RIAD – Chico è così, un dribbling dopo l’altro, perché così lo ha cresciuto papà Sergio: la famiglia Conceicao è una famiglia di calciatori dove l’esterno d’attacco della Juventus ha conosciuto il grande calcio grazie al padre, ex, tra le altre, di Lazio, Inter, Parma. Chico ama definire il suo modo di stare in campo tipico da «pallone da strada…punto l’avversario perché la gente viene allo stadio per divertirsi», racconta.
Papà Sergio è salito al timone del Milan poche ore prima dei botti di Capodanno e, ora, qui a Riad si trova a debuttare su una panchina di serie A proprio contro quel ragazzo che, a proposito di debutti, ha mandato sulla scena in Portogallo, sia in campionato, sia in Champions League sempre con la maglietta dell’amato Porto.
«Con me non è facile giocare, anzi: Chico – così il padre e tecnico rossonero alla vigilia della semifinale Juve-Milan di domani sera – ha un modo di vivere le partite irriverente nel senso che ama cercare l’uno contro uno, ma non è solo quello. Francisco capisce il calcio, capisce la sua tattica…Emozionato? No, se mi vedete con gli occhi lucidi è perché ho avuto 39 di febbre: lui è mio figlio a casa, in campo voglio batterlo come lui vuole battere me…».
Chi potrà sfruttare il momento di grazia del 22enne nato a Coimbra è Thiago Motta: nonostante la melina, la Juve di questi tempi non può rinunciare al portoghese. «No, non gli ho parlato, non c’è bisogno: Chico – sottolinea Thiago – è concentrato sulla gara, punto e basta. Si definisce interprete di un calcio libero? Giusto, ma dentro un contesto di squadra». Dentro la Supercoppa Italia c’è anche questo: padre e figlio prima insieme, ora su fronti opposti.