In Venezuela le forze dell'ordine stanno usando gas lacrimogeni contro i manifestanti nei cortei convocati dalla leader di opposizione María Corina Machado contro l'insediamento di Nicolas Maduro per il terzo mandato presidenziale, in programma per domani. Casi si registrano nella regione di Maracay secondo il sito Es Noticia Venezuela, e nel Carabobo, stando al portale Infobae.
Vari cortei si stanno muovendo in tutto il Paese al grido di "Gloria al bravo pueblo" -la prima frase dell'inno venezuelano, adottata come slogan contro il governo - mentre Machado su X celebra la mobilitazione come "una giornata storica".
"Siamo milioni a chiedere la stessa cosa: che Maduro se ne vada e accetti che lo abbiamo sconfitto!", afferma. Lo chavismo ha indetto per oggi una contro-manifestazione a sostegno di Maduro, sullo sfondo di una nuova ondata di arresti di leader dell'opposizione e della società civile. La repressione ha scatenato le condanne internazionali.
'Profonda preoccupazione' dell'Onu per la repressione
L'Alto commissario delle Nazioni unite per i Diritti umani, Volker Turk, ha espresso "profonda preoccupazione" per le "detenzioni arbitrarie e intimidazioni" denunciate in Venezuela nelle ore precedenti alla cerimonia di insediamento per un nuovo mandato presidenziale di Maduro, prevista per domani.
"Questo è il momento di lavorare per abbassare la tensione e ridurre il rischio di escalation della violenza. Il dialogo è essenziale", ha scritto Turk in un messaggio su X in cui condanna gli arresti di attivisti, politici e loro familiari.
La presa di posizione di Tusk arriva a poche ore dalla denuncia della Missione di esperti Onu per la verifica delle violazioni in Venezuela che ha segnalato una nuova ondata di repressione portata avanti dalle forze di sicurezza governative "con l'obiettivo di infondere timore nella popolazione e impedire che la gente si esprima liberamente o lavori alla difesa dei diritti umani".
Sarebbero almeno 16 le persone - tra oppositori e difensori dei diritti umani - finite in cella in quello che è descritto come "un ulteriore attentato i diritti e alle libertà del popolo venezuelano".
"Chi ordina e autorizza violazioni dei diritti umani, così come chi le mette in pratica, può essere personalmente perseguito penalmente com previsto dal diritto internazionale", ha ricordato la presidente della missione, Marta Valiñas.
Marquez, ex candidato presidente, accusato di organizzare un golpe
Il ministro degli Interni venezuelano Diosdado Cabello ha accusato l'ex candidato presidenziale oppositore Enrique Marquez, arrestato martedì, di essere coinvolto in un colpo di Stato contro il presidente Nicolas Maduro, la cui investitura è prevista per domani.
'Marquez fa parte del colpo di Stato che volevano realizzare in Venezuela', ha detto Cabello in televisione aggiungendo che
l'ex candidato era 'legato a un gringo dell'Fbi' che le autorità hanno annunciato di aver arrestato e al genero dell'oppositore
Edmundo Gonzalez Urrutia, che rivendica la vittoria alle elezioni presidenziali.
Il ministro ha evocato anche un piano per stabilire una presidenza parallela fuori dal Venezuela, guidata dal candidato di opposizione Edmundo González Urrutia. Lo riferisce l'emittente Telesur.
Nel suo programma 'Con el Mazo Dando', Cabello ha presentato un documento, che ha attribuito all'ex candidato alla presidenza Enrique Marquez e all'avvocato Sergio Urdaneta, in cui si prevede un giuramento di González presso una delegazione diplomatica venezuelana all'estero, per istituire un "governo provvisorio".
Il tema è stato sollevato alla vigilia dell'insediamento di Nicolas Maduro per il suo terzo mandato, nonostante il governo di Caracas non abbia mai pubblicato le prove della sua effettiva vittoria elettorale. Il ministro ha evidenziato che l'ipotesi di un eventuale giuramento all'estero è incostituzionale e che gli insediamenti presidenziali devono avvenire davanti al Parlamento, e sul territorio nazionale.
Anche il Canada riconosce Gonzalez Urrutia come presidente eletto
"Il Canada riconosce che Edmundo Gonzalez Urrutia ha vinto le elezioni del 28 luglio ed è il presidente eletto del Venezuela". Lo annuncia in un post su X la ministra degli Esteri del Canada, Mélanie Joly.
"Ieri ho parlato con Maria Corina Machado per discutere della situazione in Venezuela e ribadire il sostegno del Canada a tutti coloro che si battono affinché la volontà dei venezuelani sia rispettata", scrive Joly.
Subito dopo è arrivato il ringraziamento di Machado alla ministra canadese "per il sostegno incondizionato alla volontà sovrana del popolo venezuelano". "Le sue parole riaffermano la nostra convinzione che la transizione alla democrazia avverrà molto presto", ha aggiunto la leader di opposizione venezuelana.
La Conferenza episcopale chiede di 'rispettare la volontà dei venezuelani'
La Conferenza episcopale venezuelana ha ribadito il suo appello a rispettare la volontà popolare espressa nelle elezioni del 28 luglio e a lavorare per la "dignità, la giustizia e la pace" nel Paese.
La Chiesa cattolica esprime la sua posizione mentre nel Paese sale la tensione a 24 ore dalla cerimonia di insediamento per un nuovo mandato presidenziale di Maduro, proclamato vincitore delle elezioni senza presentare prove in mezzo alle denunce di brogli da parte delle opposizioni.
"Mettiamo il bene comune al di sopra degli interessi particolari o di parte. È tempo di riaccendere la speranza in coloro che vivono in povertà, malattia e in esilio", si legge in un comunicato. L'assemblea dei vescovi invita per questo i leader politici e sociali a collaborare per trovare soluzioni pacifiche e durature ai problemi che affliggono il Paese.
"È essenziale che tutti i settori della società si uniscano in uno sforzo comune per costruire un futuro migliore per il Venezuela", hanno affermato. "L'unità e la cooperazione sono essenziali per superare le sfide che ci troviamo ad affrontare come nazione. Dobbiamo ricordare che, nonostante le nostre differenze, siamo tutti venezuelani e condividiamo un destino comune".
I vescovi venezuelani esortano in ultimo la comunità internazionale a "rimanere vigile" sulla situazione in Venezuela e a "sostenere gli sforzi per la pace e la giustizia nel Paese".
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