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Sin dai tempi del fu "petaloso", anche per il pubblico di massa è iniziato ad apparire evidente un concetto fondamentale: la linguistica è fluida, e lingua italiana, come molte altre, si rinnova e si arricchisce di anno in anno, riflettendo i cambiamenti della società, della politica e della cultura contemporanea. A testimoniarlo è il Libro dell’Anno Treccani 2024, che registra i neologismi emersi nell’ultimo biennio. Nuove parole, seppur non sempre destinate a entrare nei dizionari, che raccontano l’evoluzione dei costumi, delle mode e dei fatti di cronaca che hanno influenzato il nostro modo di esprimerci.
La creatività dell’italiano
Tra i termini segnalati, molti nascono per descrivere fenomeni sociali o politici recenti. Espressioni come amichettismo, autonomia differenziata, trenopolitana e spacca-Italia si riferiscono al dibattito pubblico e alle trasformazioni politiche, mentre parole come agrobiodiversità e solidarietà obbligatoria mostrano una crescente attenzione ai temi ambientali e sociali. Un esempio di originalità linguistica è IA-taliano, che descrive la varietà di italiano prodotto da intelligenze artificiali generative, e 5.0, che definisce un nuovo ciclo produttivo basato su tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e la robotica.
Anche il panorama politico ha dato vita a nuovi termini. Nel Libro dell’Anno troviamo vannacciano, riferito ai sostenitori del generale Roberto Vannacci, e fare una Decima, un’espressione che richiama l’azione di segnare una croce sulla scheda elettorale. Sul fronte culturale, parole come fediverso e trappola al miele mostrano l’influenza della tecnologia e della narrazione mediatica.
L’impatto dell’inglese
L'influenza dell’inglese sulla lingua italiana rimane ancora molto forte. Termini come dissing, pommelier (l’esperto di sidro), Swift economy e pandoro-gate sono esempi di anglicismi entrati nel linguaggio più o meno quotidiano. Tuttavia, non mancano tentativi di italianizzare concetti stranieri: è il caso di coordinatore di intimità, traduzione di intimacy coordinator, utilizzato nel contesto cinematografico.
Nonostante l’influenza delle lingue straniere, la creatività italiana si esprime anche attraverso richiami alla tradizione e alla storia. Neologismi come ius scholae, che riprende la struttura latina per affrontare temi di cittadinanza, o baratellum, che gioca con l’ironia del suffisso pseudo-latino, dimostrano come l’italiano sappia mantenere un legame con le sue radici culturali. Tra i termini più interessanti dell'anno, anche Telemeloni e Maga (acronimo di Make America Great Again, lo slogan di Donald Trump).
Una lingua in trasformazione
Con il centenario della sua fondazione alle porte, l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana celebra l’italiano come una lingua capace di adattarsi e reinventarsi, rispondendo alle sfide di una società in continuo cambiamento. Neologismi che fungono da specchi del nostro tempo, e che per lo stesso motivo possono risultare anche piuttosto effimeri. La Treccani sottolinea che il suo lavoro consiste nel registrare l’uso di questi neologismi, senza la garanzia che diventino parte stabile del vocabolario italiano. Molti di essi potrebbero cadere in disuso, ma rappresentano comunque un indicatore prezioso della vitalità della lingua italiana.