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Soluzione per il trattamento delle disfunzioni neurologiche, secondo il neurochirurgo Roberto Settembre
La fotobiomodulazione (PBM) sta guadagnando sempre più attenzione nel panorama medico grazie alle sue applicazioni promettenti nel miglioramento della salute cerebrale. Questo approccio terapeutico innovativo sfrutta la luce, in particolare le lunghezze d'onda rosse e infrarosse, per stimolare i processi cellulari e favorire il benessere del corpo. Se applicata al cervello, la fotobiomodulazione ha mostrato risultati positivi nel trattamento di vari disturbi neurologici e nel supporto alla rigenerazione dei tessuti cerebrali. Uno degli strumenti più avanzati per applicare questa tecnica è il caschetto a LED BrainLED. Il dispositivo, completamente non invasivo, emette luce infrarossa per agire in profondità sui tessuti cerebrali, stimolando il metabolismo cellulare e migliorando le funzioni cognitive. Per comprendere meglio come la fotobiomodulazione stia cambiando il trattamento delle disfunzioni cerebrali, abbiamo intervistato il dottor Roberto Settembre, neurochirurgo di fama, che ci ha fornito una visione approfondita di questa innovativa terapia.
Cos’è la fotobiomodulazione e come funziona
«La fotobiomodulazione è un trattamento che sfrutta l’energia della luce per stimolare le cellule, attivando risposte biologiche benefiche - spiega il dottor Roberto Settembre -. Le lunghezze d'onda della luce rossa e infrarossa, infatti, sono in grado di penetrare nei tessuti e agire in profondità, aumentando il flusso sanguigno e migliorando l'apporto di ossigeno e nutrienti alle cellule. Nel caso del cervello, questa stimolazione contribuisce a migliorare la funzionalità cerebrale, sostenendo la produzione di energia cellulare sotto forma di ATP, una molecola essenziale per il buon funzionamento delle cellule». Il caschetto a LED BrainLED utilizza una combinazione di luci rosse e infrarosse per stimolare il metabolismo cerebrale. Indossato sulla testa, il dispositivo emette una luce a bassa intensità che raggiunge i tessuti cerebrali in profondità, favorendo la rigenerazione delle cellule neuronali e migliorando la circolazione sanguigna. «Gli effetti positivi della fotobiomodulazione sono molteplici - prosegue Settembre - includendo la riduzione dei sintomi di disturbi neurologici come emicrania, depressione, insonnia e memoria compromessa, e potenzialmente anche miglioramenti nelle capacità cognitive generali».
I benefici della luce infrarossa sulla salute cerebrale
«La luce infrarossa è estremamente efficace nel trattamento di disfunzioni cerebrali. Studi scientifici hanno dimostrato che l’esposizione a questa luce favorisce il miglioramento della circolazione cerebrale, consentendo un maggior apporto di ossigeno e nutrienti essenziali. Questo processo contribuisce a una miglior funzionalità cerebrale, con effetti positivi su memoria, concentrazione e attenzione». Nel trattamento di malattie neurodegenerative come il Parkinson e l’Alzheimer, la fotobiomodulazione ha mostrato effetti positivi, rallentando il deterioramento cognitivo e supportando la plasticità neurale. «Le prime evidenze suggeriscono che la luce infrarossa possa aiutare a rallentare il decorso di queste patologie, migliorando la qualità della vita dei pazienti e preservando la loro autonomia per un periodo più lungo - sottolinea Settembre -. Il caschetto BrainLED potrebbe quindi rappresentare una valida alternativa non invasiva nel trattamento di questi disturbi».
Applicazioni terapeutiche del caschetto BrainLED
La versatilità del caschetto a LED BrainLED lo rende un dispositivo utile in una vasta gamma di situazioni terapeutiche. «La fotobiomodulazione ha applicazioni che vanno dalla gestione dello stress e dell'ansia, al miglioramento della qualità del sonno, fino al recupero post-ictus - spiega Settembre -.Stimolando la rigenerazione cerebrale e migliorando la funzionalità cognitiva, il caschetto BrainLED potrebbe essere un valido strumento nel trattamento di numerosi disturbi, anche in età avanzata». Alcuni studi clinici suggeriscono inoltre che la fototerapia con luce infrarossa possa essere un complemento ideale per la gestione di disturbi psicologici come la depressione. «In questo caso, la fotobiomodulazione potrebbe agire come supporto alle terapie tradizionali, potenziandone gli effetti». Grazie alla sua praticità, il dispositivo può essere facilmente integrato nella vita quotidiana dei pazienti, offrendo una terapia sicura e non invasiva.
Sicurezza e assenza di effetti collaterali
Un aspetto fondamentale della fotobiomodulazione è la sua sicurezza. «A differenza di altri trattamenti, come farmaci o interventi chirurgici, l’uso del caschetto BrainLED non comporta rischi significativi per la salute – prosegue Settembre -. La luce infrarossa emessa dal dispositivo è a bassa intensità e non provoca danni ai tessuti cerebrali né effetti collaterali indesiderati. I pazienti non riportano effetti negativi durante l’utilizzo, il che rende questa tecnologia sicura anche per un uso prolungato». Studi scientifici hanno confermato che la fotobiomodulazione, seppur utilizzata nel lungo termine, non comporta rischi come ustioni o danni agli occhi. «Questo rende il trattamento una terapia particolarmente adatta per chi cerca un approccio naturale e sicuro per migliorare la salute cerebrale», conclude il neurochirurgo.