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Tentato omicidio tra persone sordomute a Orbassano: donna condannata a quattro anni di carcere per le coltellate all’ex fidanzato

1 mese fa 4
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Prima sferra quattro coltellate all’ex fidanzato, che rischia di morire per le gravi ferite. Poi, mentre i vicini di casa si accorgono della violenza e allertano i soccorsi, inizia a pulire casa, senza prestare aiuto. Nei giorni scorsi, il giudice del tribunale di Torino condanna Giulia Cocco, 29 anni, per tentato omicidio e maltrattamenti. Potrà scontare la pena di quattro anni di carcere, due in meno rispetto a quanto aveva chiesto l’accusa, agli arresti domiciliari. 

Insieme a Orbassano 

Cocco e il compagno sono una coppia di persone sordomute. Si frequentano dal 2023. Lui ha due anni in meno di lei e, per circa un anno, vivono insieme in un appartamento di Orbassano. La loro sembra una storia esemplare di inclusione, tra fragilità superata e autonomia raggiunta. La convivenza, però, diventa presto complicata. 

Le coltellate in casa 

Si arriva così al 17 maggio 2024, quando nella casa dei fidanzati si rischia la tragedia. Cocco “è scontrosa da alcuni giorni”, secondo gli inquirenti. Vieta al suo fidanzato di indossare i pantaloni in casa. Lo costringe a rimanere in mutande, prende il coltello con cui ha appena pulito le patate e colpisce più volte. Lui prova a scappare, i vicini sentono le grida e intervengono. I soccorritori arrivano nel giro di pochi minuti e questo fa la differenza. Con quei tagli profondi, l’uomo rischia di morire. 

I maltrattamenti ripetuti 

Scattano le indagini. Cocco risponde anche dei maltrattamenti che avrebbe compiuto nei confronti dell’ex. Gli inquirenti si concentrano anche sul passato della donna. Pare che, in alcuni episodi, si sia già lasciata andare alla violenza. Spesso i litigi nascono da questioni all’apparenza banali e sfociano insulti e botte. “Hai un cervello di merda” ripete la donna alla sua vittima. Lo picchia, lo spaventa. Lui, almeno una volta, sembra cedere: si rifugia in camera e chiama i genitori. 

La lettera di scuse 

La donna sceglie il processo con rito abbreviato. In una delle prime udienze, consegna una lettera all’ex. “Scusa, so di avere sbagliato” scrive. Ma non basta questo per evitare la condanna. Il giudice, infatti, conferma tutte le accuse. 

La vittima si costituisce parte civile con l’avvocata Caterina Biafora. La sentenza prevede per lui un risarcimento provvisionale di 10.000 euro. “Siamo soddisfatti della decisione del giudice – commenta Biafiora – Questa è una storia di grande sofferenza. Speriamo che, davvero, la pena possa essere occasione di rieducazione. Il mio assistito, intanto, sta cercando di riprendere in mano la propria vita. Non è stato semplice, per lui, lasciarsi alle spalle una vicenda così dolorosa”. 

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