ARTICLE AD BOX
WASHINGTON. «Quest’uomo ha fatto di più, in meno di 24 ore, di quanto il suo predecessore negli ultimi quattro anni». L’esordio di Karoline Leavitt come portavoce di Donald Trump è in linea con il furore mostrato dal Comandante in capo lunedì quando ha siglato – prima alla Capitol One Arena davanti ai sostenitori e quindi nello Studio Ovale, trasformando l’evento in un botta e risposta di 50 minuti con i reporter sull’universo mondo – ordini esecutivi a raffica come mai nessuno prima di lui.
Dall’immigrazione all’energia, dalla stretta sui lavoratori federali alle partnership internazionali, dalla politica estera sino ai diritti civili e ai perdoni per gli assalitori del 6 gennaio, Trump ha messo nero su bianco quale è l’orizzonte verso cui vuole portare la Nazione nei prossimi quattro anni in linea con i dogmi della America First.
Capital One Arena: Trump firma gli atti esecutivi e lancia le penne ai fan
L’America di Trump si presenta, come già in realtà quella del primo mandato, a dir poco prudente e scettica nei confronti delle istituzioni internazionali. Il presidente ritirerà gli Usa dall’Organizzazione mondiale per la Sanità e revocherà la partecipazione agli Accordi di Parigi sul clima. Nel 2020 Trump aveva già formalmente ritirato gli Usa dall’OMS in polemica per la gestione del Covid-19. Il testo del decreto cita “la cattiva gestione del Covid originatosi a Wuhan, in Cina”. Secondo Trump l’OMS non ha dimostrato «indipendenza dalle influenze politiche degli stati membri». Quando gli è stato presentato il documento dall’assistente, Trump ha detto: «Questo è grosso». Fra le pieghe dei decreti c’è anche il ritiro degli Usa dall’accordo sulla “Global minimum tax”. Trump ha promesso di tutelare le aziende statunitensi se all’estero soggette a una extra tassazione. Non ci sono i dazi ai Paesi stranieri, ma stando alle parole di Trump sarebbe solo questione di tempo. Per ora il 1° febbraio scatteranno tariffe del 25% ai prodotti canadesi e messicani. Trump ha bloccato anche per 90 giorni gli aiuti all’estero, verrà valutato in questo lasso di tempo se sono allineati con i suoi piani politici.
Ieri la famiglia Trump e quella del vicepresidente J. D. Vance sono state alla National Cathedral per la cerimonia religiosa che chiude le celebrazioni dell’insediamento. E dal pulpito, il pastore gli chiesto «umanità» verso i migranti e la comunità LGBT. Poi il presidente ha ricevuto alla Casa Bianca i leader repubblicani di Camera e Senato guidati da Mike Johnson e John Thune con i quali ha discusso dell’agenda legislativa: le priorità sono la conferma dei tagli delle tasse varati nel 2017 che andranno a scadenza il prossimo anno e i provvedimenti sull’immigrazione. Quindi il presidente ha annunciato una serie di iniziative sulle infrastrutture e siglato nuovi ordini esecutivi. Sono previsti 100 miliardi di investimenti privati per costruire impianti per lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale. OpenAI, Softbank e Oracle formeranno una joint-venture, si chiamerà Stargate.
I decreti sull’immigrazione sono già finiti nel mirino delle associazioni. L’American Civil Liberties Union ha presentato un ricorso contro la decisione di Trump di chiudere il programma CBP One che consentiva tramite una App ai migranti di prendere un appuntamento per presentare richiesta di asilo. Ad ora non c’è un’alternativa. A rischio c’è anche la revisione del diritto alla cittadinanza per nascita (una versione dello ius soli): Trump ha mostrato una interpretazione restrittiva del 14esimo emendamento della Costituzione sostenendo che chi è figlio di immigrati illegali non può automaticamente essere statunitense. Anche in questo caso azioni legali sono in arrivo. L’immigrazione ha fatto la parte del leone nella prima sfornata di decreti. C’è anche la revisione dei criteri di sicurezza per accedere agli Usa da alcune nazioni in una riedizione di quello che fu il travel ban del primo mandato, allora contro diversi Paesi islamici. Sull’immediato invece le maggiori conseguenze sono legate alla dichiarazione di “emergenza nazionale” al confine con il Messico che sblocca una serie di iniziative. Il Pentagono ha ricevuto l’ordine di garantire supporto alla costruzione del muro, alla individuazione di luoghi di detenzione e del trasporto dei migranti. Il segretario alla Difesa potrà inviare truppe anche per presidiare i confini. Non ha fornito dettagli sulle deportazioni, ma Tom Homan, zar dell’immigrazione, ha spiegato che inizieranno a breve.
Ci sono nell’elenco moltissime azioni che smontano decisioni di Biden. Trump ha riportato Cuba fra gli stati sponsor del terrorismo; c’è un ordine esecutivo che annulla le sanzioni contro i coloni israeliani e blocca 78 azioni esecutive della precedente Amministrazione. È da leggere in questo senso la decisione di riaprire la zona protetta dell’Alaska alla ricerca di gas e petrolio. Così come la fine dell’obbligo che la metà delle nuove auto vendute nel 2030 siano elettriche. «Ognuno deve comprare l’auto che vuole», ha detto il presidente.
Il bando per Tik Tok viene sospeso per 75 giorni, mentre torna la pena di morte dopo che Biden aveva messo una moratoria nel 2021. Il Dipartimento di Giustizia dovrà avere le scorte necessarie per le iniezioni letali e Trump ha ordinato che venga richiesta la pena capitale «indipendentemente da altri fattori» quando il caso riguarda l’uccisione di un agente o reati capitali «commessi da uno straniero illegalmente presente nel paese».
Trump ha strizzato l’occhio alle frange più conservatrici decretando che «esistono solo due sessi, maschio e femmina». E così compariranno su visti e passaporti. Molta attenzione ai decreti che rivedono le regole per i dipendenti federali, fine immediata dello smart working e allentate le restrizioni sui licenziamenti. Con un colpo di penna Donald ha anche istituito il Doge, l’ufficio per l’efficienza governativa guidato da Elon Musk.