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Urso in Consiglio dei Ministri fa il punto sul comparto auto e sul tavolo Stellantis

2 settimane fa 3
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Nel corso del Consiglio dei ministri, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha fatto il punto sul settore auto, aggiornando il Cdm sul tavolo Stellantis dello scorso 17 dicembre e sulla posizione portata avanti dall'Italia in sede Ue sul comparto. «Lo scorso 17 dicembre, in occasione del tavolo Stellantis al Mimit, l’azienda ha presentato un Piano Italia che pone il nostro Paese al centro delle sue strategie, attraverso l’aumento dei modelli in produzione e la salvaguardia dei livelli occupazionali avviando processi di inserimento, aggiornamento e riqualificazione dei dipendenti. Stellantis ha annunciato gli investimenti che effettuerà in Italia: per il 2025 sono previsti 2 miliardi di euro per gli stabilimenti e 6 miliardi di euro in acquisti da fornitori operanti nel nostro Paese. Un impegno significativo che rappresenta una svolta rispetto a quanto fatto sinora, tanto più importante perché in controtendenza con quanto avviene nel resto d’Europa», lo ha affermato, secondo quanto si apprende, il ministro Urso in Cdm, ricordando il "non paper" presentato con la Repubblica Ceca per rivedere parte del percorso Ue verso la decarbonizzazione del settore.

In particolare, secondo quanto appreso, Urso ha spiegato che «da settembre, abbiamo infatti assistito a una crescente sequenza di annunci riguardanti la chiusura di stabilimenti in Europa, la riduzione degli organici e il ridimensionamento dei piani di investimento», ricordando che «in questo contesto, l’Italia, insieme alla Repubblica Ceca, ha promosso e presentato un non paper al Consiglio Competitività del 28 novembre, con l’obiettivo di rivedere le modalità che porteranno allo stop dei motori endotermici nel 2035, come previsto dal regolamento Ue sui veicoli leggeri. Revisione ancora più urgente alla luce del drammatico comunicato diffuso ieri dall’Acea (l’associazione delle case automobilistiche europee), che ha ribadito la necessità di un intervento immediato per salvare il comparto».

Come aggiunto da Urso, «il non paper ha raccolto un’ampia convergenza: 15 Paesi dell’Unione si sono espressi a favore delle proposte contenute nel documento, basate su principi chiave come la neutralità tecnologica, la necessità di risorse comuni per il settore e l’autonomia strategica nella catena del valore delle batterie elettriche. La piena adesione riscontrata nel documento congiunto delle associazioni imprenditoriali di Italia, Germania e Francia, così come il sostegno delle principali associazioni europee delle Pmi e dell’Acea, rafforzano la nostra posizione», concludendo che «anche il gruppo parlamentare del Ppe ha elaborato un documento che sposa pienamente la linea italiana. La proposta italiana, grazie al lavoro che sta svolgendo il governo, si colloca oggi al centro dell’agenda della Commissione europea».

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