Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è arrivato alla Casa Bianca per l'incontro con il presidente americano Donald Trump. Netanyahu è "un grande leader di Israele e ha fatto un ottimo lavoro", ha detto il presidente americano nello Studio ovale. "Vogliamo tutti la pace, anche lui", ha aggiunto. 'i palestinesi adorerebbero lasciare Gaza'.
"Trump ha inviato un grande emissario in Israele. Sono contento che sia alla Casa Bianca". Lo ha detto Netanyahu nello Studio ovale rispondendo ad una domanda su chi tra Joe Biden e il tycoon avesse avuto un ruolo maggiore nell'accordo per la tregua a Gaza.
Trump accoglie Netanyahu alla Casa Bianca con un miliardo di nuove armi ed un ordine esecutivo per imporre la massima pressione sull'Iran. Due regali all'amico Bibi, primo leader straniero ad entrare nello Studio Ovale nel secondo mandato del presidente, che è arrivato a Washington per discutere della seconda fase della fragile tregua a Gaza mentre in Israele il partito di estrema destra minaccia il premier di uscire dal governo se andrà avanti con i negoziati. Trump d'altra parte si aspetta da Netanyahu una rassicurazione sulla fine rapida del conflitto, la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e l'avvio della normalizzazione dei rapporti con l'Arabia Saudita.
Sul tappeto rosso fuori dalla Casa Bianca il presidente americano ha steso per l'amico israeliano la richiesta ai leader del Congresso di approvare nuovi trasferimenti per circa un miliardo di dollari in 4.700 bombe e altro materiale militare, tra cui bulldozer blindati costruiti da Caterpillar. Quindi una forte direttiva che punta a negare al regime di Teheran ogni possibilità di munirsi di un'arma nucleare e a contrastare la "maligna influenza" dell'Iran. "E' molto duro", ha spiegato il presidente dicendosi "combattuto" sulla firma. "Spero che non dovremo usarlo molto, non sono contento di farlo", ha aggiunto, dichiarando di aver perfino lasciato l'ordine di "annientare" il regime di Teheran nel caso dovesse assassinarlo. L'iniziativa arriva proprio mentre emergono le preoccupazioni dell'intelligence americana sul fatto che un team segreto di scienziati iraniani stia esplorando un approccio più rapido, seppur più rudimentale, per sviluppare l'arma atomica. Le informazioni sono state raccolte negli ultimi mesi dell'amministrazione Biden, quindi trasmesse al team di sicurezza nazionale del presidente Trump durante la fase di transizione. Negli anni trascorsi da quando il tycoon si è ritirato dall'accordo nucleare del 2015, Teheran ha ripreso la produzione di uranio e ora ha abbastanza carburante per realizzare quattro o più bombe ma questo non è sufficiente per produrre effettivamente un'arma. Trump ha anche annunciato l'anticipata uscita degli Stati Uniti dal Consiglio per i diritti umani dell'Onu, che in passato ha accusato di faziosità nei confronti di Israele, e lo stop dei fondi all'Unwra.
Nonostante l'ottimo rapporto, le concessioni di The Donald e l'annuncio dell'ufficio del premier israeliano che alla fine della settimana invierà una delegazione operativa in Qatar, uno dei principali Paesi mediatori tra Israele e Hamas, per discutere un cessate il fuoco "esteso", come previsto dalla seconda fase dell'intesa, i colloqui tra i due alleati potrebbero non filare del tutto lisci. Con il governo di Netanyahu in pericolo se la guerra dovesse finire con Hamas ancora al controllo e senza nessun altro piano per Gaza in atto, gli analisti si aspettano che il primo ministro israeliano cerchi di ritardare un cessate il fuoco permanente. Il ministro degli Insediamenti Orit Strock, espressione dell'ultradestra guidata da Bezalel Smotrich, ha messo infatti in guardia il premier dal proseguire con la seconda parte. "Se decide di andare in questa direzione disastrosa", allora il partito si assicurerà che il governo non continui a esistere", ha avvertito. A Washington Netanyahu ha avuto anche un incontro con Elon Musk, nonostante le recenti polemiche per il presunto saluto nazista del miliardario, dalle quali comunque Bibi lo aveva difeso, e con l'inviato di Trump in Medio Oriente Steve Witkoff. Il funzionario ha assicurato che "siamo già entrati nella seconda fase dell'accordo" sulla tregua ma c'è un "protocollo da seguire" per la fine della guerra e il ritiro delle forze israeliane da Gaza. Sulla situazione della Striscia l'amministrazione non ha dubbi: "E' assurdo che i palestinesi possano ritornarvi tra cinque anni", ha affermato Witkoff. E Trump si è detto convinto che "sarebbero entusiasti di lasciare Gaza" e che sarebbe meglio "ricostruirla prima" per farla diventare un "posto bello e sicuro". Nel frattempo, sostiene il presidente, i palestinesi dovrebbero andare in Paesi come Egitto e Giordania che però hanno già messo il loro veto.
Hamas: idee di Trump su Gaza una ricetta per creare il caos
Un alto funzionario di Hamas ha criticato le dichiarazioni di Donald Trump su Gaza e sui palestinesi che devono lasciare la Striscia, definendole una "ricetta per creare caos" in Medio Oriente. "Le consideriamo una ricetta per creare caos e tensione nella regione. La nostra gente nella Striscia di Gaza non permetterà che questi piani vengano approvati. Ciò che serve è la fine dell'occupazione e dell'aggressione contro il nostro popolo, non la loro espulsione dalla loro terra", afferma Sami Abu Zuhri in una dichiarazione citato da Times of Israel.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA