Home SignIn/Join Blogs Forums Market Messages Contact Us

Unabomber, scatta la prescrizione: dopo 20 anni nessun colpevole per 29 attentati

4 ore fa 2
ARTICLE AD BOX

Simile a un mosaico che si frantuma, una per volta cadono le tessere del caso Unabomber che, inesorabilmente, va chiudendosi portando con sé i suoi misteri. L'udienza di ieri nell'inchiesta bis su Unabomber, con il rinvio al 15 settembre, ha messo una pietra tombale sui reati commessi nel 2005, dopo venti anni finiti in prescrizione.

Solo una vittima degli attentati avrà ancora diritto di chiedere il risarcimento, un infermiere ferito nell'ultimo attentato con conseguenze per le persone, il 6 maggio 2006. Quel giorno a Porto Santa Margherita, Caorle, deflagrò un ordigno nascosto sotto il tappo di una bottiglia con un messaggio e l'infermiere, di Mestre, all'epoca di 26 anni, rimase ferito. Ma è una speranza flebile anche quest'ultima: la possibilità di chiedere un risarcimento cadrebbe se il caso si chiudesse dopo il 6 maggio 2026.

Senza considerare che l'epilogo dovrebbe scrivere il nome del o dei colpevoli. Forse le tecnologie potrebbero far emergere il o i nomi e consegnarli alla storia, più che al carcere. Intanto, si attende entro il 24 maggio la perizia dei consulenti Giampietro Lago ed Elena Pilli, disposta dal gip Luigi Dainotti nel marzo 2023 in incidente probatorio e che, di rinvio in rinvio, dopo due anni non è stata depositata. Una perizia complessa: deve verificare se il Dna ricavato dal riesame dei reperti probatori corrisponda a uno degli 11 indagati dopo la riapertura del caso. E di un'altra ventina di persone che potrebbero aver avuto contatti con i reperti, inquinandoli.

La storia

Ricapitoliamo. Tra 1994 e 2006 avvennero 34 attentati a Pordenone, Udine, Treviso e Venezia, esplosivo nascosto in una candela, un uovo o un tubo.

A nulla valsero le indagini alternatesi con centinaia di investigatori e rimbalzate in inchieste di volta in volta coordinate dalle procure di Pordenone, Udine, Treviso, Venezia e, ultima, Trieste. Che per questo è oggi distretto giudiziario competente. Una sola persona è stata accusata per anni, Elvo Zornitta, l'ingegnere di Corva di Azzano Decimo (Pordenone) assistito dall' avvocato Maurizio Paniz, e scagionato nel 2016 quando fu scoperto che la prova regina - un lamierino tagliato - era stata manomessa da un poliziotto, Ezio Zernar, poi condannato.

La riapertura delle indagini

Dopo 16 anni dall'ultimo attentato, la magistratura triestina a fine 2022 annunciò la riapertura delle indagini accogliendo un'istanza del giornalista Marco Maisano - e di due vittime di Unabomber, Francesca Girardi e Greta Momesso - che aveva trovato capelli su due reperti. Aperto il fascicolo, 11 persone furono indagate, e un'altra ventina coinvolte: soggetti i cui nomi erano già contenuti nel fascicolo del pm. Nel marzo 2024 fu estratto il Dna del presunto Unabomber: "nulla di nuovo" disse il procuratore capo dell'epoca, Antonio De Nicolo, e lo stesso confermò Paniz, ricordando che più volte era stato ricavato in passato il dna di Unabomber. Oggi l'avvocato definisce «una follia, un fatto inconcepibile che dopo due anni i periti non abbiano consegnato il lavoro. E' irrispettoso nei confronti di tutte le parti processuali. Capisco la pluralità, la difficoltà degli accertamenti, ma non ci sono giustificazioni». E il supplemento di accertamento "era totalmente inutile; la pietra tombale era già stata messa anni fa dopo la scoperta della manipolazione di una

Leggi tutto l articolo