Un ostacolo potrebbe frapporsi in Germania all'ascesa politica, finora irresistibile, di Alternative fuer Deutschland. Sono nette le parole dell'Ufficio federale tedesco per la protezione della costituzione (Bfv), il servizio segreto interno: "L'idea etnica-nazionale del popolo che prevale nel partito non è compatibile con l'ordinamento democratico". Una motivazione che ha portato a classificare Afd come una formazione "di estrema destra".
Pronta la replica dei due portavoce del partito, Alice Weidel e Tino Chrupalla: si tratta di una decisione "politica", "un attacco alla democrazia", perché Afd secondo gli ultimi sondaggi è addirittura primo partito in Germania: "Ci difenderemo". Ma per la ministra tedesca dell'Interno, Nancy Faeser, il Bfv ha fatto solo il proprio lavoro, senza alcuna influenza politica.
Per Faeser, inoltre, non c'è "automatismo" tra la decisione dei servizi e la messa al bando del partito, anche se - ha aggiunto - "non si può escludere nulla". Il cancelliere Olaf Scholz ha quindi ammonito dal prendere decisioni troppo "avventate", consigliando prudenza.
La notizia non è passata inosservata sulle due sponde dell'Atlantico. E se il segretario di Stato americano, Marco Rubio, para di "tirannia mascherata", in Italia il vicepremier Matteo Salvini ha definito "gravissima" la decisione delle autorità tedesche, definendola "un altro furto di democrazia" dopo i casi francese e rumeno.
Ma come si è arrivati alla decisione dei servizi tedeschi? Secondo il Bfv, l'Afd si caratterizza per un'azione costante contro rifugiati, migranti e musulmani. Di fronte a "dichiarazioni e posizioni di alti rappresentanti del partito in tutta la Germania", il Bfv ha deciso di fare un passo in avanti: se fino ad oggi solo tre formazioni di Afd nell'Est del Paese (Turingia, Sassonia e Sassonia-Anhalt) e la disciolta organizzazione giovanile erano considerate estremiste, ora è l'intero partito a essere messo sotto osservazione.
Conseguenze pratiche immediate non ce ne sono: la decisione permette ai servizi di controllare in maniera più serrata e approfondita il partito anche se restano salvi i suoi diritti, anche di rivolgersi alla magistratura se il controllo dovesse rivelarsi eccessivo e sproporzionato. Afd ha già annunciato che lo farà, ma sempre il Bfv ha fatto riferimento alle decisioni del Tribunale amministrativo di Colonia e della Corte di Appello del Nord-Reno-Westfalia che lo scorso anno avevano respinto i ricorsi di Afd contro la decisione dei servizi di controllare alcune organizzazioni territoriali. Come a dire che la decisione presa ha una base solida.
La polemica politica è esplosa immediatamente. Dalla Cdu alla Linke alcuni chiedono un passo definitivo e radicale: avviare il procedimento per chiedere alla Corte costituzionale di vietare il partito. Il presidente dello Schleswig-Holstein, Daniel Guenther lo ha ribadito allo Spiegel: "Occorre avviare rapidamente una procedura di divieto per proteggere la nostra democrazia". L'ultima volta questa misura fu applicata al Partito comunista, ma erano gli anni Cinquanta. Più di recente, la Corte si è confrontata con il caso del partito neonazista Npd, decidendo tuttavia di non vietarne l'organizzazione, perché si trattava di una forza che non rappresentava un vero pericolo per l'ordinamento democratico. Ma per Afd, che alle elezioni ha superato il venti per cento, l'esito potrebbe essere diverso.
Secondo altri, il ricorso rischia di rivelarsi un boomerang: il procedimento è destinato a durare diversi mesi, se non anni. E in tutto questo tempo, Afd potrebbe ben inscenare la parte della vittima dei "vecchi" partiti e aumentare ancor di più i consensi.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA