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Svezia sotto shock, killer ha usato un fucile da caccia

3 ore fa 1
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 "Una città scioccata, un intero Paese sotto shock": è iniziata con queste parole in una chiesa di Orebro l'omelia in memoria delle vittime del massacro nella scuola di formazione per adulti. Il bilancio è di 10 morti più il killer, che si è tolto la vita dopo aver compiuto la più sanguinosa mattanza nella storia svedese. In prima fila ad assistere alla funzione religiosa i reali, il premier Ulf Kristersson gli esponenti di governo e altri politici locali.

"Dov'è finita la bella Svezia? Voglio davvero chiedere a tutti di aiutarmi a ricostruirla", ha detto la regina Silvia deponendo fiori in un improvvisato memoriale davanti al campus teatro della strage. Sia lei che il marito erano visibilmente commossi, hanno detto ai media di avere difficoltà a parlare e hanno chiesto di non essere incalzati dai reporter. Sulla vicenda "ci sono ancora molte domande, ma poche risposte", ha invece ribadito il premier, che però oggi ha chiesto riserbo e rispetto per i morti. 

Video Svezia, sparatoria in una scuola

"Il tempo delle risposte arriverà", ha promesso a un Paese incredulo, con le bandiere a mezz'asta ovunque. L'identificazione delle vittime è ancora in corso, al lavoro c'è un team di 30 persone e le autorità hanno affermato di poter concludere gli esami entro 48 ore. Che sembreranno secoli per alcune famiglie in tragica attesa: "La polizia non ci conferma nulla, ma lei non si fa sentire da ieri", racconta Ibrahim Haaj il cugino di una donna che "certamente ieri si trovava nella struttura perché aveva lezione".

"Secondo alcuni testimoni è stata tra le prime a essere uccise, ma non sappiamo nulla, nessuno ha dormito ieri notte soprattutto i suoi bambini".

Video Svezia, sparatoria in una scuola a Orebro

L'identità del killer è stata rivelata dai media nel corso della giornata: si tratta di Rickard Andersson, un 35enne il cui vero nome sarebbe però Jonas Simon, che aveva deciso di cambiare circa 8 anni fa. I familiari lo descrivono come una persona "schiva, forse con problemi mentali": non ha mai concluso gli studi secondari, per questo l'esercito lo aveva rifiutato, e da tempo risultava nullatenente.

Da ragazzo lo chiamavano "The Hood", forse paragonandolo al cattivo dei Marvel, perché girava spesso con il cappuccio della felpa in testa nascondendosi il viso con la mano. "In molti lo prendevano in giro", ricorda oggi un suo ex compagno. Avrebbe compiuto la strage con un fucile da caccia: aveva una regolare licenza e possedeva almeno 4 armi, secondo le indiscrezioni filtrate sui media. Sarebbe entrato nella scuola nascondendo l'arma in una custodia per chitarra. Poi è andato in bagno, si è cambiato d'abito indossando una mimetica verde e ha iniziato a sparare.

Alcuni studenti apparentemente "sono stati risparmiati", hanno raccontato i testimoni, il killer "camminava con calma" forse scegliendo le sue vittime. Avrebbe sparato circa una trentina di colpi. Intanto era scattato l'allarme e quando la polizia è arrivata sul posto, gli agenti "lo hanno individuato a qualche decina di metri", ha lanciato una granata fumogena e poi si è sparato. Ma il movente della strage rimane ancora un mistero.

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