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Oggi, 24 febbraio 2025, ricorrono esattamente 3 anni anni dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina. Un conflitto che ha visto da un parte Kyiv perdere il 20% del proprio territorio, dall'altra l'esercito di Putin esser rallentato e subire enormi perdite. La cosidetta "operazione militare speciale" del Cremlino, che doveva concludersi entro 3 giorni dall'invasione con la presa della capitale nemica, si è infatti rivelata una lunga e dispendiosa guerra che ha visto impegnare e compattare Europa e Stati Uniti nella difesa di Kyiv: un supporto ora messo in dubbio dalla presidenza di Donald Trump.
Piani di pace
Nelle ultime settimane, da quando cioè gli Stati Uniti hanno cominciato a cambiare strategia rispetto al conflitto russo-ucraino, molto si è detto rispetto a possibili piani di pace e accordi per il cessate il fuoco. Tentativi che sono cominciato dall'incontro di Riad, in Arabia Saudita, tra le delegazioni americane e russe: un dialogo che ha di fatto sbloccato l'embargo diplomatico cui era sottoposto il Cremlino da ormai 3 anni. Trattative che hanno però causato importanti malumori sia tra gli alleati europei sia a Kyiv, parti escluse dalla potenziale risoluzione con la Russia. Trump non ha infatti ritenuto necessaria la presenza di Zelensky al tavolo delle trattative, che ha invece accusato di essere un "dittatore": a rincarare la dose era stato Elon Musk, il quale aveva affermato come il presidente ucraino avesse soltanto il 4% delle preferenze dei propri elettori. Un numero in realtà errato, così come la mancanza di elezioni (il mandato di Zelensky è infatti scaduto), non organizzabili a causa della legge marziale attualmente attiva sull'intero paese.
Le terre rare ucraine
Secondo quanto riportato da diverse fonti vicine al presidente Trump, a far infuriare il tycoon sarebbe stato il mancato accordo con Zelensky per le "terre rare" presenti su suolo ucraino. Minerali e risorse per un valore di oltre 500 miliardi di dollari e su cui Trump sta facendo leva in cambio del supporto a Kyiv; il presidente ucraino avrebbe temuto infatti per la mancanza di garanzie da parte degli Stati Uniti, fermando momentamente gli accordi. Nelle ultime ore, tuttavia, sembra che un compromesso tra le due parti sia effettivamente più vicino, anche se non alle condizioni inizialmente presentate da Trump. Un confronto personale su cui Zelensky si è recentemente espresso, avanzando l'ipotesi delle sue dimissioni in cambio di un'adesione dell'Ucraina alla NATO.
La posizione dell'Europa
Parallelamente e in conseguenza dell'entrata a gamba tesa di Donald Trump, anche i paesi europei negli ultimi giorni stanno comiciando ad attarsi ai nuovi scenari. In questo senso, l'obiettivo comune sembra quello di compattarsi per trovare un'alternativa concreta al potenziale ritiro dal supporto degli Stati Uniti all'Ucraina. La Francia ha tenuto settimana scorsa un vertice con i principali paesi europei per trovare una strategia comune che preveda un intervento più concreto in aiuto a Kyiv: proprio rispetto a questa decisione, il presidente Macron volerà oggi a Washington per parlare con Trump. Giovedì sarà invece il turno del primo ministro inglese Starmer: entrambri pesenteranno il piano congiunto tra Francia e Gran Bretagna per una garanzia di prevenzioni di future invasioni russe dopo il cessate il fuoco. Un piano che prevederebbe la ricognizione e la difesa area da parte degli Stati Uniti, in contemporanea al dispiegamento di circa 30 mila truppe europee e di supporti tecnologici da usare come deterrente nei confronti del Cremlino.
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Le reazioni della Russia
In questo contesto, l'inaspettata affinità tra Trump e Putin, che potrebbero presto anche avere un faccia a faccia, ha dato modo al Cremlino di insistere sulle loro condizioni. Proprio nella giornata di oggi il ministro degli esteri russi, Lavrov, ha parlato rispetto alle trattative con la Casa Bianca, ribadendo che «L'incontro della settimana scorsa a Riad ha dato speranza per un dialogo normale con gli Stati Uniti, e i contatti continueranno - ha poi aggiunto - l'Ucraina non dovrebbe fare parte della Nato, questo è indiscutibile. Trump ha detto chiaramente che l'ingresso dell'Ucraina nella Nato sarebbe un errore», affermando, però, che la Russia non accetterà un cessate il fuoco prima della conclusione dei negoziati.