Dei bibliotecari di Besançon hanno divulgato un pacco di ben 116 lettere, in cui è raccolta la corrispondenza tra Gustave Courbet e una certa Mathilde Carly de Svazzema, una trentenne parigina con marito inglese. Gustave e Mathilde tra il novembre 1872 e il maggio 1873 si scambiarono lettere di fuoco, con evocazioni di congiungimenti carnali fantasiosi e ribollenti, che farebbero risultare sbiaditi i più ardimentosi post di ogni “content creator” che promette spettacolini hard su OnlyFans. Il contenuto della corrispondenza fu ritenuto illeggibile già alla morte di Courbet, tanto che le lettere restarono chiuse in un sottotetto per 150 anni, per precisa volontà degli esecutori testamentari dell’artista, morto nel 1877. Dai ritratti che raffigurano Courbet è possibile intuire la sua natura sanguigna, un omone barbuto e capelluto dallo sguardo un po’ porcino. Alla luce di questa scoperta verrebbe di immaginare anche “l’origine del mondo”, che il padre del realismo dipinse su commissione nel 1866, non solo come l’apoteosi dell’ardimento licenzioso in un’opera d’arte, ma anche come la prova di un’inclinazione profonda dell’artista per la rappresentazione della sessualità esplicita, come elemento suscitatore d’emozioni. Sorprende invece l’unica immagine della signora, che nelle lettere risponde sempre a tono, con argomentazioni anatomiche al calor bianco. Del suo volto resta solo uno schizzo a penna, che la fa sembrare una placida gentildonna dall’indubitabile verecondia, il volto accigliato e una cuffietta in testa. Inutile che qui io citi il contenuto delle loro “chat con penna d’oca”, si immagini gran parte del repertorio presente nel data base delle categorie di “YouPorn”. Non è questo il tema però, nessuno pensi che le più astruse zozzerie siano nate con Internet: la letteratura libertina fa testo. Quello che invece mi sorprende, e trovo un presagio dell’evoluzione delle relazioni con l’avvento delle protesi digitali, è il fatto che i due focosi amanti, in realtà, non si sono mai incontrati. Mai ebbero modo di mettere in atto le fantasticherie epistolari. Esattamente come accade oggi, la carnalità allucinata poteva tenere in vita una relazione erotica, che probabilmente non aveva nessuna possibilità di concreto esercizio. Nessuno dica più che una volta la gente si incontrava e oggi ci si frequenta solo virtualmente: ci si accontentava e si godeva a distanza anche al tempo delle nostre trisnonne.