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Rafforzare la sicurezza energetica dell’Italia attraverso la transizione green: è questo l’obiettivo ambizioso ma realistico che il Governo Meloni sta perseguendo con un’agenda strutturata e una chiara visione politica. L’Italia si muove come Sistema-Paese e lo fa attraverso la diplomazia economica, rafforzando la cooperazione tra pubblico e privato.
Se si riavvolge il nastro e si mettono in fila i passi politico-diplomatici compiuti nei mesi passati — il Piano Mattei, il G7 di Borgo Egnazia e la visita di Abu Dhabi di ieri, per citare solo alcuni esempi — emerge chiaramente uno schema organico, in cui spicca la stessa prospettiva: riaffermare la centralità del nostro Paese per proiettarlo nello scenario globale con un ruolo da protagonista.
L’“Abu Dhabi Sustainability Week 2025,” che da oltre quindici anni promuove l’interazione tra Paesi e i principali player locali nel campo dello sviluppo sostenibile, è stata l’occasione per ribadire che la linea tracciata è quella da seguire. Pragmatismo è la parola d’ordine, e l’intervento della premier Giorgia Meloni — alla presenza, tra gli altri, del presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohamed bin Zayed Al Nahyan e del primo ministro albanese Edi Rama — è apparso come un manifesto dell’azione internazionale del suo esecutivo. Esempi concreti di questa lunga ed elaborata tela di relazioni politiche ed economiche sono stati gli incontri bilaterali e privati a margine. Meloni e bin Zayed Al Nahyan si sono incontrati al mattino e hanno poi cenato insieme in uno degli otto ristoranti del grande hotel Emirates Palace Mandarin.
La premier ha siglato un quadro di partenariato strategico tripartito tra Emirati Arabi Uniti, Italia e Albania, mirato a rafforzare la collaborazione transfrontaliera nell’energia pulita. Le rinnovabili possono essere prodotte, infatti, in luoghi anche lontani dal territorio nazionale, per poi essere trasportate a beneficio di aree geografiche diverse, con la collaborazione di più attori. La transizione verde non è quindi solo una necessità economica e ambientale, ma a tutti gli effetti un “contenuto geopolitico” e uno strumento necessario per creare legami di collaborazione tra Paesi che, come afferma la Premier, “possono sembrare lontani, almeno geograficamente” e che invece “l’energia” rende vicini e amici.
L’accordo, firmato per il governo italiano dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, pone le basi per realizzare diversi progetti di energia rinnovabile in Albania, soprattutto nel settore fotovoltaico, eolico e di storage.
Ad accompagnare il Presidente del Consiglio c’era una folta delegazione italiana, composta dai ministri Gilberto Pichetto Fratin, Francesco Lollobrigida e dal consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio, Francesco Saggio. Presenti anche i vertici di Enel, con l’Amministratore Delegato Flavio Cattaneo e Nicolò Mardegan, Direttore delle Relazioni Esterne. La presenza del Gruppo, unico grande player italiano, conferma il ruolo del colosso energetico nelle relazioni internazionali del Paese nelle diverse geografie in cui opera.
Vale la pena ricordare che, con Masdar, Enel ha perfezionato lo scorso dicembre una partnership industriale a lungo termine da 1,7 miliardi di euro per lo sviluppo di energie rinnovabili in Spagna attraverso Endesa, società controllata da Enel. E chissà che in futuro non possano nascere altre collaborazioni tra questi due player così strategici, sempre nel campo dell’energia.