa 1
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«Non spreco più nulla. Se vedo che qualcosa sta per scadere, lo mangio o lo cuocio subito. Salvo le verdure appassite, il pane indurito. Non si butta più nulla in casa nostra». Un’amica racconta così come la sua famiglia sopravviva all’inflazione che ha stravolto le loro finanze. Lei, come molti americani che non siano Musk o Bezos, ha imparato qualcosa che noi italiani abbiamo sempre saputo, ma che i suoi connazionali, notoriamente spreconi e spendaccioni, non sapevano: la prima difesa è fare economia. L’alternativa è non arrivare a fine mese, non poter mettere a tavola un pasto decente.

L’INFLAZIONE

Guardiamo insieme una ricevuta al supermercato: mezzo chilo di cereali da colazione 7 dollari, un litro di latte 4 dollari e 59 centesimi, una dozzina di uova 8 dollari, una baguette 6 dollari e 99 centesimi, mezzo chilo di manzo 20 dollari, un chilo di mandarini 7 dollari, una scatola di pelati da 700 grammi 3 dollari e 60 centesimi, mezzo chilo di pasta 2 dollari. E questo è un supermercato di massa, di quelli meno cari. Catene che si trovano nelle periferie suburbane, ma che raramente sono presenti nelle grandi città, dove esistono i cosiddetti “food deserts”, costringendo le persone a fare affidamento su piccoli negozi a prezzi elevati: una singola arancia 3 dollari e 99, una mela 1 dollaro e 75, un uovo 1 dollaro.

L’inflazione a tassi elevati che aveva investito gli Stati Uniti a partire dal 2021 (secondo anno della pandemia), ha smesso di correre, ma i prezzi non sono mai scesi. E adesso sembra aver anche rialzato un po’ la testa. I salari sono aumentati, ma non abbastanza da coprire gli aumenti che già avevano messo radici. Mezzo chilo di cereali da colazione costavano al massimo 4 dollari prima del Covid, 12 uova costavano 3 dollari, un litro di latte un dollaro e mezzo. Tutti potevano permettersi una lauta colazione, che oggi è diventata quasi un lusso. Le speranze che tanti avevano riposto in Donald Trump, per di più, stanno sciogliendosi. I dati dimostrano che la fiducia dei consumatori è tornata ai limiti del 2021, con l’indice a 72,3, ben al di sotto della soglia che normalmente segnala una recessione imminente. Le sue continue minacce di imporre tariffe ai Paesi che «sfruttano l’America» fanno temere nuovi aumenti per un ampio arco di prodotti, dagli elettrodomestici alle automobili, dall’abbigliamento ai prodotti alimentari. Gira voce che però il presidente mediti di umiliarsi a chiedere al Canada che aumenti l’export di uova verso gli Usa.

IL CASO DELLE UOVA

Il prezzo delle uova è effettivamente diventato un tema rovente che indigna la gente, ma di cui in realtà Trump ha poca colpa: l’influenza aviaria ha decimato le galline ovaiole e oramai siamo al punto che i supermercati più economici, come Trader Joe’s limita due cartoni a cliente, come succedeva con la carta igienica durante la pandemia. Ma anche così gli scaffali si svuotano subito: «Le consegne arrivano la mattina, e io mi metto in attesa, così sono sicuro di trovarle - confida un pensionato -. Anche così care convengono, con la mia pensione non posso permettermi la carne o il pesce». Trader Joe’s, insieme alle catene tedesche Aldi e Lidl, è un supermercato popolare dove i prezzi sono meno esosi. Una mamma ispanica con due bambini al seguito allunga la mano decisa verso il tritato di maiale, 3 dollari e 50 centesimi per un pacco di mezzo chilo: «Gli hamburger sono più saporiti» assicura, e ci spiega come questo supermercato «venuto dall’Europa», Aldi, le renda possibile «arrivare a fine mese senza troppi sacrifici». Ma lei può farci la spesa perché vive nel Connecticut, dove la catena ha varie sedi, e ha un’automobile. Perché questa è l’amara realtà americana: la possibilità di risparmiare sulla spesa dipende anche dall'accesso fisico ai supermercati. Chi ha un’automobile può anche ricorrere alle catene all’ingrosso, come Costco, o ai grandi magazzini Walmart che ora offrono anche alimentari a prezzi scontati. Ma in molte aree urbane povere e rurali degli Stati Uniti non ci sono supermercati nel raggio di molti chilometri, figuriamoci poi supermercati popolari come Aldi o Lidl o Trader Joe’s, o catene come Costco. E il fenomeno colpisce soprattutto le comunità a basso reddito, che spesso non hanno un mezzo proprio. Intanto oggi per molti americani il costo del cibo è la spesa quotidiana più difficile da sostenere, un peso che supera persino i costi per l’alloggio e l’assistenza sanitaria.

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