Home SignIn/Join Blogs Forums Market Messages Contact Us

Tutti liberi i 43 migranti portati in Albania, tornano sabato sera a Bari

3 ore fa 1
ARTICLE AD BOX

Terzo trasferimento di migranti in Albania e terzo no dei giudici al trattenimento nel centro di Gjader, con una decisione analoga per tutti e 43 e che rinvia alla Corte di giustizia europea il compito di diramare i dubbi sul fatto che un Paese possa qualificarsi come sicuro, "quando le condizioni sostanziali per la sua designazione non sono soddisfatte per alcune categorie di persone".

L'effetto delle decisioni della Corte di appello di Roma è stata la liberazione dei 43 richiedenti asilo (bengalesi ed egiziani), che arriveranno a Bari sabato sera. Un altro schiaffo per il governo, che fa trapelare "grande stupore, perché a nostro avviso non c'è la necessità di aspettare il pronunciamento della Corte di giustizia europea". Mentre Galeazzo Bignami (Fratelli d'Italia) punta il dito contro "l'atteggiamento di resistenza da parte di un pezzo della magistratura italiana nei confronti delle misure adottate per garantire la sicurezza e contrastare l'immigrazione irregolare". Esulta, invece l'opposizione con la segretaria dem Elly Schlein che parla di "clamoroso fallimento" per l'Esecutivo. In Albania erano stati trasportati martedì scorso 49 migranti intercettati a sud di Lampedusa: in sei erano già stati trasferiti in Italia nei giorni scorsi perchè minorenni o vulnerabili.

Per gli altri 43 oggi, assistiti dai legali, è stato il giorno dell'udienza di convalida dei trattenimenti, in videocollegamento con i magistrati della Corte d'appello della Capitale che li ha ascoltati e in serata ha emesso i verdetti. Uguali ai precedenti. Niente convalida. Lo spostamento della competenza in materia dai giudici della sezione immigrazione alla Corte d'appello non ha dunque sortito gli esiti sperati dal governo. Peraltro, alcuni delle toghe che hanno deciso sono rimaste le stesse. La provenienza di un richiedente asilo da un Paese sicuro è il presupposto per l'applicazione della procedura accelerata di frontiera e, dunque, per il suo trasferimento in Albania. Sia Bangladesh che Egitto sono nella lista dei 'sicuri' inserita dal governo in un decreto a dicembre. Ma nel decreto, evidenziano i giudici, "per nulla è stato considerato il mancato rispetto delle condizioni per determinate categorie di persone" e non sono menzionate "specifiche fonti di informazione sulla condizione dei paesi inseriti nella lista".

Dunque, è il ragionamento, "per quanto concerne le condizioni sociali e politiche dei paesi" valgono "le informazioni qualificate rese disponibili e utilizzate per il precedente decreto interministeriale del 7 maggio 2024". E dalle fonti ministeriali risulta che le condizioni di sicurezza di Bangladesh ed Egitto "non sono rispettate per tutte le categorie di persone", come ad esempio per la comunità Lgbtqi+, le vittime di violenza di genere, incluse le mutilazioni genitali femminili, le minoranze etniche e religiose, le persone accusate di crimini di natura politica e per i condannati a morte. Visto che in materia ci sono "contrasti interpretativi" tra il diritto europeo e quello italiano, i magistrati hanno formulato "un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione europea".

L'organismo dovrebbe pronunciarsi su questo il prossimo 25 febbraio. L'opposizione va all'attacco. "Chiederemo - annuncia Elly Schlein - di avere il resoconto di tutti i costi sostenuti dallo Stato in questa missione. Secondo le nostre stime, siamo ormai a oltre un miliardo di euro che poteva essere investito per assumere infermieri e medici nei reparti svuotati della sanità pubblica". L'Italia, sostiene il presidente di Iv, Matteo Renzi, "sta sprecando milioni in Albania per una scelta irragionevole, illogica, illegale di Giorgia Meloni. Immagino che la sorella d'Italia sappia che dovrà pagare di tasca propria per questo assurdo spreco di soldi pubblici". Per Alfonso Colucci e Alessandra Maiorino (M5S) "errare è umano, perseverare è una prerogativa del governo Meloni".

Secondo il segretario di +Europa Riccardo Magi, "è la pietra tombale sulle politiche migratorie messe in atto finora da Giorgia Meloni tra forzature giuridiche e colpi di mano parlamentari". Parla di un "finale già scritto" il leader di Avs Nicola Fratoianni e attacca: "ora Meloni non usi questo episodio per fare la vittima e accusare la magistratura del nostro paese" Dalla maggioranza partono strali contro le toghe. "Ancora una volta - nota Galeazzo Bignami - ci troviamo di fronte a una presa di posizione che sembra andare oltre l'ambito giuridico, assumendo una connotazione politica e ostacolando l'azione del governo Meloni". Dai giudici, gli fa eco il vicesegretario della Lega Andrea Crippa, "ennesima invasione di campo, decisione che danneggia l'Italia e che fa felici le sinistre e i clandestini". Continua, afferma Maurizio Gasparri (Fi) "l'opera di boicottaggio della magistratura italiana alle politiche di sicurezza per contrastare l'immigrazione clandestina".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Leggi tutto l articolo