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Ucraina, l?Europa in campo: summit a Parigi con 11 leader. Si studia un'intesa per il cessate il fuoco: «Kiev nella Nato solo se Mosca violerà accordi»

2 giorni fa 2
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A Parigi oggi i leader dei paesi europei valuteranno una proposta che garantisca la sicurezza dell’Ucraina e freni l’espansionismo della Russia. In sintesi: se si troverà un’intesa sul cessate il fuoco, Kiev non entrerà nell’alleanza atlantica, ma ci sarà un meccanismo in base al quale se Mosca violerà gli accordi, allora l’adesione dell’Ucraina alla Nato sarà automatica. Le diplomazie sono al lavoro anche a Riad, al centro della penisola araba, dove russi e americani stanno preparando il vertice.

Guerra Ucraina, vertice europeo (voluto da Macron) a Parigi lunedì: i Paesi partecipanti (c'è la Meloni) e i temi sul tavolo

SCENARI

Al tavolo dei negoziati in Arabia Saudita c’è un’altra assenza, evidente, che fino al 2024 sarebbe stata impensabile: l’Unione Europea (ma anche il Regno Unito). Alla Conferenza di Monaco l’inviato di Trump, Keith Kellogg, lo ha detto apertamente: gli europei non parteciperanno alle trattative. E su questo tema bisogna spostarsi a Parigi, dove per oggi il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato un vertice con i leader di un gruppo di Paesi europei. Non tutti, però: mancano ad esempio i paesi baltici che per ovvie ragioni sono i più preoccupati per la minaccia russa. E soprattutto l’iniziativa non è stata presa dalla Commissione europea. Il format è quello definito Weimar+, quindi oltre alla Francia, ci sono Germania, Regno Unito, Spagna, Italia, Polonia e la Commissione europea con in più l’Olanda e la Danimarca. In altri termini: ci saranno oltre a Macron e alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, Olaf Scholz (tedesco), Keir Starmer (britannico), Donald Tusk (polacco), Pedro Sanchez (spagnolo) Dick Schoof (olandese), Mette Frederiksen (danese). Per la Ue ci saranno la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa. Infine, e la sua presenza ha un evidente significato, ci sarà il segretario generale della Nato, Mark Rutte.

Non ci sono i paesi baltici. Va detto che secondo i media scandinavi la leader danese «partecipa e rappresenterà i Paesi nordici e baltici, che sono tra i Paesi che forniscono il maggiore sostegno all’Ucraina» (parole del ministro degli Esteri della Danimarca, Lars Løkke Rasmussen, riportate dal quotidiano Berlingske). Dell’Est Europa ci sarà solo la Polonia. A Parigi si parlerà della guerra in Ucraina e del ruolo che l’Europa può avere in attesa di capire quale sarà il piano proposta da Donald Trump. La risposta immediata dell’Europa ha un doppio valore. Alla conferenza di Monaco c’è stato lo scossone del discorso del vicepresidente Usa, JD Vance, che ha usato parole durissime contro gli alleati del vecchio continente, accusando l’Unione europea di non garantire la libertà di parola (con un tempismo singolare visto che non ha speso neppure una frase sul regime in Russia nonostante l’imminente anniversario della morte del dissidente Navalny): serve una reazione. Inoltre, bisogna rispondere alla conferma dei funzionari Usa che non ci sarà posto per gli europei al tavolo dei negoziati. Trump mercoledì scorso ha parlato al telefono con Putin per un’ora e mezza, addirittura prima di sentire Zelensky e soprattutto senza coinvolgere gli alleati. Nel vertice di oggi i leader europei dovranno decidere come affrontare questa nuova fase, che tipo di garanzie di sicurezza offrire all’Ucraina nel caso si raggiungesse un cessate il fuoco. Dai collaboratori di Trump è stato già detto che sarebbe irrealistico pensare di garantire a Kiev l’ingresso nella Nato, tesi ad esempio non condivisa da Starmer. All’Europa, però, potrà essere chiesto di schierare i peacekeeper, vale a dire soldati, ma anche forniture militari a Kiev in modo da evitare che i russi tornino ad attaccare il Paese. Zelensky, alla Conferenza di Monaco, ha anche auspicato la creazione di un «esercito europeo». Tuttavia, su questo le divisioni sono evidenti e difficilmente il progetto potrà concretizzarsi.

LE SEI DOMANDE DEGLI USA

Gli Usa hanno anche inviato un questionario ai Paesi europei che contiene sei domande legate all’eventuale accordo di cessate il fuoco. Esempi: «Quale garanzia o assicurazione di sicurezza può costituire un deterrente sufficiente per la Russia? Quali capacità e attrezzature aggiuntive può fornire ciascun paese all'Ucraina per migliorare la sua posizione negoziale e aumentare la pressione sulla Russia? Quali sono i requisiti necessari per il sostegno degli Stati Uniti alla partecipazione a un simile accordo di sicurezza? Quali risorse, a breve e lungo termine, sono richieste agli Stati Uniti? Quali misure dovrebbero essere pronti ad adottare gli Stati Uniti se la Russia attaccasse le forze di mantenimento della pace europee? Qual è la dimensione necessaria di una forza di mantenimento della pace?». Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, spiega: «Gli europei devono combattere per essere al tavolo delle trattative. Invece di lamentarsi per essere stati esclusi dai negoziati devono trovare nuove idee per esempio sul flusso di armamenti verso l'Ucraina o sul training dei soldati.

C'è bisogno di un atteggiamento più maturo, non serve dire soltanto “dovrei essere lì”. Il mio ragionamento è: organizzatevi, discutete di un piano di Difesa, elaborate un piano strategico e pensate a cosa siete in grado di fare. Gli europei attualmente non spendono abbastanza nella loro Difesa e gli Usa hanno preso l'iniziativa di un accordo di pace. Non basta dire spenderemo in futuro, bisogna farlo in tempi ravvicinati. E a quel punto tornerete al tavolo delle trattative». In campo c’è un’altra ipotesi: prevedere un meccanismo che consenta un’automatica adesione alla Nato dell’Ucraina in caso di violazione del cessate il fuoco dai russi (la proposta era stata avanzata da alcuni senatori Usa). Mentre l’Europa decide le prossime mosse, ieri l’inviato per il Medio Oriente della Casa Bianca, Steve Witkoff, ha confermato che si stava spostando in Arabia Saudita perché presto ci saranno i primi colloqui con il team di negoziatori russi. Con lui anche il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Michael Waltz. Anche il segretario di Stato Marco Rubio, sarà in Arabia Saudita per parlare con i negoziatori russi. In una intervista rilasciata ieri alla Nbc il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha avvertito che secondo i servizi segreti, esiste un «rischio elevato» che la Russia stia preparando truppe per una possibile invasione degli stati membri della Nato.

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