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Mario Sechi 31 gennaio 2025
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Ieri sera a Otto e Mezzo con Lilli Gruber si sono materializzati tre cavalieri. Il primo è il Cavaliere Nero del grande Gigi Proietti, quello della meravigliosa barzelletta in cui il nostro eroe sconfigge tutti i nemici a colpi di spada e ad un certo punto Gigi chiede: “Qual è la morale?”. Siamo in fascia (poco) protetta e non scriverò la risposta, ma potete andare a trovarla online, vi farete grasse risate.
Il secondo Cavaliere evocato a Otto e Mezzo è Lui, Silvio Berlusconi, l’uomo che ha fatto impazzire la sinistra. Uscito dalla bruma di Arcore nel 1994 ha impedito alla gioiosa macchina da guerra di andare al governo quando in Europa i comunisti erano sotto le macerie del Muro di Berlino. Per trent’anni il secondo Cavaliere ha dominato. E qui arriva il terzo soggetto del gran teatro di Otto e Mezzo, la Cavaliera Nera, sempre lei, Giorgia Meloni, che in un colpo solo riassume la tecnica di combattimento ed il carattere del Cavaliere nero di Proietti e l’abilità mefistofelica del Cavaliere di Arcore, Silvio Berlusconi.
Mi sembrava di sognare, invece era tutto vero, un’ossessione si era impadronita come un perfido fantasma degli studi de La7. Inutile ogni mio tentativo di spiegare che Meloni governa perché ha vinto le elezioni; c’era chi raccontava la vocazione di Giorgia a costruire il nemico, come ha fatto Viktor Orban; chi lanciava accorati appelli per salvare la democrazia in pericolo; chi la buttava in caciara per non aver compreso il fatto. Invertendo il disordine dei fattori il risultato è sempre lo stesso: in Italia siamo governati dalla Ducia.
Dunque è giunto il momento di mobilitare la Nazione Progressista per riportare il libico Almasri nelle patrie galere affinché giustizia sia fatta, secondo la volontà della Corte penale internazionale, tribunale squalificato dal suo pregiudizio politico e dall’ignoranza della storia. Per la sinistra italiana i giudici dell’Aia sono il Verbo. Altrove li spernacchiano, ma è proprio per questo che alla fine trionfano i tre Cavalieri. Sipario, risate, applausi.